SAN PIETRO AL MONTE
SAN PIETRO AL MONTE DI CIVATE
SAN PIETRO AL MONTE DI CIVATE
Il prossimo 17 Giugno inizieremo a realizzare parte del progetto collettivo:
Un mancato rifiuto, solidale -
un Bando approvato da Regione Lombardia che coinvolge sei assocciazioni del territorio:
Centro Farmaceutico Missionario
LetteLariaMente APS
Bondeko progetti ODV
Banca del Tempo di Valmadrera APS
Movimento Consumatori Lecco APS
Circolo Legambiente" Lario sponda orientale"
LetteLariaMente ha aderito con " Il viaggio dell'acqua"
Questa attività intende sottolineare la poca consapevolezza che esiste sull’utilizzo dell’acqua pubblica come acqua potabile da bere e sull’uso sconsiderato della plastica. Negli ultimi dieci anni é più che raddoppiato il volume delle vendite delle acque minerali imbottigliate in plastica. Il numero delle bottiglie è passato da 5 miliardi del 2009 a 10 miliardi nel 2019, con un trend che non accenna a fermarsi.
La nostra prima azione si rivolge alle strutture ricettive del territorio e saremo presenti il 17 giugno al Cavallino Bianco di Bellano , in occasione dell'assemblea annuale dell'Associazione Ospiti per Casa che riunisce B&B, case vacanze ed extra alberghiero.
Consegneremo a tutti i soci un numero significativo di bottihglie da 50 ml. da offrire agli ospiti e da posizionare nelle camere riservate alla ricettività.
Pensiamo, con questo primo passo, di potere contattare e sensibilizzare un gran numero di turisti .
Una prima esperienza che ci permetterà di verificare la validità della nostra proposta.
Il Planetario propone un’estate ricca di iniziative. C’è un ritorno assai gradito per le famiglie, i campus per i ragazzi dai 7 agli 11 anni, e ci sarà una novità assoluta: il ciclo “L’Universo dentro e fuori di me”, che abbina consapevolezza di sé, meditazione e astronomia. Oltre a eventi speciali come l’Asteroid Day e ai venerdì di approfondimento nel fresco del cortile del Belgiojoso, con una grande ricchezza di temi. Luglio poi partirà con la rassegna di cinema d’animazione “Fantasmagorie”, in collaborazione con Dinamo Culturale
Partiamo dai campus: i genitori, dopo un anno di attesa per il Covid, li aspettavano. Ce ne saranno ben sette, su quattro livelli di difficoltà diversi. I ragazzi dal lunedì al venerdì, per tre ore nella mattinata, assisteranno a proiezioni nella cupola, lezioni di approfondimento e laboratori di astronomia. Ecco le date: 21-25 giugno primo livello; 5-9 luglio secondo livello; 19-23 luglio terzo livello. Il quarto livello e gli altri campus si terranno dal 30 agosto al 10 settembre, due dei quali al pomeriggio. Per ogni informazione e per le iscrizioni bisogna chiamare il 328.8985316 (Loris Lazzati).
Una novità assoluta è il ciclo “L’universo dentro e fuori di me”, un percorso alla ricerca della consapevolezza del proprio respiro che parte dall’ascolto del proprio corpo, con la guida di due istruttrici Odaka Yoga (Cecilia Corti e Anna Dell’Era) sino ad arrivare al cosmo, con la serata finale curata da Loris Lazzati e intitolata “Siamo polvere di stelle”. Il ciclo comincerà mercoledì 16 giugno alle 18.30 con un’introduzione gratuita al percorso vero e proprio che avrà tre appuntamenti: mercoledì 30 luglio “Consapevolezza di sé”, mercoledì 7 luglio “In armonia con lo stress” (per questi primi due appuntamenti si può scegliere tra due turni, il primo mattutino alle 7.30, il secondo pomeridiano alle 18.30) e venerdì 9 luglio alle 21 (la serata astronomica). Si può partecipare all’intero ciclo (iscrizione al costo speciale di 20 euro entro il 16.06) o alle singole serate. Tutto su prenotazione, da effettuare con una mail all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. che è il riferimento anche per tutte le altre iniziative tranne che per Fantasmagorie (in questo caso le prenotazioni vanno inviate a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.).
