L'argomento non è di quelli che, per così dire, scaldano i cuori visto che le vicende della Comunità Montana (addetti ai lavori a parte) sembrano coinvolgere ben poco la popolazione.
Il fatto però che ieri sera l'ente sovraccomunale abbia rinnovato il suo direttivo a più o meno un anno di distanza dalle elezioni amministrative, dovrebbe rivestire un certo interesse.
La nuova giunta è composta dal confermato presidente Fabio Canepari (delegato di Barzio) che sarà affiancato dai due assessori già in carica Dino Pomi (Parlasco) e Michael Bonazzola (Dervio) più le new entry Giuseppe Malugani (sindaco di Margno) e Mauro Gumina (consigliere di Perledo).
Ma più che le annunciatissime presenze di tutti i fedelissimi che il ticket Piazza/Locatelli ha fatto trasbordare da Forza Italia alla Lega, sono state le assenze a farsi notare, e si tratta di assenze pesanti visto che stiamo parlando di Colico, Premana, Introbio, Varenna, Esino, Sueglio, Crandola e Pagnona con Primaluna che, come vedremo, si è astenuta.
Assenze molto "politiche", soprattutto alcune, ed il riferimento è in particolare per Colico, comune a trazione leghista la cui assenza certifica un atteggiamento quantomeno critico sulla gestione della Comunità Montana (e forse anche per altro).
Non va mai dimenticato che Colico, rappresentante con i suoi oltre ottomila abitanti di quasi il 25% dell'intera popolazione comunitaria, ascolta in continuazione le sirene valtellinesi e sarebbe un duro colpo se dovesse un giorno decidere di targarsi Sondrio abbandonando la compagnia lecchese.
Ma se nella Lega ci sono scricchiolii, in Fratelli d'Italia i contrasti sembrano molto più accentuati con due sponde ben individuabili: quella che fa riferimento al mancato consigliere regionale e coordinatore provinciale Fabio Mastroberardino, ritenuta allineata in tutto e per tutto alla corrente del Sottosegretario, e quella che fa riferimento al consigliere regionale eletto Giacomo Zamperini, più indipendente e meno incline ad essere fagocitata da quella stessa corrente.
Nessuna considerazione al momento, invece, per l'altra compagine di centrodestra, ossia Forza Italia che con il coordinatore Gagliardi sta cercando di ricostituirsi sul territorio. Gagliardi ha partecipato anche a una riunione propedeutica al rinnovo del direttivo dovendo prendere atto, visti i risultati, della mancanza di spazi per il suo partito.
Alla fine su venticinque comuni a votare erano in sedici: quindici si sono dichiarati favorevoli, uno l'astenuto nella persona del sindaco di Primaluna Mauro Artusi (la cui appartanenza ad Azione è ben nota).
Artusi, che da quindici anni rappresenta il suo comune nell'assemblea comunitaria, ha lamentato il fatto che, per esempio, due realtà importanti come Primaluna e Introbio non siano mai state coinvolte nelle scelte per il direttivo; ha inoltre chiesto motivazioni sulla mancata nomina di Elide Codega da lui ritenuta persona che ha ben lavorato nel settore dei servizi sociali originando la reazione del sindaco di Casargo Antonio Pasquini che ha sostanzialmente sminuito le "capacità" della sindaca sul tema indicato da Artusi.
La ragione, però, sembra solo squisitamente politica.
Stando a fonti solitamente bene informate, Elide Codega l'estate scorsa avrebbe ricevuto rassicurazioni da parte leghista che avrebbe riottenuto il posto in giunta; nei mesi successivi deve essere evidentemente successo qualcosa visto che alle elezioni regionali Premana ha appoggiato Fratelli d'Italia e, nello specifico, Mastroberardino che poi si è visto sfuggire il posto da consigliere regionale conquistato invece da Zamperini.
L'appiattimento di Mastroberardino sulla linea Piazza (con il quale i rapporti si erano rotti) ha fatto il resto, tenendo fuori Premana da qualsiasi tipo di trattativa (nel frattempo, per la cronaca, Elide Codega veniva nominata in quota Fratelli d'Italia nel consiglio dell'ANCI Lombardia).
Alla fine dei conti oggi la giunta comprende tre leghisti di seconda generazione (nemmeno uno di quelli che già appartenevamo al gruppo del carroccio pre operazione Piazza/Locatelli) più due Fratelli d'Italia e i numeri sono indiscutibilmente dalla sua parte.
Rispetto a un paio d'anni fa, però, la situazione non è più così monolitica come forse qualcuno auspicava, e chissà se per la Valle questo non sia solo un bene.