Presentata ieri, nella eccezionale location della Emilio Mauri di Pasturo, la 58^ edizione della Sagra delle Sagre che aprirà i battenti sabato 12 agosto e chiuderà domenica 20 con la consueta ed attesissima esplosione di fuochi artificiali.
Un tuffo nella storia della Valle e della Sagra quello pensato dagli organizzatori ed al quale Emilio Minuzzo, nipote dell'indimenticato Millo Merlo, ha subito aderito con entusiasmo visto anche il legame tra la sua azienda e la manifestazione ideata da Renato Corbetta nel 1966. La Mauri ha avuto un ruolo importante nell'ascesa della popolarità della kermesse, sia in proprio sia tramite la "sponsorizzazione" dello stand dove il mitico Tognetto, uno di quei personaggi che hanno lasciato il segno su Prato Pigazzi, dispensava la sua eccellente taragna.
Tornando alla presentazione (preceduta da una visita allo stabilimento e alle grotte) di ieri sono intervenuti Ferdinando Pucci Ceresa (amminstratore unico della società organizzatrice), Fabio Canepari (Presidente della Comunità Montana), Giovanni Arrigoni Battaia (Sindaco di Barzio), Pierluigi Artana (Sindaco di Pasturo), Ivan Pensa (direttore artistico), Paolo Rusconi (in rappresentanza del Polisoccorso Bellanese che quest'anno gestirà la sottoscrizione a premi) e Morena Fazzini (presidente di Illumina di Blu Valsassina, assegnataria del Premio Sagra Renato Corbetta 2023). Assente (giustificato) il direttore Riccardo Benedetti.
"Non è più la Sagra di una volta - ha ribadito Ceresa raccogliendo uno degli slogan più gettonati sui social degli ultimi anni - ma non per questo ha perso il suo valore".
Mantenendo, aggiungiamo noi, i suoi punti fermi, in primo luogo il periodo (ci fu un tempo in cui veniva chiesto di spostarla a settembre), poi l'ingresso e il parcheggio gratuito (poche o nessune fiere ormai lo offrono), un servizio ristorante organizzato per accogliere migliaia di persone al giorno, spettacoli serali, eventi sportivi e culturali e la sottoscrizione a premi che va a beneficiare associazioni del territorio. Negli anni, poi, si è aggiunta l'apertura del Museo della Fornace e grazie (anche) alla Sagra migliaia di visitatori hanno potuto conoscere e apprezzare la nostra storia e le nostre bellezze naturali.
E non finisce qui, perchè la pubblicità alla manifestazione e, di riflesso, alla Valsassina, induce decine di migliaia di persone a programmare una gita che non si esaurisce con la passeggiata tra gli stand ma si estende ad altri luoghi beneficiandone le economie dell'accoglienza.
Quindi, se è vero che il trascorrere del tempo e i cambiamenti intervenuti hanno fatto sì che la Sagra non sia più quella di una volta, è altrettanto vero che la sua forza di attrazione, pur recitando un copione stranoto, non ha mai perso forza.
Nemmeno nei periodi più bui della pandemia (oggi totalmente archiviata) Ceresa e i suoi collaboratori si sono persi d'animo: hanno rispettato le regole quando altri alzavano bandiera bianca, dato speranza a decine di espositori che da mesi non lavoravano ed offrendo alla gente un motivo di distrazione dal diluvio di cattive notizie che ogni giorno si abbatteva sulle vite di noi tutti.
Non fu, quella del 2020, un'edizione memorabile per affluenza, ma fu la dimostrazione che se hai radici solide (e la Sagra ne ha da vendere) e persone con i giusti attributi l'impossibile diventa meno impossibile.
Tornando all'oggi tutto quanto abbiamo scritto rappresenta il riassunto (allargato) delle parole ascoltate in conferenza stampa dove si è passati dalla presa d'atto del cambiamento dei tempi alla constatazione del valore intrinseco della manifestazione e della sua capacità di creare movimento a vantaggio di tutto il territorio.
Nei prossimi giorni torneremo a parlarne perchè è doveroso dedicare il giusto spazio alle finalità della sottoscrizione a premi gestita dal Soccoro Bellanese e al Premio Sagra che verrà consegnato il giorno dell'inaugurazione (annunciata la presenza dell'assessore regionale alla montagna Massimo Sertori) all'associazione Illumina di Blu Valsassina, attiva da anni nel delicatissimo ambito dell'autismo.
Da raccontare anche gli spettacoli serali (Ivan Pensa ha predisposto un programma molto "rock") e gli eventi collaterali.
Insomma, anche quest'anno la Sagra farà parlare e scrivere molto di sè e lascerà il segno, come sempre, nell'estate valsassinese.