L’Asteroid Day riprende una tradizione consolidata da ormai 6 anni. In prossimità del 30 giugno, data in cui si verificò il catastrofico schianto di Tunguska, la ricorrenza viene celebrata in tutto il mondo con iniziative scientifiche. Il Planetario proporrà venerdì 25 giugno, alle 21, una serata sugli impatti di asteroidi, i rischi e le missioni spaziali dirette agli asteroidi anche in vista di una difesa della Terra.
Domenica 27, alle ore 16, ci sarà l’AsteroidDay vero e proprio, dedicato alle famiglie e anche ai più piccoli, dove si imparerà a “cucinare” una cometa e si potrà vedere illustrato il modellino di una vera sonda diretta in scala 1:2.
Luglio si aprirà con tre serate, l’1, il 2 e il 3, dedicate a Fantasmagorie, rassegna di film fantastico di animazione con presentazione dei film da parte degli esperti dell’associazione Dinamo Culturale.
I venerdì sera vedranno conferenze di notevole fascino: il 18 giugno “Il caso Plutone: perché non è più un pianeta?” (tenuta da Loris Lazzati), il 16 luglio “Alla velocità della luce… e oltre” (Stefano Covino), il 23 luglio “Sbarco sulla Luna: verità scientifica o finzione hollywoodiana?” (Loris Lazzati) e il 30 luglio il ritorno di Luca Perri con “La scienza di Star Wars”.
Questo venerdì, 11 giugno, alle 21, e domenica 13 giugno alle 16 si terranno le ultime due cupole prima della pausa estiva (riprenderanno regolarmente in settembre).
In occasione del centenario della MOTO GUZZI l'associazione culturale L. Scanagatta ha ristampato in tiratura limitata e personalizzata per l'evento "LE TRE RUOTE D'ORO storia del motocarro Guzzi".
“La storia del motocarro non è quella della semplice ideazione e sviluppo nel tempo di un prodotto tecnico, essendo stata caratterizzata da momenti che si sovrapposero in modo significativo a speciali circostanze storico-sociali. In altre parole, le caratteristiche del mezzo si sarebbero rivelate particolarmente adatte a specifiche situazioni presentatesi in determinati periodi, in tempo di guerra come di pace”. Così esordisce il libro “Le tre ruote d’oro – storia del motocarro Guzzi”, curato dall’Associazione Cult. "Luigi Scanagatta" di Varenna e pubblicato nella ricorrenza del 90° anno di fondazione della “Moto Guzzi” di Mandello del Lario.
Gli autori vogliono contribuire a colmare una vistosa lacuna: mentre molto è stato scritto sui motocicli da strada o da corsa che in passato hanno reso l’azienda famosa nel mondo, sino a oggi l’“umile” motocarro è stato pressoché completamente trascurato.
Il volume raccoglie una lunga serie di fotografie d’epoca di tutti i modelli prodotti dalla Casa lariana tra il 1928 e gli anni ’60 del secolo scorso, riportando anche le relative schede tecniche.
Destinatari non sono però soltanto i “fan” del marchio Guzzi, o più in generale gli appassionati di motociclismo. Oltre a proporsi come riscontro visivo ai ricordi dei non più giovani, l’opera – che raccoglie anche interessanti testimonianze di vita vissuta – intende far conoscere alle generazioni più recenti una macchina che ha accompagnato fattivamente le vicende dell’Italia nel corso dei decenni, in particolare svolgendo un ruolo prezioso durante la ricostruzione post-bellica del Paese.
Le tre Ruote d'Oro - Storia del motocarro Guzzi - centenario
di G. e R. Brembilla, S. Carizzoni, I. Ciabarri, G. Colombo, S. Dell'Oro
272 pagine, 384 fotografie, formato 21x23, Euro 35
Si è conclusa lo scorso sabato 5 giugno la prima edizione del corso di formazione a distanza per volontari di protezione civile, organizzato dalla Provincia di Lecco in collaborazione con il Comitato di coordinamento volontari di Lecco, con ben 52 partecipanti.
