IL PONTE
Oggi si chiamerebbe "Ponte tibetano" e farebbero pagare per passarci sopra.
Oggi si chiamerebbe "Ponte tibetano" e farebbero pagare per passarci sopra.
La solidarietà delle penne nere si alimenta anche quest’anno con la campagna “Panettone e pandoro degli alpini”. I prodotti di ottima qualità sono proposti in una confezione esclusiva in latta, da collezionare.
Questa mattina anche a Introbio era presente un banco vendita.
Il ricavato sarà devoluto in opere di solidarietà.
Brigolda, Cortenova, dove sono nato.
E non chiedetemi cosa significhi: non lo so, non l’ho mai saputo.
È Brigolda e basta, senza tante filosofie di mezzo.
E in Brigolda, a Cortenova, trovate una porta di ferro.
Quella porta vi apre al mondo della Fusina dol Gaget.
Nel seminterrato della Fusina dol Gaget
Ora è del Gaget figlio, prima era del Gaget padre, il "vero" Gaget, chiamato così perché nato in Gacc, una specie di dependance della Villa de’ Vecchi quella che dove sono nato tutti chiamano “Il Palazzo” e che oggi è diventata una sorta di santuario diroccato utile solo ad una congregazione di idioti che ne celebrano i falsi misteri.
Lì, in Gacc, ll Gaget (padre) nacque nel lontano 1915, dopodiché attraversò qualche guerra fino a quando, stufo di girare da un fronte all’altro, chiese ad un suo amico medico, tale Gian Todeschini cui è dedicata anche una via a Barzio e la cui famiglia era proprietaria dell’altra (per fortuna ancora in ottime condizioni) Villa di Cortenova, di escogitare un sistema per farsi esonerare dal servizio.
Fu doloroso (un’ustione sulla gamba) ma funzionò, per cui il Gaget (padre) dovette inventarsi un lavoro e così iniziò a riparare serrature di tutti i tipi e, in generale, lavorare di fabbro.
La Fusina dol Gaget venne poi ereditata dal Gaget (figlio) che era ovviamente cresciuto a pane, ferro e fuoco e conosceva tutti gli angoli del mestiere che in seguito divenne il suo passatempo preferito.
Lui, infatti, ha sempre lavorato da un tirabagia del Lecchese dedicando il tempo libero a inventare nella Fusina che il papà gli aveva tramandato.
Ora, dare una definizione alla Fusina dol Gaget può apparire complicato.
Invece non lo è: la Fusina dol Gaget altro non è che il Museo della nostra Memoria, anzi, dei piani alti della nostra Memoria.
Quella porta in ferro si apre su un mondo ai più sconosciuto, un universo di oggetti che sembrano prendere vita mentre li osservi, una galassia di ricordi e cimeli del passato che ti riportano indietro sino al Big Bang dell’economia delle nostre contrade.
Altra parete nel seminterrato della Fusina dol Gaget
Quando risali dal seminterrato della Fusina dol Gaget ti sembra di aver viaggiato nel tempo: per cui è difficile, nel momento in cui riemergi, accettare che la realtà, e soprattutto, l’età, sia un’altra.
Sono entrato nella Fusina dol Gaget perché un giorno il Gaget mi ha fermato e mi ha apostrofato con un “Violtri” che non lasciava scampo.
“Violtri” che scrivete e siete intelligenti magari non sapete. E aveva ragione, porca miseria se aveva ragione!
Dopo il “Violtri” ho promesso che sarei tornato e così ho fatto rendendomi conto (ancora una volta) che dalle nostre parti vive e prospera una Cultura che non conosciamo e che nell’oscurità (e, credetemi, la Fusina dol Gaget è tutto tranne che luminosa) abitano artisti che creano capolavori nel tentativo di tramandare sapienze e valori alle generazioni future.
Questo a patto che i tanti "Violtri" (e il sottoscritto è in prima fila) se ne rendano conto.
