Eccola di nuovo. Ma non si tratta del motivetto strimpellato dai Rokes che nel 1967 fece fremere per alcuni mesi i teen agers nostrani. Stiamo parlando della ripresa in grande stile dei contagi da Coronavirus; della quarta ondata, dunque, sulla cui attiva presenza ormai sono rimasti in pochi a nutrire dubbi. No vax e no pass soprattutto, i quali continuano imperterriti ad affollare sciaguratamente da molti mesi ogni sabato pomeriggio le piazze delle città italiane e non solo quelle, come dimostrano i disordini di Bruxelles. I dati non mentono e non sono interpretabili a piacere. In Lombardia siamo passati dai 506 casi di positività rilevati il 15 novembre ai 1930 di sabato scorso con 118.279 tamponi. Ieri, 21 novembre, a fronte di 106.559 prelievi si sono registrati 1431 casi di positività al coronavirus. Diminuzione legata anche al minor numero di tamponi effettuati.
Come si vede, rispetto ai dati del 15 scorso, l’aumento registrato sabato è del 400% mentre i ricoveri nei reparti Covid ordinari passano da 623 a 656. E le previsioni non lasciano ben sperare anche perché alcuni milioni di italiani (i lombardi sotto questo aspetto si comportano meglio) si rifiutano non solo di indossare ogni tipo di mascherina ma anche di fasi vaccinare contribuendo così a disseminare su scala sempre più ampia il coronavirus. A Lecco, sabato 20, sono stati registrati 43 nuovi positivi, contro i 35 di venerdì. Nel Lecchese i ricoveri in terapia intensiva sono passati da 57 a 58. Per ora nulla di drammatico e il rischio per la nostra regione di diventare gialla è comunque piuttosto ridotto anche se sarà necessario attendere ancora qualche giorno per disporre di dati che consentano previsioni attendibili. La tabella che segue, prodotta dalla Fondazione Gimbe, definisce con chiarezza i parametri di “colorazione” in base alla percentuale di posti occupati nei reparti Covid e nelle terapie intensive.
I reparti Covid dei nostri nosocomi iniziano però già a risentire dei “nuovi arrivi” e si preparano ad affrontare il peggio visto che gli attuali ricoveri riguardano contagi verificatisi 15/20 giorni fa, il tempo necessario all’incubazione del coronavirus e alla manifestazione di sintomi significativi. Intanto al Palataurus incominciano ad arrivare i primi “over 40” che dal 18 novembre possono prenotarsi per la terza dose di vaccino. Si tratta di un bacino di oltre 1.600.000 cittadini che potranno così sottoporsi alla profilassi anti Covid-19.
La buona notizia è che in Lombardia è in costante aumento la popolazione che si prenota per la terza inoculazione, vale a dire circa il 50% di chi aveva ricevuto la prima dose. In cifre assolute si tratta di oltre 500mila persone che hanno deciso di mettersi al riparo dalle conseguenze più gravi del contagio. Si tratta di un vero e proprio boom dal momento che giovedì scorso le prenotazioni erano “appena” 170mila. In occasione della somministrazione della terza “rata” di vaccino anti Covid_19 sarà possibile anche ricevere una dose del tradizionale vaccino antiinfluenzale. La parola d’ordine imprescindibile è ad ogni modo sempre la stessa e sempre più urgente: vaccinare tutti quando possibile, il più presto possibile.