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Valbiandino.net : notizie dalla Valsassina e non solo...

Domenica, 19 Maggio 2024 08:58

OL CANTON DI BALL

A Lecco, come molti di voi certamente sanno, esiste "el Cantun di Ball", luogo simbolo del chiacchiericcio e del pettegolezzo del nostro capoluogo di Provincia, quel bel borgo perennemente in cammino verso il diventare città.

Ma i "canton di ball" (con una leggera differenza dialettale valsassinese) ci sono e abbondano anche dalle nostre parti.

Sono le piazze, i sagrati, i tavolini dei bar, le vie, i vicoletti, i negozi, perfino i cimiteri: insomma, qualsiasi posto dove la gente si può ritrovare a "cascià ball", raccontandosi alcune verità, molte (nella maggior parte dei casi) innocenti bugie e qualche volta per non dire spesso anche balle belle e buone.

Una delle affermazioni più famose che riempiono l'aria dei vari "canton di ball" sparsi per la verdeggiante Valsassina (sempre che la si riprenda senza capannoni, come mi ha fatto notare l'amica Chiara) è senz'altro "Tel disi mì".

Di fronte ad un perentorio "Tel disi mì" generalmente franano tutti i dubbi, perchè "tel disi mì" è la somma finale di una serie di ragionamenti, l'estuario di un fiume di parole che magari inizia da una sorgente di realtà ma poi finisce inesorabilmente per raccogliere mille affluenti di "i me l'ha dicc" perdendo qualsiasi credibilità. 

A meno che, come scritto, il tutto finisca con un bel e forte "tel disi mì".

Ora, in questi tempi di scoppiettanti campagne elettorali in molti paesi,  i "tel disi mì" e i canton di ball di tutta la Valle sono nel pieno della loro potenza e pullulano di torrenti di "notizie" in piena.

Tutti hanno le loro verità, le loro storie, i loro esempi, i loro "me la dicc" magari riferendosi a qualcuno che, a sua volta, lo ha sentito da un altro, il quale lo aveva ascoltato da un altro ancora, e quell'altro ancora se lo era solo immaginato.

Ma tornando alle campagne elettorali, può succedere che nessuno degli attori che recitano nei canton di ball abbiano mai messo piede, per esempio, in un consiglio comunale, consultato l'albo pretorio, chiesto informazioni alla fonte corretta; insomma, la maggior parte di questi interpreti del "i me l'ha dicc" non hanno molta dimestichezza con l'argomento che trattano. Morale, ignorano molto dell'argomento di cui stanno discutendo, e magari sono proprio quelli dell'ultimo, decisivo, incontestabile (e ignorante) "tel disi mì".

Poi ci sono quelli che vengono pagati per scrivere le sceneggiature che vengono recitate sul palcoscenico del canton di ball, tipi loschi abilissimi nel mischiare le carte e dare quelle che vogliono loro per aumentare il tasso di ignoranza e nascondere le verità, magari per invidia, per puro odio, per interessi che vanno dalla politica all'economia e addirittura allo sport.

E, credetemi, questi sono i personaggi più pericolosi nei cui confronti esiste una sola medicina: non prendere mai per oro colato quello che invece è uranio impoverito utilizzato per costruire pallottole da inviare su commissione contro Tizio, Caio e magari anche, perchè no?, Sempronio.

Conclusione?

"Ogni persona libera, ogni giornalista libero, deve essere pronto a riconoscere la verità ovunque essa sia. E se non lo fa è, (nell’ordine): un imbecille, un disonesto, un fanatico" (Oriana Fallaci).

 

 

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Domenica, 19 Maggio 2024 08:55

DON STEFANO COMMENTA IL VANGELO DELLA SOLENNITÀ DI PENTECOSTE

in Cultura

“Se mi amate…”. Gesù desidera che tra lui e i discepoli ci sia un rapporto di amore, un rapporto di amore vero e niente altro. Chiede che si renda esplicito ciò che dovrebbe essere ovvio. Dona amore e chiede amore. Lui ama i suoi discepoli. Poco prima, nel capitolo 13, Giovanni introduce il gesto della lavanda dei piedi con queste parole: “avendo amato i suoi che erano nel mondo li amò sino alla fine”. Lui ama, e i suoi discepoli? Lo amano? E come possono amarlo davvero? Obbedendo ai suoi comandamenti. Sappiamo che Gesù, così ricorda l’evangelista Giovanni, li riassume in uno solo, nuovo: amatevi come io ho amato voi. “Osservare” significa aver cura, custodire, praticare i comandamenti, preoccuparsi di vivere secondo la volontà di Gesù. I discepoli come risposta d’amore all’amore i Gesù devono aver cura quindi di vivere il comandamento nuovo.