Riproduzione di una antica fusina
Dalla Fusina dol Gaget esci con molta malinconia e una certezza: la Cultura, in generale, potrai anche fartela sui libri, ma la “nostra” Cultura, quella che ci ha fatto diventare grandi, quella che ha fatto la Storia di questa Valle, te la fai solo aprendo qualche anonimo portone in ferro.
Come ho fatto io in Brigolda, Cortenova, a pochi metri da dove sono nato.
Se vi capita fatelo anche voi. Ne resterete stupiti.
Il Gaget con una delle sue ultime opere: lo stemma comunale di Cortenova
Il Drago. Il suo posto è vicino al forno nella Fusina dol Gaget
Nella mattinata di ieri, sabato 17 dicembre 2022, verso le ore 10:40, alcuni tecnici della Stazione di Valsassina - Valvarrone del Soccorso alpino, XIX Delegazione Lariana, mentre si trovavano già nella zona dell’Alpe Paglio, territorio del comune di Margno, hanno soccorso un ragazzo di 24 anni che aveva avuto un malore.
Tra i nostri tecnici c’era anche un sanitario, che ha potuto valutare immediatamente le condizioni del giovane e quindi trasmettere le informazioni in tempo reale alla centrale della SOREU dei Laghi.
Sul posto per il recupero anche l’elisoccorso di Milano di Areu - Agenzia regionale emergenza urgenza, che ha trasportato il ragazzo in ospedale. L’intervento si è concluso intorno a mezzogiorno.
Nelle nostre squadre, per gli interventi via terra vi sono medici e infermieri di elevata professionalità, certificati dalle Scuole del Cnsas e abilitati a operare in ambiente impervio e ostile.
Sarebbero quattro le auto che hanno preso fuoco stanotte in un parcheggio di Baiedo.
Ancora sconosciute le cause dell'incendio ricondotto, secondo i primi accertamenti, ad un problema elettrico e non ad un'azione delinquenziale.
L eindagini, comunque, sono in corso.
La Valsassina è nota per i suoi prodotti caseari. I Formaggi Carozzi sono una specialità di qualità apprezzata anche all'estero.
Anche questo anno sono tra i nostri DONI SOLIDALI natalizi a favore della formazione e del lavoro di donne e giovani artisti, artigiani e creativi del Camerun.
Ci sono due possibilità: il cofanetto mignon e la confezione grande. Online puoi vedere cosa contengono i box.
Guarda il nostro sito, ordina i tuoi doni. Puoi aiutarci anche organizzando un banchetto o delle vendite a scuola o in ufficio. Contattaci!
I dettagli sul nostro sito > www.coeweb.org/dono-solidale-2022-le-specialita.../
La notizia è arrivata da poco a conclusione del vertice tenutosi in Prefettura: ANAS ha comunicato che il raccordo Lecco - Ballabio riaprirà il prossimo 10 gennaio.
Finalmente, dopo una settimana di calvario, una buona notizia per tutti.
Non solo, perchè sono state anche abolite le fasce orarie di salita e discesa dei mezzi pesanti: si torna all'antico con i movieri a Laorca e alla Camera di Commercio presenti dalle 7 del mattino alle 9 di sera che daranno il via libera ai camion evitando pericolosi incroci.
Se i tempi venissero rispettati la chiusura durerebbe solo un mese e non 45 giorni come preventivato, una sorta di record se guardiamo ad altre situazione simili. Evidentemente ANAS è stata più che sollecitata da tutte le istituzioni lecchesi e valsassinesi affinchè procedesse al ripristino della viabilità nel minor tempo possibile.
Ci riuscirà? Aver messo un termine è come averci messo la faccia e con i tempi che corrono non è episodio di poco conto.
Il traffico pesante dovrebbe subire un drastico rallentamento in occasione delle festività natalizie e di fine anno per cui i flussi turistici non dovrebbero risentirne particolarmente e questa è un'altra eccellente notizia in considerazione del fatto che tutti si attendono due settimane di pienone in Valle e nelle nostre località di montagna.