VALBIANDINO.NET

Valbiandino.net : notizie dalla Valsassina e non solo...

Lunedì, 31 Maggio 2021 10:40

MONTAGNE LAGO DI COMO E CONSORZIO ALBERGATORI LECCHESI UNITI PER RILANCIARE IL TURISMO

La rete di imprese “Montagne del Lago di Como”, ed il Consorzio “Albergatori Lecchesi”, hanno concluso un accordo di collaborazione per serrare le fila e concentrare gli sforzi nella riconquista dei mercati del turismo italiani ed esteri.

L’accordo consente alle imprese del Consorzio Albergatori di accedere agli strumenti di promozione che Montagne del Lago di Como mette a disposizione dei suoi associati.

“Abbiamo apprezzato” – dichiara Fabio Dadati, Presidente del Consorzio Albergatori Lecchesi e titolare del Ristorante Da Giovannino – “la concretezza e professionalità della Rete, che con costanza ha saputo creare un mix interessante di strumenti per la commercializzazione dei servizi Turistici”.

fabio dadati lariofiere 768x928

Una sinergia vantaggiosa per tutti come spiega Stefano Gianola, Presidente della Rete di Imprese: “Si tratta per la nostra organizzazione di un grande momento che premia il lavoro di tanti anni. L’ingresso nella rete di strutture ricettive così importanti è una grande opportunità perché moltiplica la nostra capacità di proporci al mercato nazionale ed internazionale con un’offerta ampia che spazia dalla piccola struttura ricettiva, agli hotel più grandi del territorio”.

L’accordo ha già dispiegato i suoi effetti con l’ingresso nella rete Montagne del Lago di Como dei primi due soci del Consorzio: l’NH Lecco Pontevecchio ed il Ristorante Da Giovannino di Malgrate con il “boutique & design hotel” collegato, La Casa Sull’Albero, e dal prossimo anno con l’Hotel Promessi Sposi, completamente rinnovato.

“Abbiamo aderito alla rete perché crediamo nel valore del territorio in cui operiamo” – dichiara Alessandra Giovanniello, neodirettrice dell’NH Lecco Pontevecchio, parte della catena internazionale NH Hotel Group. “Il nostro hotel è al tempo stesso un nodo di un grande gruppo alberghiero, che conta 350 hotel in 28 Paesi, ma soprattutto parte importante e integrante dell’offerta turistica locale: motivo per cui siamo impegnati a costruire collaborazioni e creare sinergie con gli altri professionisti del settore. Tutti noi operatori abbiamo un obiettivo comune: far crescere il turismo di questo ramo del Lago di Como”.

“Il turismo è un settore economico complesso che necessita di professionalità e specializzazione” – spiega Fabio Dadati – “Con il ristorante e l’hotel abbiamo creato un’offerta di qualità che proponiamo sia al nostro territorio sia al mercato turistico nazionale ed internazionale. La collaborazione con Montagne del Lago di Como ci consente di aggiungere nuovi strumenti al nostro arsenale di promozione per far conoscere sempre di più la nostra proposta”.

Leggi tutto...
Lunedì, 31 Maggio 2021 08:04

EUROPEO TRIAL: I RINGRAZIAMENTI DEL PRESIDENTE ARNALDO MUTTONI

in Sport

Voglio ringraziare tutto lo staff del Moto Club Valsassina e tutti quelli che ci hanno dato una mano.

L’amministrazione comunale in primis il sindaco che ci ha appoggiato a pieno la polizia locale la comunità montana la protezione civile tutti quelli che ci hanno sostenuto in questa impresa epica detto anche dalla F M I che in quindici giorni siamo riusciti ad organizzare questa tappa del campionato europeo di trial.

Ci hanno fatto i complimenti  tutti i vari piloti e questa è una grande soddisfazione .

Grazie ancora al mio staff che questa settimana abbiamo fatto gli straordinari per cercare di preparare al meglio questo evento trascurando le nostre famiglie e credo ci siamo riusciti dal mio punto di vista.

Chi mi conosce sa che sono di poche parole ma non potevo non ringraziare queste persone che hanno dato l’anima per questo evento così come negli altri non faccio nomi per non dimenticare qualcuno ma sanno a chi è rivolto comunque abbiamo fatto vedere che se si vuole si può fare tutto pochi ma buoni.

