VALBIANDINO.NET

Valbiandino.net : notizie dalla Valsassina e non solo...

Martedì, 25 Maggio 2021 16:31

PROVINCIA: ECCO IL BANDO PER LA GESTIONE DELLE ROTATORIE

La Provincia di Lecco ha pubblicato il bando per l’affidamento in gestione degli spazi presenti all’interno e degli spazi limitrofi alle rotonde poste lungo le strade provinciali  per l’anno 2021.

La scadenza del bando è fissata al 5 luglio 2021.

Finalità di questo bando è di assicurare agli interessati, enti di diritto pubblico e soggetti privati, la possibilità di collaborare direttamente con la Provincia nella cura degli spazi all’interno e di quelli limitrofi alle rotatorie ubicate lungo le strade di competenza provinciale, riconoscendo al gestore un ritorno d’immagine grazie all’esposizione di cartelli pubblicitari.

Leggi tutto...
Martedì, 25 Maggio 2021 14:34

MOTTARONE, NON SIA UN DEJA VU DEL CERMIS

Le prime pagine dei quotidiani, lcd, oled o cartacei che siano, parlano da due giorni della tragedia del Mottarone. E da due giorni titoli e immagini suscitano ricordi carichi di tristezza. Immagini di altri tempi, altri giornali, altri schermi sui quali scorrevano figure quasi annebbiate, dai profili imprecisi, dai contorni vaghi e tremuli. L’alta definizione doveva attendere decenni prima di poterci imporre l’algida nettezza del 4k. Ma il déjà vu non concede scampo e supera in nitidezza ogni tecnologia possibile, rivelando con spietata coazione come tutto passi senza che nulla cambi davvero. Sì, il Mottarone come il Cermis. Chi ha i capelli bianchi ricorderà certamente la più grave sciagura funiviaria della storia italiana. Anche allora, il 9 marzo 1976, a Cavalese, in Trentino Alto Adige, un cavo si spezzò facendo precipitare nel vuoto una cabina con 43 persone a bordo. Anche quel giorno, crudele coincidenza, un solo superstite. Anche quel giorno un cavo si spezzò insieme a 42 vite. Anche quel giorno, come ieri, partì immediatamente la caccia alle responsabilità. Anche quel giorno nessuno nutriva troppe illusioni: alla fine avrebbe pagato solo Pantalone. E così fu.

Anche se cause e colpe della tragedia furono ben individuabili fin dai primi giorni dell’inchiesta e indicavano la società che gestiva l’impianto e stabiliva le modalità operative. Un avvocato di parte civile, al processo svoltosi a Trento, denunciò senza mezzi termini un “uso selvaggio degli impianti e del personale.” Per accelerare il trasporto a valle degli sciatori dalle piste del Pian dei lares, infatti, il manovratore disinserì tutti i dispositivi automatici di sicurezza e aumentò la velocità dell’impianto. Erano le 17.45. Nei pressi di un pilone l’operatore, un dipendente delle Poste in secondo lavoro e dunque sprovvisto del necessario patentino di abilitazione, agì bruscamente sul freno. La cabina oscillò con forza più volte, avanti e indietro. La fune traente allentata si sovrappose alla portante e si incastrò nelle pulegge del pilone.

La cabina proseguì la sua corsa accelerata nel buio verso le luci del fondo valle. E la tragedia fu inevitabile. La fune portante si spezzò a causa della temperatura altissima prodotta dal cavo trainante che scorreva veloce. Le perizie rileveranno in seguito una precisa zona di fusione nel punto di attrito. Un taglio netto. Dopo un salto di 200 metri le tre tonnellate del carrello che sosteneva la cabina produssero l’effetto di un gigantesco maglio. Fra le lamiere 42 morti. Tre anni dopo una sentenza della Cassazione addossò la colpa dell’accaduto al manovratore ignorando qualsiasi altra responsabilità. La madre di una delle vittime mandò ai giornali una lettera aperta nella quale denunciava come siano “…anche sentenze come questa ad erodere quella fiducia nelle istituzioni di cui si lamenta oggi il declino e a dare l’immagine di una giustizia, come diceva il presidente Pertini, troppo spesso «forte con i deboli e debole con i forti».” Anche i 14 morti del Mottarone attendono giustizia. Vedremo.

