La notizia a Cortenova è arrivata ieri: informazioni frammentarie, pochi particolari ed una sola certezza, il "Cecco" Galperti era stato rapito dalla montagna.
Poi la ricerca di qualcosa di più preciso fino a questa mattina quando le agenzie di stampa hanno battuto uno scarno comunicato in cui si dice che "Un alpinista italiano di 66 anni, originario di Cortenova, in Lombardia, è morto ieri pomeriggio, durante la discesa da una vetta del massiccio del Monte Bianco, al confine franco-italiano. Lo hanno reso noto i soccorritori alpini. La cordata di tre alpinisti italiani era impegnata nella discesa dal Dente del Gigante (4.013 metri di altezza) quando, intorno alle 16.30, l’alpinista lombardo è caduto a circa 3.850 metri di altitudine".
"I soccorsi italiani, subito allertati, hanno chiesto l’intervento della Gendarmeria francese d’alta montagna di Chamonix, arrivata sul posto con un medico. Inutili i tentativi di rianimare lo scalatore. Come per ogni incidente grave in montagna, è stata aperta un’inchiesta sulle circostanze e sulle cause, al momento non ancora accertate. I due compagni di squadra, sotto choc, sono stati ascoltati già ieri".
E sotto choc c'è una comunità, quella cortenovese, ma anche tutto il mondo dell'alpinismo lecchese che conosceva bene Francesco Galperti, scalatore e alpinista esperto, motore di molte spedizioni extraeuropee sia in Asia che in Sudamerica, e forse proprio nel Sudamerica il "Cecco" aveva trovato le maggiori soddisfazioni.
Descritto come uno "prudente" e "mai in competizione se non con sè stesso", Francesco Galperti era pervaso da quella passione per la montagna che contraddistingue molti valsassinesi che però preferiscono stare ai bordi della notorietà seppure avrebbero tutti i titoli per essere protagonisti.
Ai familiari giungano le condoglianze del nostro giornale.
(foto cortesemente da Lecconotizie.com)