Ufficializzata la squadra, lo sci di fondo delle Alpi Centrali ha iniziato la sua preparazione estiva con un raduno congiunto a fine giugno con i fondisti dell’ASIVA.
«Rispetto allo scorso anno –dice Federico Sosio, responsabile dello sci di fondo del Comitato – abbiamo rivisto la programmazione, dal momento che la stagione ufficiale per lo sci di fondo partirà un mese più tardi rispetto al solito via di Forni Avoltri, quindi si cercherà di arrivare alla “Sportful” di inizio ottobre pronti per fare bella figura ma concentrandosi anche sulla stagione invernale che partirà circa un mesetto dopo. A livello tecnico, invece, cercheremo come sempre di amalgamare al meglio i giovani U16 entrati in squadra, senza dimenticare comunque il bacino di atleti extra squadra che convocheremo di volta in volta sulla base dei risultati raggiunti. Il 20 giugno abbiamo iniziato con un raduno in collaborazione con l’ASIVA, confrontandoci con le metodologie di lavoro di un altro Comitato espressione di una realtà territoriale completamente diversa da quella delle AC ma altrettanto forte e con atleti di primissimo livello».
Consuntivo della stagione passata?
«Direi che stata una stagione molto positiva, con risultati eccellenti sia da parte degli U20, come per gli 18 e gli U16 ai rispettivi Campionati Italiani di categoria. Risultati che ripagano il lavoro di un anno del gruppo Giovani e quello dello società che continuano a formare nuovi atleti di vertice di stagione in stagione. La coppia U18 costituita da Gabriele Matli e Aksel Artusi ha di fatto conquistato un podio ad almeno a ogni gara durante l’arco della stagione e se Gabrile Matli al primo anno da U18 ha confermato quanto già fatto vedere durante la precedente stagione, Aksel Artusi ha fatto quasi meglio perchè la sua stagione era iniziata la passata estate con le prime gare di Coppa Italia di skiroll e dopo aver raggiunto ottimi risultati sia in Coppa del Mondo che ai Mondiali di casa in Val di Fiemme, si è confermato durante l’inverno, mettendo in mostra una costanza fisica e soprattutto mentale che pochi atleti possono avere. Ed ha iniziato altrettanto bene quest’anno con il podio conquistato in Coppa del Mondo in Norvegia»
Risultati femminili?
«I risultati migliori li abbiamo ottenuti con il terzetto U20 costituito da Veronica Silvestri, Lucia Isonni e Denise Dedei che, come per a coppia Matli/Artusi, ha dominato in tutte le gare, alternandosi sui gradini del podio. Un plauso va soprattutto a Denise Dedei che, nell’arco dei quattro anni di attività giovanile, è riuscita a crescere in modo continuo fino appunto a raggiungere i vertici del movimento giovanile nell’ultima stagione, segno di maturità ed esempio per tanti altri/e compagni/e di Comitato».
Quali sono le chiavi per che hanno caratterizzato la stagione agonistica e i risultati ottenuti
«Sul lato sportivo, di certo l’amalgama creatosi tra tecnici e atleti del gruppo AC. Al terzo anno di lavoro, la conoscenza reciproca ha fatto si che sia durante il periodo estivo che durante il periodo invernale, i carichi di lavoro e gli allenamenti di mantenimento siano stati sopportati con “piacere”, finalizzati all’ottenimento del risultato come coronamento di 8 mesi di intenso lavoro. Sul lato dirigenziale posso dire altrettanto per quanto concerne il rapporto fra il sottoscritto e il Presidente Zecchini, con il quale si è riusciti, appunto con i risultati, a lavorare per alzare l’asticella più in alto della stagione precedente. Il suo sostegno e la sua fiducia nel gruppo ha di certo facilitato la condivisione di alcuni obiettivi e target da raggiungere».
Lo sci di fondo sta faticando a livello di numeri e partecipazione alle gare. Motivi e possibili soluzioni.
«In generale i numeri stanno diminuendo ma la qualità dei giovani atleti non cambia. Se questo da una parte ci induce a pensare come essere più attrattivi verso chi si approccia al fondo ora, dall’altra parte ci rafforza perchè il lavoro fatto finora comunque non ha depotenziato il mondo giovanile ma solo ricondotto su minori atleti il futuro di questo sport. Parlando specificatamente delle AC, in alcune zone paradossalmente i numeri sono in crescita mentre in altre, si sta andando incontro a un depauperamento preoccupante. I motivi sono i più vari ma di certo a livello tecnico è faticoso trovare persone che possano fare i tecnici di professione e questo non aiuta. Il venir meno di alcune figure, a volte coincide con un ridimensionamento forte della realtà agonistica territoriale. Riuscire a supportare queste realtà dove comunque il movimento amatoriale è vivo, è il compito che dovrà essere affrontato nel prossimo quadriennio»
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