Nei giorni scorsi Colico, il più grosso centro della nostra Comunità Montana con i suoi oltre 8.000 abitanti, è stato "scosso" da una proposta portata avanti da un gruppo locale (i cui responsabili non sarebbero stati ancora pubblicamente ben identificati) che avanza l'ipotesi dell'abbandono della provincia di Lecco per abbracciare quella di Sondrio ed entrare anche politicamente oltre che geograficamente in Valtellina.
Le reazioni ufficiali sono state sino ad ora tutte negative, ma sarebbe da miopi considerare solo come "provocatoria" un'idea non priva di suoi fondamenti, così come, d'altro canto, potrebbe nascondere interessi politico-economici di varia natura.
Che però Colico sia un paese di frontiera (geograficamente parlando) per il lecchese ed uno snodo cruciale per il sondriese è lì da vedere, e se a questo si aggiungono i "privilegi" che caratterizzano l'appartenenza a quel territorio, è chiaro che la questione è destinata (giustamente) a far discutere.
Per quanto riguarda casa nostra, c'è da evidenziare come Colico con i suoi abitanti rappresenti attualmente circa il 24% della popolazione della Comunità Montana, un dato che deve far riflettere.
Tra i "no" all'ipotesi registriamo quello di Confcommercio Lecco che ha diramato il seguente comunicato stampa dai toni molto duri.
Colico in provincia di Sondrio e affaccio sul lago per la Valtellina? La proposta elaborata da un Comitato locale ha acceso le fantasie e le discussioni su una ipotesi non certo nuova. Di fronte a questa prospettiva, Confcommercio Lecco ha una posizione nettamente contraria: "Premesso che gli obiettivi di questa operazione non sono ancora chiarissimi e che siamo tutti d'accordo sul fatto della valorizzazione dei brand "Como Lake" e "Valtellina", non capiamo quali possano essere i vantaggi per Colico, per le sue imprese e per i suoi residenti - evidenzia il presidente di Confcommercio Lecco, Antonio Peccati - Mi sembra tanto una boutade di inizio autunno, una operazione a tavolino fatta per confondere i colichesi, un giochino politico per strizzare l'occhio a certi interessi". E aggiunge: "Le potenzialità di Colico, in primis in chiave turistica e di attrattività, sono sotto gli occhi di tutti, così come è evidente che il Lecchese possa fare di più per i paesi dell'Alto lago. Ma un conto è cercare sinergie e migliorare il dialogo tra territori, un altro è mettere in campo una operazione che punta a dividere. Mi auguro che se questa "suggestione" dovesse proseguire i colichesi sappiano valutare i vantaggi del rimanere legati alla Provincia di Lecco, evitando di cascare in un tranello politico così ben confezionato. Perchè si tratterebbe di una operazione senza alcuna utilità reale per imprese e residenti".