Buonanotte Signor Fantasma della Villa e grazie per avermi concesso di incontrarla. Prima di tutto, mi tolga una curiosità: ammesso che i fantasmi abbiano un nome, come si chiama?
Pino.
Ah, bene. E chi le ha dato questo nome?
I pini che stanno qui intorno. Sa, alcuni di loro sono persone trasformate in piante: da vivi le abbattevano...
E da quanto tempo, Pino, è qui dentro?
Da sempre. Non è stato facile mimetizzarsi quando la casa era abitata. Poi, invece…
E dove si nascondeva?
Mah, un po’ dappertutto. Armadi inutilizzati, cantina, soffitta. Dove capitava, insomma.
E nessuno ha mai sospettato che nella Villa potesse aggirarsi un fantasma?
Forse c’è stata un’occasione in cui ho rischiato di farmi scoprire. Mi sono messo a suonare il piano pensando non ci fosse nessuno e invece…
Invece?
Un ragazzo è entrato nella sala e ha visto i tasti che si muovevano senza nessuno che li pigiasse. Cioè, quel nessuno ero io, ma essendo un fantasma, lei capisce, non potevo essere visto.
E cosa successe dopo?
Nulla. Il ragazzo richiuse la porta e se ne andò. Ma ebbi una strana sensazione.
Quale?
Che sapesse che io ero lì.
E il momento più brutto qual è stato?
Quando pensavo che la Villa potesse essere travolta dalla frana. Poi mi sono ricordato di avere dei poteri speciali e l’ho protetta.
Una buona azione!
Sì, ma visto in che condizioni è, forse sarebbe stato meglio fosse stata seppellita.
E lei dove sarebbe andato?
Avrei cercato una nuova casa. Non sa quante ce ne sono in giro vuote in attesa del loro fantasma?
Veniamo all’oggi. Come trascorre tutte le notti qui dentro?
Praticamente non faccio niente. Cosa dovrebbe fare un fantasma secondo lei?
Per esempio impaurire quelli che vengono a cercarla.
Già, quegli idioti. Ma non pensi che mi sia fatto vedere o sentire. Anche se con certi vandali avrei dovuto intervenire.
E perché non lo ha fatto?
Si vede che non conosce le leggi dei fantasmi. Articolo uno, mai farsi vedere. Articolo due, far fare agli umani quello che vogliono, così poi, se ne avranno il tempo, potranno pentirsene.
Lo sa che hanno fatto persino un sondaggio su di lei?
No, non lo sapevo. E come è andata a finire?
Che il 12% crede che lei esista. E quindi ha ragione.
Bene, vedo che c’è ancora gente che ha fede. Pochi ma buoni!
Sta albeggiando, per cui devo andare. Ma, scusi, lei di giorno cosa fa?
Semplicemente non esisto. I fantasmi come me, figli del buio, di giorno tornano ad abitare il nulla.
Complicato da capire.
Perché lei, ancora, non è un fantasma.
Non le ho ancora chiesto cosa faceva prima di essere un fantasma.
E io non l’ho mai detto a nessuno. Però ero un soldato.
E ha fatto la guerra?
Più di una. Poi un cecchino ha avuto buona mira ed eccomi qua.
Rimpianti?
No, ma ho capito che non è servito a niente visto che il mondo è perennemente in guerra. E la mia condanna è stata di poter vivere solo nel buio.
Ci sono altri fantasmi in Valle?
Sono amico di uno che è in quel grande albergo abbandonato più avanti. Poi ne conosco un altro in un posto altrettanto grande e abbandonato lassù, a mezza montagna. Sono fortunati: nessuno li cerca.
Vuol dire qualcosa al 78% di persone che non crede che lei esista?
Prima o poi tutti diventiamo fantasmi. Se vivere nel buio o nella luce dipende solo da come si usa la propria vita.