In questi ultimi anni, complici anche e soprattutto le gesta di grandi atlete come Vittozzi e Wierer e le mitiche telecronache firmate Ambesi-Puppo su Eurosport, i "seguidores" del biathlon sono aumentati in modo esponenziale.
Le gare sono quasi sempre appassionanti (a parte alcune vinte per "dispersione" come il buon Max usa dire) e spesso e volentieri sono in bilico fino all'ultimo colpo, lasciando così sempre una certa suspense nel telespettatore.
Francamente non riesco a capacitarmi di come gli atleti possano trovare la concentrazione, la calma, il sangue freddo e tutto quanto il resto per centrare un bersaglio dopo aver spinto gli sci stretti a ritmi indiavolati: ma, ovviamente, loro sono atleti da pista, io nemmeno un ex atleta da divano.
Ma perchè vi parlo del biathlon in questa nuvolosa e un po' malinconica mattina di gennaio?
Perchè ieri sul suo canale social, dove da sempre esalta le bellezze e le opportunità del luogo che ama di più (i Piani di Bobbio), il Natalino (Arrigoni, ma non sarebbe nemmeno necessario specificarlo) ha informato il mondo che sulla "Rododendri" (che è la "sua" pista di fondo) chi vorrà potrà cimentarsi e divertirsi con "la nuova attrattiva e spettacolare disciplina", ovvero proprio il biathlon (specialità che, lo ricordo ai meno attenti, anche sua figlia Alessandra ebbe modo di praticare).
"E, ma i fucili, sparano davvero?", si chiederà qualcuno.
A parte che i biathleti non usano fucili ma carabine, il Natalino ha la giusta risposta: "sono al laser, assolutamente non pericolose ed utilizzabili anche dai ragazzini".
Che dire? Come sempre "Bravo Natalino!", e che gli dei (e le dee) della neve siano sempre con te.