La seconda edizione del corso, a cui attualmente risultano iscritte 89 persone, inizierà il prossimo 18 giugno. E’ prevista anche una terza edizione, che inizierà indicativamente alla fine di giugno.
“Ghe vor minga i ball, ghe vor i garoni”. Parole sante quelle pronunciate molti decenni or sono da un commentatore sportivo che riferiva la colorita espressione di un “antico” ciclista milanese del quale non riesco a ricordare il nome. Certo, per pedalare servono soprattutto gambe buone. E i “garoni” di Scaioli Gabriele da Primaluna, devono essere di primissima qualità per spingerlo su e giù lungo dieci salite e più di 7mila metri in meno di 13 ore. Una vera impresa. Chi non ha mai provato la fatica disumana di spingere due ruote sotto il sole sulla Lecco - Ballabio non può capire. Ne immaginare.
E neppure giustificare quei pazzi (e sono tantissimi) che la domenica mattina e in tutte le feste, comandate e non, sciamano come sudate formiche multicolori su spietati tornanti, crudelissimi piani inclinati di asfalto rugoso, interminabili rettilinei al 10% (dieci metri di dislivello ogni 100 lineari: è tantissimo, credetemi). Quando le mani aggrappate al manubrio come all’ultimo istante di vita, scivolano bagnate come pesci bagnati dentro i guanti trasformati in paludosi acquitrini. Quando le gambe (dico tutte e due le gambe all’unisono) sembrano imbottite di doloroso calcestruzzo. Quando la borraccia è disperatamente vuota e la lingua, irrimediabilmente felpata, si spalma sul palato come il nastro adesivo americano. Proprio quello grigio che se cerchi di tagliarne una striscia si impasta nelle lame delle forbici con ostinata perfidia. Quando la tua dolcissima metà è ormai diventata un piccolo punto nero che si perde in lontananza davanti a te, sopra di te, fra gli asperrimi turniché (tur|ni|ché s.m.inv. av. 1930; dal fr. tourniquet, v. anche tourniquet. BU tornante di una strada di montagna. Dizionario italiano De Mauro) che con interminabile via crucis portano a Giumello. Quando il tuo orgoglio virile è ridotto in minuscoli frantumi.
Quando ti chiedi perché, invece di torturare la sinfisi pubica con un sellino duro come legno stagionato, non sei rimasto a casa, in poltrona a leggere, o a pisolare con stuporoso edonismo, o anche soltanto ad ammirare l’estetizzante e futuristicamente apprezzabile intonacatura bianca del soffitto. Quando preghi e speri che un misericordioso, piccolo sassolino aguzzo ti fori una gomma della bici così saresti costretto a fermarti e a trovare il tempo per respirare. -Perché non succede mai? Perché ho sempre forato solo in discesa o in pianura? Quando si dice la sfiga!- Per questi e numerosi altri “quando”, Scaioli Gabriele da Primaluna e tanti eroi sconosciuti ai più, rimarranno per sempre ignoti ed incompresi militi di mille silenziose, estenuanti battaglie combattute a colpi di pedale. Anche se un nemico non esiste. O forse sì: dentro di noi. Siamo nemici di noi stessi? Siamo soltanto i ciclisti della domenica.
Ma domani è un altro giorno. E la bici è lì, immobile che ti guarda. E sai benissimo che tutto ricomincerà daccapo. Nelle stesse identiche condizioni. Lungo le medesime piste asfaltate ripide come l’infernale montagna di Sisifo. E tutto tornerà esattamente come prima. In quell’interminabile ciclo dal quale prende nome il mezzo locomotivo oggetto di questo dichiaratamente compulsivo sproloquio. Che Nietzsche avesse ragione?
DURANTE LA CERIMONIA SONO STATE CONSEGNATE 8 MEDAGLIE D’ONORE ALLA MEMORIA DEI SEGUENTI SOLDATI.