Grazie ancora a tutti, compresa la popolazione di Cortenova alla quale abbiamo magari creato qualche disagio viabilistico!

Arnaldo Muttoni

Presidente Moto Club Valsassina Vittorio Ciresa

Leggi tutto...
Domenica, 30 Maggio 2021 19:31

LA FESTA DEL TRIAL EUROPEO PREMIA GIANLUCA TOURNOUR E SOPRATTUTTO IL MOTO CLUB VALSASSINA

in Sport

Se è vero che qualche volta i miracoli avvengono davvero, allora è corretto classificare come tale il successo della prova del campionato europeo di trial svoltasi nel weekend a Cortenova. Il Moto Club Valsassina ha vinto nettamente la sfida "lanciata" dalla federazione solo un paio di settimane fa, "parando un rigore" come Oscar Malugani (certamente ricordando i suoi trascorsi di eccellente ultimo difensore) ha detto in sede di presentazione della cerimonia di premiazione, e consentendo all'Italia di mantenere la prova dopo la rinuncia da parte di chi l'aveva prenotata.

Belle le prove, alcune molto tecniche e complicate come certe tracciate nello scenario selvaggio della Valle dei Mulini; folto pubblico soprattutto al seguito del "nostro" Matteo Grattarola; tempo e organizzazione perfetti, Di più non si poteva certo chiedere a questo "ritorno a casa" di una specialità che da queste parti ha fatto la storia grazie a nomi come, per citarne solo alcuni altrimenti l'elenco sarebbe lunghissimo, Gianvittorio e Lino Malugani, Vittorio Ciresa, "Teto" Adamoli, Attilio Artusi, Pietro Agostoni e ora il Matteo. Una storia che, come noto, non si è fermata alle gare, visto che in Valle si è iniziato a distribuire Montesa nel 1983 e lo si è continuato a fare per ben trent'anni, coniugando passione a imprenditoria e cogliendo successi ovunque.

Ma veniamo ai risultati.

Nella Over 40 Cup il successo è andato al ceco Martin Kroustek. Sul podio al secondo posto l'intramontabile Andrea Buschi e al terzo lo sloveno Severin Sajevec.

Over 40

Nella International Class successo per il figlio d'arte Matteo Bosis che ha preceduto la francese Naomi Monnier e il tedesco Ben Reumschussel.

International class

Successo britannico nella Junior Cup: a salire sul gradino più alto del podio il suddito di Sua Maestà Harry Hemingway; alle sue spalle la Germania con Rodney Bereiter e la Repubblica Ceca grazie a David Fabian.

Junior cup

 La categoria Championship era ovviamente la più attesa e seguita anche perchè in gara c'era l'enfant du pay, ovvero Matteo Grattarola da Margno, l'italiano più vincente di sempre. Purtroppo per lui e per i suoi tantissimi sostenitori, anche stavolta il "nessuno è profeta in patria" si è rivelato più che un detto una sentenza.

Al termine di una gara comunque appassionante la meglio la ha avuta il piemontese Gianluca Tournour che ha sconfitto la sorpresa di giornata, il norvegese Sondre Haga. E Matteo? Sorridente si è accomodato sul terzo gradino del podio pensando già alla prima gara di mondiale che si svolgerà a Tolmezzo, in Friuli, nel weekend del 12 e 13 giugno.

Championship

Presenti alla premiazione i sindaci di Cortenova (che è intervenuto a nome di tutti ed ha portato il saluto anche del presidente della Comunità Montana), Parlasco, Casargo e Introbio, nonchè Silvano Ciresa al cui papà Vittorio il Moto Club Valsassina è intitolato.

Una menzione speciale meritano a nostro avviso il presidente del Valsassina, Arnaldo Muttoni e tutti i suoi collaboratori, nonchè il nucleo di protezione civile che ha espletato con grande professionalità le "pratiche" per l'ingresso al paddock.

Prima delle premiazioni un silenzio carico di commozione è sceso sul villaggio motociclistico che ha così voluto ricordare Jason Dupasquier, il diciannovenne pilota svizzero vittima di un incidente sabato nel corso delle prove della Moto3.