Elio Spada

Leggi tutto...
Martedì, 25 Maggio 2021 08:57

Biblioestate 2021: proposte di lettura per bambini e ragazzi

in Cultura

Una serie di titoli consigliati per le fasce di età 6-10 anni e 11-14 anni

Anche quest’anno le biblioteche associate al Sistema Bibliotecario del Territorio Lecchese propongono Biblioestate 2021, progetto di promozione della lettura rivolto alla fascia d’età 6-14 anni.

"Il Sistema Bibliotecario rilancia un'apprezzata proposta dedicata ai bambini e ai ragazzi del nostro territorio - spiega Simona Piazza, presidente del Sistema Bibliotecario del Territorio Lecchese - con due ricchi cataloghi che offrono alle famiglie consigli di lettura per il periodo estivo, affinché i giovani possano continuare nel loro percorso di crescita anche in questo modo. Particolarmente significativa la selezione dedicata alla fascia 11-14 anni, perché mira a stimolare i ragazzi tramite i grapich novel con un linguaggio loro più vicino".

I libri proposti dai cataloghi preparati per la fascia 6-10 anni "L’annaffiatoio. Germogli di lettura" e per la fascia 11-14 anni BEH – All you can read" potranno essere presi in prestito secondo le modalità consultabili sul sito online della biblioteca (lecco.biblioteche.it) che, nelle pagine dedicate al progetto, offre ulteriori suggerimenti di letture di qualità.

I titoli sono stati accuratamente selezionati dai gruppi di lavoro dei bibliotecari, tenendo conto del livello qualitativo del mercato editoriale specifico, con particolare attenzione per la fascia 6-10 anni ai libri di divulgazione e a quelli ad "alta leggibilità" che consentono una lettura più agevole per tutti.

Per la fascia 11-14 anni la proposta valorizza i graphic novel, forma narrativa in cui le storie a fumetti hanno la struttura del romanzo, genere particolarmente apprezzato dagli adolescenti e le "storie di formazione" nelle quali le ragazze e i ragazzi si identificano nel loro vissuto.

Leggi tutto...
Martedì, 25 Maggio 2021 08:45

Materie prime alle stelle, ma stalle rischiano il collasso

“L’emergenza Covid ha innescato un cortocircuito sul fronte delle materie prime con rincari insostenibili per l’alimentazione degli animali nelle stalle dove vengono riconosciuti compensi per il latte più bassi degli scorsi anni. E anche nelle due province lariane, dove il comparto lattiero caseario è un elemento di traino per l’economia rurale, siamo preoccupati”. E’ l’allarme lanciato dal presidente dei Coldiretti Como Lecco Fortunato Trezzi: “Si tratta di un problema ben più articolato che interessa l’intera penisola e per il quale Coldiretti, attraverso il nostro presidente nazionale Ettore Prandini, giustamente ha chiesto una immediata convocazione al Ministero delle Politiche Agricole del tavolo sul latte. Va affrontata un’emergenza diventata insostenibile”.

 

Le quotazioni dei principali elementi della dieta degli animali hanno infatti raggiunto i massimi storici con il mais che registra il maggior incremento del decennio mentre la soia ha raggiunto il picco da quasi sette anni secondo l’analisi della Coldiretti per i contratti future nei listini del Chicago Bord of Trade (CBOT), il punto di riferimento internazionale per il mercato future i delle materie prime agricole. Una situazione insostenibile con il rischio di non riuscire a garantire razioni adeguate agli animali soprattutto di fronte ad alcune proposte di riduzione dei prezzi riconosciuti alla stalla per il latte che mettono in pericolo la sopravvivenza della cosiddetta Fattoria Italia.

