Visite nelle Rsa, il ministero della Salute chiarisce: 7 giorni su 7 per 45 minuti al massimo
La circolare ricorda che le indicazioni dell’ordinanza dell’8 maggio sono state confermate nel decreto poi convertito in legge il 28 maggio
Le visite nelle Rsa sono possibili, devono essere possibili in presenza sette giorni su sette per un massimo di 45 minuti. La precisazione viene da una circolare ministeriale di pochi giorni fa inviata al coordinatore della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni, Raffaele Donini. La circolare include un invito agli assessorati regionali a effettuare controlli a campione sull'applicazione delle misure, e a garantire la massima diffusione delle indicazioni operative a tutte le strutture del Servizio sanitario nazionale.
La nota ministeriale è diffusa in questi giorni da agenzie e quotidiani, dopo la preoccupazione, espressa dai sindacati e dalle famiglie degli ospiti delle Rsa, per l’ordinanza dell’8 maggio, con efficacia fino al giorno 30 luglio, e con indicazioni sulla riapertura delle case di riposo alle visite in presenza.
Il ministero della Salute ha ricordato che il contenuto dell’ordinanza è confluito poi nel decreto legge 44 del primo aprile 2021, convertito dalla legge di conversione 76 del 28 maggio.
Visite nelle Rsa: il ministero chiede alle Regioni di vigilare
Il ministero della Salute chiarisce, dunque, che in presenza di Green pass i parenti di un anziano ospite in una Rsa possono andare a trovarlo di persona e che l’ospite stesso, se in condizioni di salute idonei, può uscire dalla Rsa per le uscite programmate e i “rientri in famiglia”. La circolare menziona anche le residenze per persone con disabilità, considerando, quindi, sia le Rsa che le Rsd e parla di una “applicazione uniforme sul territorio nazionale”.
Riguardo agli ospiti che escono temporaneamente dalle Rsa, la nota precisa che il Green pass è da considerarsi sufficiente e che non è necessario, quindi, dopo l’uscita, un periodo di isolamento.
Ricorda anche:
“Quanto infine alla possibilità di prevedere quale requisito di accesso (…) l’esecuzione di tamponi antigenici rapidi anche da parte delle persone in possesso della certificazione Covid ad altro titolo, si raccomanda di valutare tale misura precauzionale con la massima cautela onde evitare che possa rappresentare una limitazione non giustificata al diritto di visita”.