Per gli appassionati di trial il 26 giugno, sempre a Cortenova, altro imperdibile appuntamento: andrà infatti in scena una prova del campionato italiano indoor.

La storia, proprio quella che era iniziata negli anni settanta, insomma, continua.

Riccardo Benedetti

 

 

Leggi tutto...
Domenica, 30 Maggio 2021 19:04

FESTA DELLA REPUBBLICA: IL PROGRAMMA DELLA PREFETTURA DI LECCO. MEDAGLIE D'ONORE A TANTI VALSASSINESI

Festa della Repubblica 2021: il programma del 2 giugno.
Sarà una manifestazione sobria e densa di contenuti quella che celebrerà il 75° compleanno della nostra Repubblica, alla presenza di poche Autorità in rappresentanza delle istituzioni statali, regionali, provinciali e comunali e dell’Autorità sanitaria.
La cerimonia prenderà avvio in Lungo Lario Isonzo alle ore 10:00: la grande Bandiera Tricolore, consegnata per l’Alzabandiera ad un picchetto interforze, con il triplice squillo di tromba e l’esecuzione dell’Inno Nazionale, sventolerà come segno di festa e di unità nazionale per tutti, per essere poi ammainata nel pomeriggio.
Alle 10:30 presso la Sala Conferenze del Palazzo delle Paure verranno consegnati n. 11 diplomi di Onorificenza dell’Ordine “Al Merito della Repubblica Italiana”:

• BATTAGLIA MARCELLA Cavaliere Lecco
• CARIBONI MARCO Commendatore Mandello
• CANCELLI PAOLO Cavaliere Roma
• CECCHIN P. STEFANO Ufficiale Roma
• DISETTI GIUSEPPE Cavaliere Valgreghentino
• GIANNINI GIOVANNI Cavaliere Bosisio Parini
• MAGNI CARLA Cavaliere Osnago
• MOTOLESE LAURA Cavaliere Lecco
• RUINI GIORGIO Cavaliere Viganò
• SECCHI ORAZIO Cavaliere Lecco
• ZAGANELLA ANSANO Cavaliere Lecco

D’iniziativa del Prefetto saranno, inoltre, consegnate n. 5 targhe per meriti speciali:
• All’ASST di Lecco
Per l’impegno profuso e la totale dedizione in occasione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19
• All’ATS Brianza
Per l’impegno profuso e la totale dedizione in occasione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19
• Alla Presidente della Fondazione Comunitaria del Lecchese, Maria Grazia Nasazzi,
Per la perseverante attività filantropica svolta sul territorio, in particolare durante l’emergenza pandemica e a tutela delle fasce più deboli
• A Roberto e Cristiano Crippa della Technoprobe
Per aver messo a disposizione della comunità, nella campagna vaccinale, la loro azienda Technoprobe di Cernusco Lombardone
• A Paolo Cereda, alla memoria Voce Libera di un territorio con una forte identità comunitaria.

Si comunica, inoltre, che con decreto del Presidente della Repubblica, sono state concesse n. 41 medaglie d’onore alla memoria di cittadini della provincia di Lecco, militari e civili, deportati ed internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra.
Le n. 22 medaglie alla memoria dei cittadini di Pagnona saranno consegnate durante un’apposita cerimonia in programma in quel Comune in data 4 giugno. Le ulteriori n. 19 medaglie saranno consegnate in occasione di cerimonie in corso di programmazione.

Comune di PAGNONA
Brumana Martino Giuseppe nato a Pagnona classe 1918
Buttera Adriano nato a Pagnona classe 1916
Buttera Oreste nato a Pagnona classe 1916
Buttera Remo nato a Pagnona classe 1917
Cendali Giuseppe nato a Pagnona classe 1922
Colombo Attilio nato a Pagnona classe 1913
Losma Andrea nato a Pagnona classe 1921
Losma Giuseppe Nazaro nato a Pagnona classe 1908
Scuri Modesto nato a Pagnona classe 1914
Taddeo Clemente nato a Pagnona classe 1923
Tagliaferri Aldo Felice nato a Pagnona classe 1898
Tagliaferri Andrea nato a Pagnona classe 1920
Tagliaferri Antonio nato a Pagnona classe 1913
Tagliaferri Battista Bortolo nato a Pagnona classe 1912
Tagliaferri Cesare nato a Pagnona classe 1912
Tagliaferri Cirillo nato a Pagnona classe 1919
Tagliaferri Elio nato a Pagnona classe 1021
Tagliaferri Francesco nato a Pagnona classe 1927
Tagliaferri Genesio nato a Pagnona classe 1911
Tagliaferri Giovanni nato a Pagnona classe 1923
Tagliaferri Natale nato a Pagnona classe 1909
Tagliaferri Olimpio nato a Pagnona classe 1922