 

“In gioco c’è il futuro dell’allevamento italiano in una situazione in cui con la pandemia da Covid – continua Trezzi – si è aperto uno scenario di riduzione degli scambi commerciali, accaparramenti, speculazioni e incertezza che spinge la corsa dei singoli Stati ai beni essenziali per conquistare l’autosufficienza produttiva nei settori strategici per garantire l’alimentazione delle popolazione. Nell’immediato bisogna garantire la sostenibilità finanziaria delle stalle con la responsabilità dell’intera filiera per non perdere capacità produttiva in un Paese come l’Italia che è fortemente deficitaria per i prodotti zootecnici ma c’è anche bisogno di un piano di potenziamento o e di stoccaggio per le principali commodities, dalla soia al mais fino all’atteso piano proteine nazionale per l’alimentazione degli animali in allevamento per recuperare competitività al Paese rispetto ai concorrenti stranieri”.

 

Leggi tutto...
Martedì, 25 Maggio 2021 08:41

PATRIMONIO MINERARIO DISMESSO: DALLA REGIONE QUASI 2 MILIONI PER VALORIZZARLO

in Cultura

Patrimonio minerario dismesso, ma visitabile, in Regione Lombardia. La Giunta su proposta dell’assessore all’Ambiente e Clima, Raffaele Cattaneo, ha approvato una delibera sul tema. Di concerto con l’assessore al Turismo, Marketing territoriale e Moda, Lara Magoni. L’obiettivo è aggiornare il piano attività di Explora spa e il relativo raccordo 2021-2023 per la promozione e valorizzazione.

Explora affiancherà la Dg Ambiente e Clima, in collaborazione con Fondazione Lombardia per l’ambiente (Fla), facendo da supporto operativo creativo e promozionale.

La dotazione finanziaria

La dotazione finanziaria messa a disposizione è di 1.860.000 euro, di cui 149.640 euro a valere sull’esercizio 2021. La quota rimanente sarà suddivisa tra il 2022 e il 2023. L’incarico avrà una durata sino al 31 dicembre 2021.

Riutilizzare i siti minerari, conservandoli e tutelandoli

Il ‘Programma di Regione Lombardia per il recupero e la valorizzazione del patrimonio minerario dismesso’ – spiega Raffaele Cattaneo – è stato approvato di recente. Si propone di riutilizzare i siti minerari dismessi, nel rispetto della necessità di conservarli e tutelarli. L’obiettivo finale infatti è poter valorizzare e sviluppare pienamente i comprensori minerari più significativi. Con lo scopo di ricerca scientifica, turismo, cultura e sociale”.

Interventi strategici, ‘musei a cielo aperto’

“Il turismo – dice Lara Magoni – è fondamentale per valorizzare luoghi che hanno le potenzialità di diventare centri di attrazione primaria. Regione Lombardia da tempo è impegnata su questo fronte con interventi strategici. Il nostro obiettivo inoltre è arginare i problemi che ormai accomunano l’ambiente montano. Come lo spopolamento e l’abbandono di questa particolare parte del territorio. Il sostegno delle istituzioni su questo fronte è totale. Perché mira a valorizzare le peculiarità virtuose di realtà che possono diventare dei veri e propri ‘Musei a cielo aperto'”.

Unire stimolo e sensibilizzazione ambientale

“Explora – aggiunge l’assessore all’Ambiente – metterà a disposizione expertise, strumenti e canali per dare supporto alla dg Ambiente e Clima nella promozione turistica e alla sensibilizzazione dei visitatori sui temi dell’ambiente. Ma anche per la promozione di attività culturali, scolastiche, di svago e scientifiche”.

Aspetto della promozione turistica lombarda

La valorizzazione del nostro patrimonio minerario – precisa l’assessore al Turismo – giunge al termine di un percorso legislativo importante. Sin dai primi anni 2000 vede coinvolti infatti diversi siti minerari dismessi. Per esempio in Val di Scalve nella Bergamasca, Val Trompia nella Bresciano, Valmalenco nel Sondriese e Piani dei Resinelli nel Lecchese”.

“Si tratta – conclude Lara Magoni – di una misura importante che salvaguarda le memorie di un’antica tradizione della nostra regione. Un turismo culturale che si coniuga con l’armonia naturalistica delle vallate. Affinché i nostri concittadini riscoprano la dimensione attiva e all’aria aperta. E vivere così esperienze uniche, in libertà e totale sicurezza”.

