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VILLA MONASTERO ADERISCE ALLE GIORNATE DELLE CASE DEI PERSONAGGI ILLUSTRI
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Pubblicato in Attualita`

UN INCONTRO SULLA STREGONERIA AL PARINI DI LECCO

Mercoledì, 26 Ottobre 2022 08:44 Scritto da  Redazione

Dopo le quattro serate tenutesi a Casargo tra Settembre e Ottobre, l'insegnante della locale Scuola Elementare Valentina Marcias è stata invitata presso l'Istituto Parini di Lecco, corso serale, a esporre le sue ricerche sulla stregoneria in Italia e in Valsassina (argomento su cui si sta specializzando per la sua tesi di laurea) dal prof. Enrico Baroncelli.

Ne è emersa una "Lectio Magistralis" di tre ore molto interessante e apprezzata dagli studenti del triennio pariniano.
"Chi erano le streghe ?" ha cominciato a domandarsi la Marcias. "Il fenomeno della stregoneria arriva da molto lontano, addirittura dal Paleolitico (quindi dall'ultima fase della Preistoria) per assestarsi stabilmente nella storia della Grecia e di Roma, nel periodo pre-Cristiano".

"Erano per lo più donne esperte nella gestione delle erbe, erbe salutari ma anche erbe poco salutari (i cosiddetti malefici). Stavano di solito in disparte rispetto alle altre case e ai concittadini, spesso vicino o dentro a un bosco, perchè erano molto amanti della Natura".

"Le streghe - ha confermato Baroncelli - molte volte fungevano da mediche o da ostetriche: aiutavano le donne a partorire (nei secoli scorsi spesso le donne avevano molti figli, da 10 a 20, non tutti nati vivi e molti morivano entro i primi due anni). Queste loro conoscenze mediche le rendevano a volte sospette, soprattutto se i bambini nascevano deformi o morivano subito, come succedeva spesso date le precarie condizioni igieniche di una volta".

Alla fine del Medioevo l'Inquisizione, gestita soprattutto dai Domenicani, come il famoso Torquemada, ebbe un ruolo primario nella "Caccia alle Streghe", elaborata ideologicamente dal noto "Malleus Maleficarum" (il Martello delle Streghe) pubblicato nel 1487 dal frate domenicano Heinrich Kramer con la collaborazione del confratello Jacob Sprenger.

Spesso il processo partiva con una denuncia a volte anche ridicola o qualche sogno di bambini/e, che dichiaravano di aver visto una certa signora "volare in cielo con una scopa", per andare magari a qualche Sabba (incontro col Diavolo).

Sul corpo delle poverine si cercava allora qualche segno fisico di questi incontri: bastava un neo sul collo o sulla schiena, qualche verruca o escrescenza da qualche parte del corpo, per avere la certezza che fosse stata contagiata o baciata dal Diavolo.

Allora partiva la fase della tortura, per cercare di far loro confessare la "verità" : a Introbio nel 1600 vennero processate due donne di Premana, che però se la cavarono e vennero rilasciate con la promessa però di non rimettere più piede nel loro paese.

Era difficile tuttavia resistere a lungo alle torture, spesso molto dolorose: legate con le mani dietro e sollevate sulla corda, chiuse nella "Vergine di Norimberga", un armadio con chiodi dentro, stirate sulla "Tavola" e tirate con corde attaccate a braccia e piedi.

Dopo un po' confessavano qualsiasi cosa, e la pena era subito pronta: rogo o impiccagione.

La Marcias si è poi soffermata sulla figura storica della "Pulzella di Orleans", Giovanna d'Arco, e il suo ruolo nelle battaglie contro gli Inglesi, prima di essere catturata e condannata perchè "sentiva le voci degli Arcangeli".

Baroncelli invece ha parlato della "Caccia alle Streghe nell'America puritana", nella seconda metà del Seicento (compreso il famoso processo di Salem), citando verbali e situazioni ben descritte nei Processi dell'epoca.

"La particolarità della "caccia alle streghe - ha sottolineato il prof. - è che non si è limitata a un territorio specifico, ma si è verificata a livello internazionale, sia nei paesi Cattolici (Italia, Francia, Spagna) che in quelli Protestanti (Germania, Inghilterra, America del Nord), soprattutto lungo il corso del Cinquecento e del Seicento, nel pieno delle guerre di Religione.
A chiudere questa fase però ci ha pensato un medico italiano, Girolamo Tartarotti, con un suo libro meno noto di quanto meriterebbe, cioè "Del Congresso notturno delle Lammie", pubblicato a Rovereto nel 1749.
Tartarotti scrisse, in periodo illuminista, che le donne considerate streghe erano probabilmente e semplicemente in preda ad erbe allucinogene, oppure malate di malattie mentali o nervose, che straparlavano di cose inesistenti.
Dopo Tartarotti la "Caccia alle Streghe" si chiuse per fortuna definitivamente.

Ultima modifica il Mercoledì, 26 Ottobre 2022 10:07
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