Una bella serata a tema sportivo quella proposta ieri sera, mercoledì, nella sala conferenze della Comunità Montana Valsassina, Valvarrone, Val d’Esino e Riviera a Barzio in località Fornace Merlo a Barzio.
I cinque atleti, invece, hanno conservato un bellissimo ricordo del loro rapporto con i genitori. Rosita Rota Gelpi ha ricordato che il padre non mancava mai alle gare e la madre la accompagnava sempre agli allenamenti e anche in inverno stava delle ore ad aspettarla in macchina. Maicol Rastelli ha raccontato che, sia che i risultati fossero positivi o negativi, dai suoi genitori riceveva sempre e solamente complimenti anche se a volte lui non ne capiva il motivo sapendo di non aver certo brillato. Elena Maria Bonfanti a sua volta ha rimarcato la presenza dei genitori alle gare: “a volte non sapevo nemmeno che sarebbero venuti a vedermi, ma mi faceva sempre piacere, una presenza discreta la loro e soprattutto non si sono mai permessi di mettere in discussione le scelte fatte dagli allenatori soprattutto nelle staffette internazionali dove a volte avevo fatto solo la riserva. Sarebbero comunque state sterili polemiche che non avrebbero portato da nessuna parte”.
Altra domanda venuta dal pubblico è stata sul come gestire le tensioni della gara: anche qua non c’è stata una risposta in un’unica direzione ma tutti hanno convenuto che ogni atleta ha una sua motivazione e reagisce in maniera differente sia che si tratti di una olimpiade o solamente di una gara provinciale. Ci sono atleti iperattivi a cui non devi dire nulla altrimenti rischi di ottenere il risultato opposto e a questo proposito tutti hanno raccontato le loro esperienze. Daniel Antonioli iniziava a pensare ad un appuntamento importante già parecchio tempo prima, ma nell’immediata vigilia staccava la spina e capitava che si concedesse anche una pizza e una birra e, visti i risultati, possiamo dire che con lui è stato un ottimo escamotage. Rosita Rota Gelpi ha rimarcato il ruolo del mental coach, figura che sta prendendo sempre più piede tra gli atleti di élite.
Un’altra domanda interessante è stata sull’importanza del gruppo… Anche qui tutti concordi nel ritenerlo di basilare importanza: “Agli inizi deve essere gioco e divertimento, solo col passare degli anni si potrà pensare ai risultati, se fai le cose che ti fanno divertire, continui a farle, quando lo sport inizia a pesare e non c’è più divertimento, è il primo passo verso l’abbandono”. Elena Maria Bonfanti, in particolare, ha parlato della propria esperienza ventennale a Oggiono dove era cresciuta con un gruppo di amici e anche quando è stata alle olimpiadi ma si allenava a casa, il gruppo continuava ad essere un punto di riferimento. Col passare degli anni però il gruppo si è assottigliato e ultimamente si trovava ad allenarsi con i ragazzini e anche per lei le motivazioni sono calate, anche perché nel frattempo ha iniziato a lavorare, ha messo su famiglia e le priorità sono cambiate.
Una serata molto interessante, non capita tutti i giorni di poter dialogare con cinque campioni di quel calibro tutti assieme. Alla serata hanno preso parte tutti gli atleti e lo staff del Nordik Ski. Al termine della serata i cinque campioni hanno scattato una foto ricordo con tutti i membri del sodalizio guidato dal presidente Giuliano Selva.