Leggi tutto...
Martedì, 25 Maggio 2021 08:40

LA PATATA BIANCA DI ESINO PREMIATA AL PROGETTO BIODIVERSITA`

PROGETTO “SEMI AMBASCIATORI DI BIODIVERSITA’”: VINCONO GLI ALUNNI DELLA SCUOLA SECONDARIA DI 1^ GRADO DEL PLESSO DI LIERNA (LC)

La commissione del 14^ Concorso di Sistema Parchi, attivato da Regione Lombardia e il sistema dei parchi regionali nell’ambito del progetto “Semi Ambasciatori di Biodiversità”, ha assegnato il primo premio per la sezione Teenager all'elaborato dal titolo “Alla scoperta di un'antica coltura: la patata bianca di Esino nell'agricoltura di montagna” presentato dagli alunni della classe 3^, sezione unica, dell'Istituto Comprensivo “Mons. Luigi Vitali” – di Bellano - Scuola Secondaria di 1^ Grado - plesso di Lierna (LC).

La classe è stata premiata durante la cerimonia tenutasi da remoto lunedì 17 maggio u.s. alla presenza dell’Assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi Verdi, Fabio Rolfi e delle altre autorità partner del progetto.

Il progetto prevedeva una serie di incontri di presentazione delle varietà vegetali coltivate nel Parco Regionale della Grigna Settentrionale. In seguito, con la collaborazione dell’Associazione del Consorzio della Patata Bianca, del Centro di Formazione Professionale Alberghiero di Casargo e della Locanda Montefiori di Esino Lario sono stati portati a scuola i tuberi di patata bianca che, dopo attenta analisi, sono stati trasformati dagli alunni in gnocchi. Nella primavera poi il progetto si sarebbe dovuto concentrare sulla coltivazione dei tuberi presso la struttura scolastica, ma è arrivato il COVID-19... e la classe ha potuto adottare un campo a tuberi appositamente approntato nell’area antistante il Museo “La Fornace”: una webcam fissa sugli 11 campi ha consentito ai ragazzi di seguire in diretta sul proprio pc/tablet/smartphone le tecniche agronomiche necessarie per la coltivazione dei tuberi, come dimostrato dal personale incaricato dall’Ente.

La Comunità Montana ringrazia Regione Lombardia e Area Parchi per aver creduto e cofinanziato il progetto proposto.

Un plauso all’associazione Consorzio della Patata Bianca di Esino, al Centro di Formazione Professionale Alberghiero di Casargo e alla Locanda Montefiori di Esino Lario per l’attenzione posta nei confronti del progetto.

Un grazie va anche ai docenti e agli alunni della classe III del plesso di Lierna dell’istituto comprensivo “Mons. Luigi Vitali” di Bellano, per la serietà e per l’entusiasmo con i quali hanno portato avanti tutte le fasi del progetto, per l’impegno mantenuto anche durante la coltivazione dei tuberi a distanza, resa necessaria dall’esplosione della pandemia.

“Spero in nuove collaborazioni per progetti futuri – dichiara il Presidente della Comunità Montana Valsassina Valvarrone Val d’Esino e Riviera - e mi auguro che queste sinergie tra enti e scuole continuino per una rinnovata valorizzazione del territorio in tutti i suoi aspetti. Buona conclusione di anno scolastico”.

 

Il Presidente

Fabio Canepari

 

Leggi tutto...
Martedì, 25 Maggio 2021 08:35

“Lo stage non è un lavoro”

Noi, come gruppo consiliare del Partito Democratico di Lecco, siamo convinti che l’ingresso nel mondo del lavoro non debba essere sinonimo di precarietà e zero tutele. Per questo motivo, attraverso i nostri consiglieri comunali più giovani, abbiamo depositato una mozione a sostegno della campagna “Lo stage non è lavoro” promossa congiuntamente dal gruppo “Lo stagista frust(r)ato” e dai Giovani Democratici di Milano.