Comune di ANNONE BRIANZA
Doscio Tranquillo nato a Valmadrera classe 1920
Comune di BARZIO
Doniselli Mario nato a Ballabio classe 1914
Comune di BELLANO
Orio Giulio nato a Vendrogno classe 1923
Comune di CIVATE
Rusconi Giuseppe nato a Valmadrera classe1921
Comune di CORTENOVA
Selva Andrea nato a Cortenova classe 1917
Comune di CRANDOLA VALSASSINA
Ruffoni Giuseppe nato a Crandola classe 1921

Comune di INTROBIO
Balassi Antonio Isidoro Carlo nato a Taceno classe 1912
Baruffaldi Natale nato a Primaluna classe 1923
Comune di LECCO
Rosa Giacomo nato a Calolziocorte classe 1921
Comune di MERATE
Bonfanti Romano nato a Mondonico classe 1923
Comune di MOLTENO
Vetrini Aldo Giovanni nato a Papozze classe 1913
Comune di OLGINATE
Bonacina Luigi nato a Lecco classe 1923
Comune di PRIMALUNA
Maroni Pietro nato a Primaluna classe 1923
Comune di ROBBIATE
Comi Lino nato a Perego classe 1924
Comune di TACENO
Buzzoni Giovanni nato a Introbio classe1923
Comune di VALMADRERA
Biffi Giuseppe nato a Torre de Busi classe 1924
Tentori Pietro nato a Valmadrera classe 1914
Rusconi Cesare nato a Valmadrera classe 1924
Comune di VERCURAGO
Scardova Guerrino nato a Guastalla classe 1915

Alle ore 18:00, a Lecco, in Piazza Garibaldi, si assisterà al “Concerto della Repubblica” gentilmente offerto da Lecco Turismo Manifestazioni (in caso di mal tempo, in Sala don Ticozzi in via Ongania, sempre a Lecco).

Leggi tutto...
Domenica, 30 Maggio 2021 16:22

CARLETTO , GIUSEPPE E I FICHI D'INDIA

C'era una volta, e c'è ancora, un'osteria piccola piccola, in un paese piccolissimo che nessuno conosce all'infuori di chi ci vive. Forse.
All'interno pochi tavoli, sedie di legno abbastanza sgangherate e tovaglie variopinte. Alle pareti immancabili fotografie sottovetro ritraggono gli angoli più caratteristici del borgo e dei dintorni. Appese lì da decenni, ritraggono un mondo che non esiste più. Perfino la polvere ormai si è stufata di appoggiarsi su quelle cornici.

Con una coppia di amici prenotiamo per le 21. Il menu prevede il celeberrimo pesce stocco. Il proprietario del locale è un uomo altissimo, magrissimo, tristissimo e silenziosissimo. Ci sta aspettando. Ci saluta con un cenno, guardandoci di sbieco. Come di consueto ci elenca rapidamente lo scarno menu della casa. Dopo 30 secondi inizia a depositare sul tavolo olive, salumi, verdurine, pane, birra, vino e acqua, piatti e bicchieri. A casaccio. Senza dire una parola. Qui si usa così. Poco dopo giunge la prelibata pietanza. I tovagliolini sono rigorosamente di carta. Accanto a noi, alcuni commensali discutono a voce decisamente alta, ma non perché siano adirati: quaggiù è usanza comune maltrattare i timpani di chiunque, a prescindere. Tutti mangiano in maniera allegramente famelica qualunque cosa, spesso facendo il bis.