1) BALASSI ANTONIO ISIDORO CARLO
nato a Taceno il 7 maggio 1912. Cuoco, bravo sciatore. Viene chiamato alle armi nel settembre del 1935, presso il 5° reggimento Alpini, Battaglione Morbegno. Collocato in congedo illimitato nel luglio del 1936 e richiamato alle armi per esigenze di carattere eccezionale nel novembre del 1940. Alpino scelto, poi caporale, quindi Caporal Maggiore. Viene fatto prigioniero dalle truppe tedesche a Fortezza (Bolzano) il 9 settembre del 1943 ed internato in Germania nella regione del Baden Wuttemberg da dove riesce ad evadere nell’agosto del 1944. Riesce a raggiungere il territorio francese dove, nel novembre del 1944, dopo essersi presentato alle Forze alleate anglo-americane, viene rimpatriato via mare da Marsiglia e sbarca a Napoli. Viene inviato al campo sosta e smistamento reduci e poi collocato in congedo illimitato.
Riceve la medaglia d’ onore la figlia Lucia Balassi.
2) BUZZONI GIOVANNI
Nato a Introbio il 20 febbraio del 1923. E’ chiamato alle armi nel settembre del 1942, nel 3° reggimento autocentro di Treviso. Nell’agosto del 1943 parte da Mestre per il fronte greco albanese. Viene fatto prigioniero dai tedeschi il 9 settembre 1943 ad Atene ed internato nello Stammlager VI J nella regione della Renania Westfalia. E’ liberato dall’esercito alleato nell’aprile del 1945. Nel maggio del 1967 gli viene conferita la Croce al merito di guerra per l’internamento in Germania.
Riceve la medaglia d’onore il figlio Sergio Buzzoni
3) BARUFFALDI NATALE
nato a Barcone, fraz di Primaluna il 10 maggio 1923, fabbro. E’ chiamato alle armi nel gennaio del 1943 nel 3° Reggimento Autieri di Milano. Il 9 settembre del 1943 è catturato dai tedeschi a Trento e internato nello Stammlager XIII D di Norimberga. Liberato dall’esercito americano nel maggio del 45, ritorna in patria il 13 agosto di quello stesso anno. Il 7 agosto del 1974 gli viene conferita la croce al merito di guerra per l’internamento in Germania.
Riceve la medaglia d’onore la figlia Piera Baruffaldi.
4) MARONI PIETRO
Nato a Primaluna il 27 maggio del 1923, fabbro. Viene chiamato alle armi nel gennaio del 1943, nel 5° Rgt Alpini, Btg Morbegno. Viene fatto prigioniero dai tedeschi a San Candido, dopo aver consegnato le armi per ordini dei superiori, il 9 settembre del 1943 e internato in Germania nello Stammlager III C a Kustrin nel Brandeburgo. Il campo è liberato dall’Armata Rossa il 31 gennaio del 1945 e rimpatriato nel settembre di quello stesso anno.
Riceve la medaglia d’onore il figlio Giovanni Maroni
5) DONISELLI MARIO
nato a Ballabio il 16 agosto del 1914, sellaio. E’ chiamato alle armi nell’aprile del 1935, nel 77° Reggimento Fanteria, viene congedato nel settembre del 1936 e richiamato nel
novembre del 1940 nell’ 89° Reggimento Fanteria a Ventimiglia. Nel settembre del 1942 è trasferito a Eboli e assegnato al 101° Reggimento Fanteria. Partecipa alle operazioni di guerra nel marzo del 1943. Viene fatto prigioniero dai tedeschi a Samos il 24 novembre del 1943 e internato nel campo di Bagna Milanovaz in Serbia. Il 2 settembre del 1944 riesce a fuggire e fino al marzo del 1944 collabora con i partigiani russi in Serbia. Viene fatto nuovamente prigioniero dalle truppe jugoslave e internato nel campo di prigionia di Belipotok. Viene liberato il 29 novembre del 1946 e rimpatriato il 1° dicembre di quello stesso anno.
Riceve la medaglia d’onore il nipote
6) ORIO GIULIO
Nato a Vendrogno il 20 gennaio del 1923, contadino. E’ chiamato alle armi nel settembre del 1942 nel 5° Reggimento Alpini, Btg Morbegno. Mentre è in caserma a San Candido, il 9 settembre del 1943 viene catturato dai tedeschi dopo aver consegnato le armi su ordine dei superiori e viene internato nello Stammlager IV G in Sassonia. Dalla corrispondenza con la famiglia sappiamo che inizialmente lavora in uno stabilimento, poi coltiva la terra per un contadino assieme ad un altro italiano e otto polacchi e serbi. Dipendente dalla Centrale Cantonale dell’Economia di Guerra, diviene “lavoratore civile” il 24 agosto del 1944. Rimpatria il 3 settembre del 1945.