In questa fase di crisi economica e di grandi difficoltà dal punto di vista del mondo scolastico e della formazione questa mozione risulta ancor più urgente. In Italia, oggi, un giovane su 3 rimane senza occupazione e siamo il paese europeo con il più elevato numero di “Neet”, ovvero più di 2 milioni di ragazzi e ragazze senza un lavoro, un percorso di studio o di formazione. Sono inoltre preoccupanti i dati che ci arrivano dal centro provinciale per l’impiego con un calo drastico del 34%, rispetto all’ultimo trimestre del 2020, riguardante i contratti di avviamento al lavoro dedicati ai giovani tra i 15 e 24 anni.

Oggi più che mai, riteniamo necessario accendere i riflettori sull’utilizzo spesso scorretto e sub ottimale del tirocinio extra-curriculare favorendo laddove è possibile, e necessario, l’entrata dei giovani nel mercato del lavoro con un contratto di apprendistato in grado di coniugare l’aspetto formativo con maggiori tutele durante l’occupazione.

Con l’approvazione di questa mozione da parte del Consiglio comunale – spiegano i proponenti della mozione Pietro Regazzoni e Nicolò Paindelli– abbiamo chiesto al Comune di Lecco di dare l’esempio su questo tema così importante per le fe fasce d’età più giovani. In particolare, impegniamo l’Amministrazione di Lecco su 4 fronti, a partire dal sostenere in ogni sede politica e amministrativa questa iniziativa al verificare la possibilità di riconoscere un’indennità per i tirocini di durata superiore ad un mese. Proponiamo un cambio di passo concreto per recepire e integrare queste proposte all’interno dell’attività della macchina amministrativa, favorendo l’utilizzo del contratto di apprendistato agli studenti che abbiano concluso lo stesso da non più di sei mesi e allargando questo strumento anche alle società partecipate.

Pietro Regazzoni
Nicolò Paindelli

Leggi tutto...
Martedì, 25 Maggio 2021 08:18

"L'ANTICO" TORNERA' L'ANNO PROSSIMO

 Niente "Premana rivive l'antico": gli organizzatori tramite un comunicato apparso sul profilo Facebook della manifestazione lo hanno comunicato nei giorni scorsi.
 
"Di questi tempi avremmo dovuto presentarvi il manifesto di questa edizione ma, vista la situazione, abbiamo ritenuto più corretto rimandare Premana rivive l'antico all'anno prossimo in attesa della normalità.
Preparatevi per un 2022 con il botto! Stay tuned e continuate a seguirci sui social, torneremo più antichi di prima!", scrivono, e non si può che prenderne atto.
 
Nonostante il percorso di ripresa disegnato dal Governo (che prevede, ad esempio, dal 15 giugno la possibilità di apertura per fiere e sagre) quindi niente "Antico".
 
Ovviamente questa manifestazione è paragonabile solo a poche nel resto d'Italia, avendo peculiarità tali per cui il rispetto di eventuali regole (che speriamo ad ottobre possano essere superate) poteva essere molto difficoltoso. 
Tutte le edizioni hanno conosciuto afflussi elevatissimi e complicati da gestire in tempi "normali"; inoltre, come facilmente comprensibile, per organizzare un evento simile è indispensabile partire oggi (e forse sarebbe già tardi) ed oggi, nonostante, appunto, l'orizzonte sia più chiaro rispetto al 2020, di certezze assolute ancora non ve ne sono.
 
Per chi ama Premana e la sua gente non mancheranno sicuramente le occasioni di incontro e si attendono anche le decisioni sui vari "Past" che tradizionalmente caratterizzano l'estate in Alta Val Varrone.
 
Insomma, come ha scritto la pro Loco, "Stay tuned" e non rimarrete delusi!
 
Leggi tutto...
Martedì, 25 Maggio 2021 07:10

CARLETTO, TRENORD E JOHN WAYNE

Lissone. Anno domini 2013. Nevica. È lunedì.
Lascio la mia Skoda Octavia turbodiesel nel box e decido di utilizzare le mitologiche ferrovie Trenord. Mi incammino verso la stazione, mentre fischia il vento e infuria la bufera. Non appena intravedo i binari l’altoparlante stonato e stridulo annuncia l’arrivo del mio treno.
Ho freddo, fame, guanti cinesi in cotone da 2 euri, cappellino cinese da 3, ombrello cinese da 4, mi scappa la pipì e non ho i biglietti. In Cina non li fanno ancora.