È una cosa commovente. Chiede amore e dice che glielo si può donare amandoci tra noi. Così afferma in modo inequivocabile che l’amare è tutto, l’amare salva, che l’amare è il senso della vita. Per me questa è una cosa sorprendente. Si sente amato se noi ci amiamo tra noi.

E’ tutto ciò che, credo, di fatto e da subito ha proposto con tutta la sua vita ad ogni uomo. Chiedeva di amare: di amarlo, di amarlo amandosi tra loro e offrendo amore a tutti. Niente di più di questo. Forse anche solo questo perché, alla fine, tutto in lui conduceva lì, tutto ciò che annunciava e proponeva conduceva lì. Vi do un comandamento nuovo: amatevi come io vi ho amato.

Hanno camminato insieme per le strade del mondo offrendo e proponendo amore come e con Gesù, lui era accanto a loro per renderli davvero capaci di farlo. Con le parole e soprattutto con l’esempio, offrendo loro la possibilità di farne abbondantemente esperienza. Certo che con lui accanto tutto era più facile. Con la vicinanza, con l’esempio, con tanti richiami difendeva in loro la scelta di fare della propria vita un atto d’amore.

Amare. Questo avrebbero dovuto fare sempre e ovunque. Fratel Arturo Paoli diceva che il senso della vita per lui era “amorizzare il mondo”, riempire d’amore tutto il mondo. Che comunione con il respiro, i sogni, le speranze di Gesù! Osservare i comandamenti propriamente significa aver cura, preoccuparsi di vivere i comandamenti nell’unico grande comandamento.

Possiamo comprendere il meraviglioso dono dello Spirito Santo. Gesù non sarà accanto fisicamente ai suoi discepoli ma sarà in loro nel dono dello Spirito Santo. Come l’altro consolatore, in loro, nel loro intimo, difenderà in loro la decisione, la scelta e la capacità di amare, di mettere amore in ogni cosa. Grazie all’azione intima in loro dello Spirito Santo i discepoli sapranno che l’amore è la verità di Dio, la verità di loro stessi e del senso del loro esistere, da custodire e da praticare.

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Sabato, 18 Maggio 2024 09:46

DALL'UNIVERSITA' DI ZURIGO A INTROBIO PER STUDIARE IL NOSTRO DIALETTO

Un paio di mesi fa in Comune a Introbio riceviamo una mail inviata dall'Università di Zurigo il cui contenuto ci ha subito incuriosito: l'illustre istituzione della vicina Confederazione chiedeva di poter incontrare un "informatore o un'informatrice di età superiore ai sessant'anni" con "buona padronanza del dialetto del paese e anche una certa conoscenza dei termini della vita rurale".

Il primo pensiero è stato "perchè proprio Introbio?", il secondo quello di trovare la persona adatta, il terzo di combinare l'incontro.

Trovata la persona adatta nel nostro stimato concittadino Battista Motta e combinato l'incontro, abbiamo infine avuto il piacere di ospitare in Villa Migliavacca due ricercatori, Giuditta Avano e Adriano Salvi, che hanno soddisfatto la prima nostra domanda per rispondere alla quale, però, bisogna fare un salto indietro nel tempo di cento e più anni, anzi, per la precisione, al settembre del 1920.

Siamo venuti così a conoscenza che eravamo stati coinvolti nel progetto "AIS, the digital turn" (finanziato dal Fondo Nazionale Svizzero per la ricerca scientifica) che, come si legge nella lettera di presentazione, "mira ad analizzare l'evoluzione nel tempo di 50 varietà lombarde, in Lombardia e Piemonte Orientale, attraverso il confronto fra il materiale raccolto negli anni Venti del Novecento per l'Atlante linguistico-etnografico dell'Italia e della Svizzera Meridionale e i nuovi dati raccolti a cento anni di distanza".

Stiamo parlando di 1705 mappe che "forniscono un quadro dettagliato di 407 dialetti così com'erano parlati tra il 1919 e il 1928".

In quei lontani anni Venti, i ricercatori elvetici scelsero - per motivi legati alla geografia ed alla statistica - una serie di località distribuite tra Lombardia e il Piemonte orientale (dove il dialetto lombardo è diffuso) tra le quali, al numero 234, figurava proprio Introbio, scelto per la sua collocazione centrale rispetto a tutta la valle e per l'importanza che rivestiva nella geopolitica dell'epoca (per la cronaca, l'unico altro paese del nostro territorio dove la ricerca venne effettuata fu Colico).