Riceve la medaglia d’onore il figlio Paolo Orio
7) SELVA ANDREA
Nato a Nato a Cortenova il 17 aprile del 1917, barbiere. E’ chiamato alle armi nel maggio del 1936. Nel dicembre del 1941, con il 383° Reggimento Fanteria “Venezia”, partecipa alle operazioni di guerra nei Balcani, in Montenegro e in Albania. E’ fatto prigioniero dei tedeschi il 10 settembre del 1943 a Tirana e internato nello Stammlager VI F nella Renania Vestfalia. Viene liberato dall’esercito alleato e rimpatriato il 29 agosto del 1945.
Il 18 agosto del 1961 gli viene conferita la Croce al merito di guerra per il periodo bellico e per l’internamento in Germania.
Riceve la medaglia d’onore la figlia Agnese Selva
8) RUFFONI GIUSEPPE
Nato a Crandola Valsassina l’8 luglio del 1921, cantiniere. Viene chiamato alle armi nel gennaio del 1941 nell’11 settore di copertura GAF e aggregato al deposito del 3° Reggimento genio. Viene fatto prigioniero dai tedeschi l’ 8 settembre del 1943 e internato in Germania nello Stammlager IX in Assia dove muore il 20 giugno del 1945.
Riceve la medaglia d’onore il nipote Giuseppe Ruffoni
Otto medaglie d’onore per deportati e internati di guerra in Germania sono state consegnate nel Comune di Introbio dal prefetto lecchese Castrese De Rosa in una commemorazione tenutasi presso Villa Migliavacca, sede del Comune di Introbio, venerdì 11 Giugno.
Le onorificenze alla memoria sono state date ai parenti soldati catturati dai nazisti dopo l`8 Settembre 1943 e fatti lavorare gratuitamente nei campi di concentramento in Germania come "Schiavi di Hitler".
Sia il Prefetto De Rosa che il Sindaco di Introbio Adriano Airoldi hanno ringraziato Giuseppe Amanti, a lungo direttore della Banca di Credito Cooperativo di Cremeno e oggi in pensione, per il suo lungo lavoro di ricerca negli Archivi che hanno fatto riemergere le storie di molti soldati valsassinesi catturati dai Nazisti subito dopo l`8 Settembre 1943, quando l`Italia dichiaro` l`Armistizio con gli Anglo-Americani.
"Molti Archivi - ha detto Amanti - sono stati riaperti per quanto riguarda questa documentazione finiti i 70 anni di secretazione. Rimane molto da scoprire: i soldati valsassinesi deportati in Germania sono stati 402, di cui 47 morti nei campi di concentramento per gli stenti e le malattie".
Un po` alla volta i loro nomi e le loro storie stanno riemergendo dal passato: il Prefetto ha ricordato che e` recentemente andato a Pagnona, sempre con Amanti, per ricordare altri soldati originari dell`Alta Valle e del Lago.
A consegnare le medaglie, oltre al Prefetto, i Sindaci di Introbio (Adriano Airoldi), Cortenova (Sergio Galperti) , Primaluna (ViceSindaco Sante Aquistapace), Ballabio (Vice Sindaco Paola Crotta) , Barzio (Giovanni Arrigoni Battaia) , Bellano (Antonio Rusconi) , Taceno (Alberto Nogara) e Crandola (Matteo Manzoni)
Balassi Antonio Isidoro Carlo, nato a Taceno il 7/5/1912;
Baruffaldi Natale, nato a Barcone il 10/5/1923;
Buzzoni Giovanni, nato a Introbio il 20/2/1923;
Doniselli Mario, nato a Ballabio il 16/8/1914;
Maroni Pietro, nato a Primaluna il 27/5/1923;
Orio Giulio, nato a Vendrogno il 20/1/1923;
Ruffoni Giuseppe, nato a Crandola l’8/7/1921;
Selva Andrea, nato a Cortenova il 17/4/1917.