Con agile corsetta, mi fiondo dal tabaccaio della stazione e quasi mi si svitano gli acetaboli scivolando. Per guadagnare tempo, inizio a togliermi i guanti, ma in mano ho anche il mio coso (l’ombrello). L’ho prudentemente chiuso. Ma inopinatamente esso si riapre e gli si rompe una stanghetta. Mi casca un guanto. Poi anche l’altro. Si macchiano non di neve ma di altre materie organiche. Ad occhio e croce, pare non trattarsi di pupù di yak ma più probabilmente di feci autoctone umane.
Alle mie spalle il treno in lontananza sbuffa e mi spernacchia. Mentre fischiano sia il vento che il treno e infuria la bufera.
Con virile spallata tento di aprire la porta del bar tabacchi. Non si apre. Dove sbaglio? Mi sfugge qualcosa. Nuova spallata. Un dolore triste di ossa schiacciate mi immalinconisce un po’ ed estrapola alcune parolacce dalla mia epiglottide. Leggo sul vetro un irridente TIRARE. E infatti, tirando la porta, questa si apre come per magia. Una faccia da pirla (con i baffi) vede la scena e sorride. Se ne avessi il tempo e non fossi il gentiluomo che sono, lo bastonerei ripetutamente con l’ombrello, anche aperto.

Trafelato mi dirigo al bancone per acquistare i biglietti. Il giovine barista, leggermente effeminato (ma solo un po’), mi chiede se io non abbia 80 centesimi spicci per facilitarlo nell’operazione del resto. Gli dico di no. Se li avessi te li avrebbi diggià dati, pirla!
Me lo richiede con voce languida. Ribadisco il mio no. Non cambio idea facilmente, io! E, intanto, il treno sbuffa e si appresta ad approdare. Mentre fuori fischia il vento, infuria la bufera e qualcuno espettora rumorosamente tra i piedi di chi gli sta accanto, osservando compiaciuto il frutto della sua fatica.

Il giovine barista tentenna, traccheggia, porgendomi infine il resto: 12 kg di monetine. Ignoro a fatica una vocina interiore. Se la ascoltassi, procurerei al giovine numerose abrasioni e contusioni multiple, servendomi del mio ombrello, che nel frattempo si è aperto di nuovo.
Ritiro i biglietti e raccolgo il resto a piene mani. Alcune monete mi cadono per terra. Un cliente con panza e baffi, furbescamente, cerca di coprirle con il suo doposcì firmato. Ma io non sono nato ieri e pretendo che mi restituisca i miei 3 centesimi! Me li sono guadagnati col sudore della fronte e, talvolta, anche delle ascelle! Oltretutto, non espettoro in ogni dove, io.
Minaccio con l’ombrello il ladro coi baffi ed egli impaurito cede.

Il treno è giunto. Si ferma 50 metri oltre il punto prestabilito. Ma io non ho ancora obliterato il mio biglietto. Ovviamente, la macchinetta preposta allo scopo è rotta da decenni. L’ultimo che è riuscito ad utilizzarla, mi dicono, è stato seppellito 23 anni fa. Vivo. Vengo a sapere da una signora, brutta come la disperazione, che c’è un’altra macchinetta obliteratrice in sala d’aspetto. Mi ci fiondo con agilità sorprendente. Ho 50 anni, e quando giocavo a calcio mi chiamavano il diesel della Brianza.
Mentre mi appropinquo all’obliteratrice per infilarvi il mio coso, una signorina, incrociandomi, quasi sviene. Finge di aver dimenticato chissà cosa e fugge via, stringendo tra le sue mani il suo ticket bagnato. Il biglietto le cade, si china per raccoglierlo e si accorge che il mio sguardo si è depositato sul suo didietro ottimamente disegnato da madre natura. Ella inorridisce e comincia a correre. In effetti, oggi non sono proprio un bel vedere: barba incolta di 4 giorni, capelli (15 in tutto) sbrindellati dalla tempesta di neve e quell’espressione un po’ così, che abbiamo noi che non abbiamo visto Genova. E, oltretutto, sono sempre col coso in mano (l’ombrello).
Il sangue di atleta che ancora pulsa e girovaga in me, mi consente di saltare sul treno con leggendario gesto atletico. John Wayne, dall’alto, si complimenta con me, sorride e spara felice. Mancano solo gli indiani e John Ford.
Mi siedo felice e soddisfatto. Basta poco per esserlo, penso.