Intravediamo Giuseppe, un tipo simpatico e cordiale, che di mestiere vende frutta, girovagando col suo camion qua e là. Fa la spola da Bronte verso ogni dove. È alto all'incirca 1 metro e 45, con braccia muscolose. È magro come la disperazione. Non è la prima volta che lo incontriamo. Stasera indossa con algida indifferenza una meravigliosa canottiera a costine, di bossiana memoria. Ci saluta e subito si prenota per offrirci da bere. Accetto con lo sguardo e gli dico che dopo aver cenato, berremo volentieri con lui una grappa. Anche due. Lui è felice di vederci. Ama chiacchierare con noi della sua vita, del suo lavoro. Ha gli occhi tristi, stanchi, ma è persona amabile, generosa, che nella vita ha dovuto percorrere molte salite e pochissime discese. Torna a casa, in quel di Bronte, il sabato mattina, dalla moglie e nelle sue tenute, dove coltiva di tutto. Il lunedì carica il camion e riparte verso l'ovunque per vendere i suoi prodotti. Solitamente, dorme sul suo camion, dice. Ma questo pare non regalargli particolari fastidi. Non ha potuto permettersi master di qualsivoglia natura. Non è laureato. Litiga con i congiuntivi e con l'italiano, ma possiede un'intelligenza vivace che gli ha permesso di barcamenarsi alla meglio, diventando il padrone di se stesso.

Mi elenca le numerose varietà di pesche, di mele, di ciliegie. Mi racconta dei suoi continui viaggi per rivendere frutta presa qui e venduta lì, oppure di mandorle giovani da spellare e mangiare col pane. E' stato perfino in Germania, racconta con orgoglio. Viaggi epici, col suo autotreno... Io lo ascolto estasiato, degustando tutto ciò che il proprietario dell'osteria, Crocifisso, continua a accatastare sul nostro tavolo. Giuseppe si sente al centro dell'attenzione. E la cosa gli piace. Un'inarrestabile euforia gli scioglie la lingua vorticosamente. Vive eternamente in solitudine: lui, il suo camion e le sue cassette di frutta. Il signor Giuseppe ha pochi denti. Quasi tutti rovinati. Quelli che mancano glieli ha portati via uno scontro frontale con un altro camion. Ha 55 anni. Ne dimostra 10 di più, ma ha un'energia davvero invidiabile.

Non smette di chiacchierare un attimo. Prende infine una sedia e si accomoda al nostro tavolo. Chiedere il permesso lo ritiene superfluo. E mentre noi assaporiamo l'ultimo pezzettino di pesce stocco alla ghiotta, lui ci propone l'assaggio di alcuni dei suoi mitologici fichi d'india, i cosiddetti bianchetti. “I bastardoni sono terminati” ci dice con una smorfia. Mentre continua a parlare, senza prendere respiro, ci sbuccia i frutti e ce li serve. Alle signore in primis e sorridendo sodisfatto osserva il nostro godimento mentre affondiamo i canini nella polpa carnosa.

"Sono dei pasticcini Condorelli - dice Giuseppe - lo sapete che lui è di qui? Della zona di Catania". Come se ogni prelibatezza dovesse per forza di cose albergare da queste parti. Gli scatto una foto, chiedendogli il permesso di pubblicarla su internet. Ci pensa e acconsente, ma poi aggiunge che non si sentiva a proprio agio. E che sarebbe stata cosa buona e giusta se prima fosse riuscito a "sistemarsi un pochino". Una camicia sopra la canottiera magari e una pettinata ai capelli... "cosi sembro un vecchio" dice amaramente.
Noi lo rassicuriamo e lui si mette in posa. Provo a immaginare i suoi quattro figli "Tutti apposto. Tutti sistemati" non come i suoi capelli...
Penso a quali e quanti sacrifici abbia dovuto fare il signor Giuseppe per crescerli. Penso a quale sensazione provi a vivere eternamente lontano da casa sua, vedendo sua moglie solo un paio di giorni alla settimana. E non sempre. Negli occhi, un velo di malinconia non sparisce mai, nemmeno quando col suo bellissimo dialetto misto a un italiano incerto ci racconta delle sue peripezie. Si sente protagonista per una sera il signor Giuseppe e questo lo fa star bene.

