La riunione plenaria della scorsa settimana tra sindaci e tecnici per definire tracciato e caratteristiche della nuova tangenziale di Primaluna più che portare un chiarimento definitivo ha messo in luce problematiche di vario genere che con questo articolo cerchiamo, in modo speriamo comprensibile, di spiegare.
La prima questione sono i soldi. Come noto il finanziamento a disposizione è di 14 milioni di euro, ma è apparso chiaro sin dall’inizio che con quella cifra non si va da nessuna parte, tantomeno da Introbio a Cortabbio.
La “politica” è alla ricerca di nuovi fondi ed un ribasso in sede di aggiudicazione porterebbe anche risparmi magari consistenti, ma perché l’opera possa essere approvata è necessario avere copertura totale, quindi al lordo di sconti e ribassi.
Questa premessa è importante, perché fa intendere che la soluzione ad oggi più praticabile sotto il profilo finanziario (anche se gli ingegneri della Serravalle magari non lo dicono apertamente) è quella di arrivare sino a Cortabbio e non oltre.
Ma iniziamo da Introbio.
Qui dovrebbe essere realizzata una rotonda in corrispondenza del curvone della provinciale (come si vede dall'immagine), dopodiché la strada passerà su un nuovo ponte da realizzarsi sulla Troggia e correrà a destra della ciclabile sino a quello che potrebbe essere (il condizionale è d'obbligo) un nuovo ponte di Barcone.
Da lì a Cortabbio la tangenziale secondo il progetto attuale (che, come vedremo, non ha ancora alcun benestare) dovrebbe restare sulla sinistra seguendo più o meno il tracciato dello sterrato attuale. La pista ciclabile, in questo caso, non attraverserebbe più la Pioverna ma correrà sulla destra sino ai tennis, poi si vedrà.
E qui siamo al punto.
L’opzione più “economica” (si parla di circa 19 milioni di euro, quindi ne restano da recuperare 5 o 6 in più rispetto ai 14) prevede che la tangenziale si immetta sul ponte e sfoci nella piazza di Cortabbio dove sarà realizzata una rotonda. I documenti individuano questa soluzione (immagine qui sotto) come la numero 3.
Abbiamo scritto “ponte” ma va letto “nuovo ponte” visto che l’attuale non ha le caratteristiche indispensabili per una “strada a scorrimento veloce” come sarà poi classificata la tangenziale.
In questo futuro momento, come scritto poco sopra, saranno stati spesi 14 milioni più i 5 che sono da recuperare, meno il ribasso (oggi non quantificabile e comunque ai fini di consentire l’avvio lavori al momento da non considerare).
Ma se vogliamo proseguire?
Si può, basta trovare un’altra decina di milioni di euro.
Ma come?
Arrivata al ponte di Cortabbio la tangenziale proseguirebbe sin dopo la Santafede e si dovrebbe immettere su un ponte di circa 200 metri che scavalca la Pioverna per atterrare in “zona Polvara”.
Qualcosa di meno “invasivo”? Stando ai tecnici non è possibile: deve essere mantenuta la larghezza dell’alveo (quindi andate a vedere con i vostri occhi) e tener conto di eventuali esondazioni nonché della morfologia del fiume e della zona.
Morale: tre bei plinti in mezzo alla Pioverna, tre piloni ed ecco a voi un cavalcavia di cemento che sorvola il fiume.
E questa sarebbe la soluzione numero due.
La soluzione numero uno contemplerebbe un ulteriore prolungamento del tracciato sino alla corrispondenza, sulla sponda opposta, della ex Cava di Cortabbio.
È la soluzione di cui si discute da decenni e che, almeno ad oggi, sembra più la numero zero, visto che per realizzarla oltre ai 14 milioni che abbiamo nel portafoglio dobbiamo recuperarne almeno altrettanti.
E allora, direte voi, cosa si fa?
La strada, anzi, la tangenziale, come avrete capito, non è in discesa, anzi, al momento, nonostante la pianura, assomiglia moltissimo al Mortirolo.
Le criticità che sembrano essere emerse non sono di secondo piano ed hanno reso necessari ulteriori approfondimenti a livello progettuale che sono in corso: la sensazione è che potremmo assistere a dei cambiamenti importanti del tracciato per cercare di renderlo il meno impattante possibile sul territorio.
La volontà di tutti i soggetti coinvolti è di realizzare la nuova strada ma il “come” diventa adesso un elemento fondamentale ed imprescindibile.
E il “come”, come avrete capito, non è per niente facile da definire.