Con colpevolissimo ritardo, di cui ci scusiamo con il protagonista dell'impresa, ci occupiamo dell'ultima fatica di Valerio Annovazzi l'ex autista e muratore che dopo essere stato colpito da un paio di infarti una decina di anni fa decise di "fare movimento".
Un taglio netto con il passato che però non lasciava presagire un futuro di un certo tipo: e il "certo tipo" sono stati 5 ottomila, di cui l'ultimo, il Nanga Parbat (la "montagna nuda") che con i suoi 8.126 metri è la nona delle quattordici cime più alte del mondo.
Valerio, originario di Valtorta, già residente a Primaluna e ora a Introbio (ovviamente non in paese ma in una bella baita alla Pezza), si era già tolto la soddisfazione di scalare il Cho Oyu (8.201 m.), il Manaslu (8.156 m.), il Gasherbrum II (8.035 .) e poi il Broad Peak (8.047 m.).
Non tutto è sempre filato liscio per l'intraprendente alpinista che solo un provvidenziale avvistamento gli ha evitato di restare nel 2017 sul Gasherbrum II, come ha raccontato lui stesso dopo lo scampato pericolo.
"La mattina dopo (essere giunto in vetta, n.d.r.) mi sono attardato. Nessuno mi ha abbandonato. Prevedevo di scendere da solo. All’inizio nevischiava, ma poi è arrivata la bufera e non vedevo più. Ero rimasto da solo a 6.500 metri. Ho provato per tre volte a partire. Ma sotto il campo c’è un pendio ripido, in quelle condizioni era impossibile. Facevo venti metri e poi tornavo indietro. Alla fine sono rimasto lì tre giorni seduto a oltre settemila metri senza più nulla da bere e mangiare».
La salvezza è arrivata grazie al fatto che da un'osservazione più attenta della sua tenda alcuni alpinisti videro che era stata un po' aperta e che quindi chi era lì doveva essere vivo.
Così tre alpinisti baschi, Alberto Iñurrategi, Juan Vallejo e Mikel Zabalza, decisero di tentare un salvataggio praticamente impossibile e dopo dodici ore sono riusciti a raggiungere Valerio al campo tre e a salvarlo.
Ovviamente questo "incidente di percorso" non lo ha scoraggiato visto che dopo di ottimila ne ha conquistati ancora due, l'ultimo, il Nanga Parbat, il 3 luglio scorso.
Poco prima di lui ci era arrivato Mario Vielmo, alpinista veneto al 13° Ottomila. Nel tardo pomeriggio sono saliti in vetta con lui anche il veneto Nicola Bonaiti, l’argentino Juan Pablo Toro e il pakistano Muhammed Hussein.
Sembra abbia affermato che questa è stata l'ultima sua impresa, ma prima di crederci aspettiamo che sia veramente così...