Ma come abbiamo fatto a risalire con precisione al settembre del 1920? Perchè sul sito del progetto abbiamo trovato alcune foto datate il 18 settembre di quell'anno (non di grande risoluzione purtroppo) che abbiamo il piacere di pubblicare.

Morale: i simpatici e preparatissimi ricercatori (il cui coordinatore è il Prof. Michele Loporcaro, ordinario di linguistica storica italiana a Zurigo) si sono seduti nel salone del Comune dove campeggia l'affresco della Valbiandino assieme a Battista Motta e l'hanno sottoposto ad una serie di ben 1.720 "domande" facendolo tradurre dall'italiano al dialetto una marea di vocaboli riguardanti un po' tutti i campi lessicali.

In un giorno e mezzo Giuditta Avano e Adriano Salvi hanno inserito nei loro computer la voce di Motta (opportunamente dotato di sofisticato microfono) e aggiornato il vocabolario che risaliva al 1920: già, perchè le domande erano praticamente le stesse che i loro lontani predecessori avevano posto a non sappiamo chi sempre a Introbio.

Alla fine i ricercatori hanno ringraziato il Comune e soprattutto il signor Battista Motta per la pazienza, la disponibilità e la competenza con cui li ha aiutati nel loro lavoro. 

Da parte nostra, invece, il ringraziamento va a loro, all'Università di Zurigo ed al Fondo Nazionale Svizzero per la ricerca scientifica che tanto ha a cuore il tramandare nei secoli (perchè è proprio così) la cultura del nostro dialetto e, in definitiva, la nostra storia.

 

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Sabato, 18 Maggio 2024 09:12

UNA BELLA E PROFONDA RIFLESSIONE SUL GEMELLAGGIO TRA LA VALSASSINA E LA ROCHE VINEUSE

in Cultura
Se dovessi riassumere con una frase il significato del gemellaggio, credo che sceglierei: costruzione di ricordi.
Domenica i nostri gemelli francesi hanno lasciato la Valsassina dopo avere trascorso in nostra compagnia quattro giorni intensi, sereni, indimenticabili. Descrivere il senso di ogni incontro, risulta arduo perché ciò che lo caratterizza è sempre dominato da un susseguirsi di emozioni e delimitare la forza dei sentimenti e tradurla in parole diviene difficile , soprattutto quando le sensazioni sono forti, vivide, tangibili.
Bisogna vivere questa esperienza per poter comprendere quanto sia grande il bagaglio di impressioni che regala.
L’attesa del loro arrivo scaturisce già di per sé un enorme trepidazione. Mentre le bandiere delle due terre volano nell’aria i cuori traboccano di sorpresa, di speranza, di pulsazioni che in preda al desiderio di ritrovarsi, battono all’impazzata. E mentre l’animo aspetta, gli occhi si bagnano di lacrime di gioia. Quando finalmente l’abbraccio si materializza lo spirito ne esce appagato, vincitore indiscusso e nuovamente ricco dopo un lungo tempo di assenza.
Sembrerà forse tutto troppo amplificato, ma l’emozione che rinasce dopo avere ritrovato i propri ospiti stranieri è veramente sorprendente. Ci si ritrova eppure si ha l’impressione di non essersi mai lasciati per davvero. L’amicizia è un sentimento potente e bisogna sapere cogliere ogni piccola sensazione che regala. La famiglia si allarga ed è tutto più semplice. Poco conta la scelta della tovaglia per vestire la tavola, indifferente l’uso di servizio delle feste , vettovaglie ricercate, piatti prelibati e intingoli gustosi. Sedersi allo stesso tavolo, anche se lo spazio è limitato, diviene una gioia. Le parole, scambiate con intensa partecipazione, a volte dette nella nostra lingua, a volte nella loro, a volte mimate a gesti , sono la vera essenza del pasto consumato in buona compagnia. Ci si racconta e si impara ad ascoltare. La vita rallenta ed il ritmo frenetico che ci costringere ad affrontare ogni giorno con la fretta va pian piano scemando.
Ci si guarda negli occhi e si comprende che anche il silenzio sa narrare preziosi aneddoti segreti. Riscoprire il senso dell’unione e della condivisione è un tesoro che ristora lo spirito. Quanto è bello sorridere? Al mattino , prima della colazione, ci si bacia con un sorriso sincero che per pur quanto piccolo sia avrà la forza di accompagnare l’intera giornata.
Si riscopre la purezza dei sentimenti, quelli belli, quelli che commuovono e che troppo spesso invece vengono trascurati. Nella quotidianità frenetica si perde il vero senso dell’esistenza, si scorda la purezza di una sana risata improvvisa, si dimentica di quanto sia affascinante lo sguardo della gente, si sottovaluta la fortuna di una tenace stretta di mano, non si dà il giusto valore alla tenerezza di un abbraccio. Nella vita di tutti i giorni la memoria è focalizzata su doveri e compiti che non lasciano il meritato spazio alle emozioni.
Trascorrere il tempo con i nostri gemelli riporta alla memoria la semplicità e il vigore della vita, una vita che magicamente viene impostata su un tempo più lento, una vita che inquadra le energie delle virtù, una vita che si maschera di gioia e serenità.
È un continuo scambio di informazioni, di curiosità, di notizie. È un susseguirsi di nozioni che allargano la nostra conoscenza. Si impara e si insegna, si dona e si riceve. Alla pari in egual modo. Nell’accompagnare il gruppo durante le visite programmate, si riscoprono territori ed usanze che ci appaiono come nuove perché viste attraverso i loro sguardi, perché ascoltate con la loro attenzione. Così le nostre montagne tornano ad apparirci maestose e imponenti, costellate di verdi mantelli, la nostra valle si mostra nella sua intera bellezza e i paesaggi tornano a parlarci di storie lontane.
Ecco cosa rappresenta il gemellaggio, una continua e gratificante scoperta, una imperdibile opportunità per spolverare quei sentimenti che troppo spesso lasciamo in sordina, nascosti dal cumulo di incombenze che ci costringono alla corsa dell’esistenza.
Porterò nel cuore questi giorni, li fermerò nella memoria con gelosia ed orgoglio. Lascerò che i ricordi facciano capolino senza alcun preavviso regalando all’anima il sapore intimo dell’affetto e della forza che questa grande amicizia ha creato.
 