Accanto a me un signore sui 75 anni portati malissimo e una signorina sui 25.
Non credo ai miei occhi… Il vecchio, dalla lingua svelta e dal cappotto marrone cammello castrato, non smette di parlare un attimo, dando vita a un approccio grottesco e davvero incredibile.
Ella sorride per cortesia. Risponde a monosillabi. Finché a un certo punto non gli chiede assurdamente: “Ma lei, di che segno è?”
E il vecchio riprende vigore, facendo le corna. Dev’essere del toro, presumo. Lui ha due figli, ormai quasi in pensione, ipotizzo... La signorina, invece, è pugliese e sposata da due anni. E qui il sudicio signore col cappotto marrone cacca di licaone riparte in quarta. Mare, campagna, cielo grande, cielo blu, neve, crisi economica… Lui, vengo a sapere, ama la montagna e le escursioni oltre i 3000 metri. Lo guardo attentamente e lo vedo incapace perfino di far pipì da solo…
“Si mangia bene da noi – dice la ragazza – e infatti ho preso qualche kg, durante le feste…”
“Non preoccuparti – dice il suino – lo sai che cosa diceva mia mamma? – e nasconde la bocca con la mano, avvicinandosi alla ragazza per rivelarle chissà quale irriferibile segreto.

Sento con facilità quel che dice e convengo con la di lui mamma. “Meglio un po’ di carne attorno all’osso, che l’osso senza carne attorno…”
Riguardo il mio ombrello. È chiuso. Mi sono trattenuto dal bastonare il pirla coi baffi che voleva derubarmi e il giovin barista. Però, a questo signore col cappotto marrone, alcune randellate le regalerei volentieri.
Giunge un controllore dai tratti somatici arabeggianti.
Fatico a trovare il biglietto. L’ombrello gli cade tra i piedi, ma non si apre. Fuori, rutta il vento e infuria la bufera. E io penso con nostalgia alla mia Skoda nel box. Chissà se anche lei mi pensa.

“Non è timbrato! - tuona il controllore - Ah, no… si vede poco… dev’essere colpa della macchinetta…”
Caro controllore, ma se io ti dessi una bella ombrellata sul ginocchio e ti regalassi 3 settimane di infortunio, pagato da mamma Inps, tu che faresti?
Finalmente giungo in ufficio. Il riscaldamento è fuori servizio. Il rumore dello sciacquone rotto mi fa capire che il mio anziano collega, abbastanza sordo, ha già fatto pipì e come al solito ha esagerato schiacciando il pulsante. Dulcis in fundo, il papa si è dimesso.
Penso a quale fortuna avesse John Wayne: poter andare a cavallo senza dover obliterare nulla, con la libertà di scazzottare ogni cattivone.
Bella la neve, però. Probabilmente, non è altro che forfora di nuvole distratte.

Leggi tutto...
Lunedì, 24 Maggio 2021 16:41

I 50 ANNI DEL CSC CORTENOVA SU "VOGLIA DI ATLETICA"

in Sport

Bella sorpresa per  il CSC Cortenova che quest'anno festeggia il cinquantesimo di fondazione: la rivista del Comitato Regionale Lombardo della FIDAL ("Voglia di Atletica") ha dedicato un ampio articolo al sodalizio valsassinese raccontandone i principali successi e sottolineando i  valori che ne hanno sempre contraddistinto l'attività.

Il CSC Cortenova nella sua lunga storia ha ricevuto diversi riconoscimenti tra i quali i più importanti sono sicuramente la Stella di Bronzo al merito del CONI e il Discobolo d'Oro del C.S.I.

Cliccando sul link potrete leggere l'intero articolo.

 

Leggi tutto...
Pagina 609 di 692