Ci siamo: domenica notte alle 3 le lancette di tutti gli orologi dovranno essere spostate in avanti di un'ora.
Nell'era digitale fà davvero un po' sorridere il concetto delle "lancette, ma così è, anche se ormai tutto, o quasi, si aggiusta da solo e al mattino quando ci sveglieremo non correremo il rischio di essere in anticipo o in ritardo.
L'ora persa la riguadagneremo il 29 ottobre, tra ben sette mesi, nel frattempo è iniziata la planata verso l'estate e ci aspettano lunghe serate primaverili di luce sino a tardi, ottime per chi vuole gustarsi qualche ora in più per starsene all'aperto ma anche per il nostro portafogli.
Infatti, secondo le stime di Terna, la società che gestisce la rete di trasmissione nazionale, nei sette mesi in cui sarà in vigore l’ora legale l’Italia risparmierà circa 220 milioni di euro, grazie a un minor consumo di energia elettrica pari a circa 410 milioni di kWh che genererà, inoltre, un rilevante beneficio ambientale, quantificabile nella riduzione di circa 200 mila tonnellate di emissioni di anidride carbonica in atmosfera.
Il beneficio economico stimato per il periodo di ora legale nel 2023 è calcolato considerando che il costo del kWh medio per il ‘cliente domestico tipo in tutela’ (secondo i dati dell’ARERA) è, attualmente, pari a circa 53 centesimi di euro al lordo delle imposte. I circa 410 milioni di kWh di minori consumi di elettricità equivalgono al fabbisogno medio annuo di oltre 150 mila famiglie.
Dal 2004 al 2022, secondo l’analisi della società guidata da Stefano Donnarumma, il minor consumo di energia elettrica per l’Italia dovuto all’ora legale è stato complessivamente di circa 10,9 miliardi di kWh e ha comportato, in termini economici, un risparmio per i cittadini di circa 2 miliardi di euro.