Sara Tantardini
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Sabato, 18 Maggio 2024 09:09

DOMANI A PRIMALUNA LA GIORNATA DEL VERDE PULITO

L’Amministrazione Comunale, come proposto da Regione Lombardia, rinnova l’appuntamento annuale con la Giornata di Pulizia e riordino del territorio, in modo particolare lungo le sponde del Torrente Pioverna e le Aree Verdi del nostro Comune.
L’invito è rivolto a tutta la popolazione e alle Associazioni locali, che sempre hanno contribuito con il loro lavoro al successo di questa iniziativa.
Ci incontreremo alle ore 7.00 presso il Ponte Pioverna a Primaluna, per pianificare gli interventi e dividerci le mansioni.
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Venerdì, 17 Maggio 2024 14:25

A GIUGNO NUOVI CORSI DI ARRAMPICATA ALLA CASA DELLE GUIDE DI INTROBIO GRAZIE A MOUNTAIN DREAM

Si è appena concluso il nostro corso di arrampicata base e i risultati sono sono stati strepitosi con un gruppo di ragazzi super motivati, che hanno divorato metri e metri verticali senza sosta, il tutto arrampicando da primi di cordata dimostrando competenze e consapevolezza al pari di climber molto più navigati.
 
I nostri corsi continuano su GIUGNO con il corso di ARRAMPICATA SERALE ogni MARTEDÌ E GIOVEDÌ dalle 17-21 presso la nostra sede della CASA DELLE GUIDE di Introbio.
 
Scopri maggiori dettagli sul nostro sito:
 
 
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Venerdì, 17 Maggio 2024 10:00

DALLA REGIONE OLTRE TRE MILIONI DI EURO PER SOSTENERE I COMPRENSORI SCIISTICI

Sono 3,18 i milioni messi a disposizione dalla Giunta della Regione Lombardia per gli impianti di risalita e le piste da sci dei comprensori lombardi per le stagioni 2024 e 2025. Lo ha comunicato il sottosegretario alla Presidenza con delega a Sport e Giovani.

Impianti di risalita e piste da sci, fondi e obiettivi

“L’obiettivo – ha spiegato il sottosegretario – è quello di sostenere la gestione delle piste da sci nei comprensori sciistici lombardi dotati di impianti di produzione di neve programmata”.

Destinatari

I destinatari sono i soggetti pubblici o privati gestori di impianti e di piste da sci innevate artificialmente, presenti sul territorio lombardo.

Risorse

Le risorse disponibili ammontano 3.182.297 euro, di cui: 1.382.297 euro per l’innevamento 2024 e 1.800.000 euro per l’innevamento 2025.

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