Mi versa il terzo bicchierino di grappa, mi sbuccia il terzo fico d'india e io per cortesia lo mangio, maltrattando oltremodo il mio duodeno.
Il signor Giuseppe è davvero l'emblema di chi vive una vita vera, fatta di stanchezza, sudore, sofferenze, rinunce. Ma non si lamenta, consapevole che per lui il destino ha scelto quel tipo di vita. Si è assuefatto alle decisioni del fato che ha ordito per lui una trama complicata. Ma in fondo è un uomo libero, senza catene o padroni. Schiavo soltanto di una vita dura che non potrà cambiare e così sarà, finché le forze glielo permetteranno.
Ci dice che le donne non si toccano nemmeno con un fiore, "Sono come le rose". Io gli sorrido e condivido. Non beve quasi mai, il signor Giuseppe, non fuma. Non mangia molto, giusto per sopravvivere. Però ama raccontare. Lo fa a modo suo, in modo elementare, ma esaustivo. Con la giusta istruzione, chissà, sarebbe diventato imprenditore, astronauta, scrittore... E invece di mestiere fa l'eterno pendolare tra i suoi campi e le strade. E dorme sul camion, caldo d'estate e freddo in inverno. "Ma il fine settimana dormo con mia moglie! E sì..."
"Bravo" gli dico ogni volta.
"E sì..." replica lui ogni volta.

Dopo la cena, come sempre, compriamo dal signor Giuseppe alcuni suoi prodotti. Questa volta ci vende una cassetta da 10 kg di superbi fichi d'India, a un prezzo ridicolo. "Ma solo perché siete voi! A me piace parlare con voi. Siete persone per bene". Quasi ci commuove.
"Ma voi che mestiere fate?" ci chiede. Immaginandoci magnati del petrolio o ricchi turisti in vacanza.
Un amico, indicandomi col dito, gli dice: "Lui è comunista... mangia i bambini. Oggi ne ha già mangiati un paio prima del pesce stocco"
Giuseppe non capisce la battuta. Ma rimane perplesso. Saranno davvero così cattivi i comunisti?
"Ma no... lei è una persona a posto - mi dice - anche se stasera è tutto vestito di nero. Lei non è fascista..."
“Le assicuro che non sono fascista. Si fidi" gli rispondo sorridendo.
E anche lui sorride, con i suoi 4 denti storti, rapito dai sorrisi delle nostre fidanzate, con le quali si mostra ogni volta assai galante.
Finita la cena lo salutiamo. Fuori si è alzato il vento, scende l'umidità e sale la notte. Ma lui, Giuseppe, resta in canottiera. Non teme affatto le intemperie.

"Io sono un fuoco" ci dice, pavoneggiandosi.
"Signor Giuseppe, lo sa che anche io sono catanese? gli dico
"Non sembra... ma davvero?" È incredulo. Come può un magnate del petrolio, non fascista, nascere a a Catania, sul tavolo della cucina? È inverosimile, in effetti.
"Lo giuro sui suoi magnifici fichi d'india! Non sono affatto italiano. Sono siciliano come voi tutti. Ancora di più del mio amico. Sua mamma era di Cesena, pensi un po'!"
La serata è finita. Metto in moto la mia Skoda Turbodiesel del 2007 e salutiamo il signor Giuseppe. Lui ci segue con lo sguardo, mentre ci allontaniamo con la sua cassetta di fichi d'india nel cofano e qualche ricordo in più nel cuore.
"A presto!"
"Stia bene, signor Giuseppe. Vada piano con quel camion…

Leggi tutto...
Domenica, 30 Maggio 2021 16:18

ABRAMO E ISACCO

Le considerazioni di Enrico Baroncelli a proposito della tragedia del Mottarone, appaiono precise sul piano storico e condivisibili in linea generale e indicano con decisione l'importanza della figura paterna nella crescita dei figli. Un solo appunto, ma non marginale: non avrei inserito Abramo fra i padri di cui abbiamo bisogno. L'angelo, su incarico della divinità, gli ha fermato il braccio armato di coltello appena in tempo. Altrimenti il patriarca avrebbe sgozzato il figlio Isacco senza alcuna indecisione. Amit, al contrario, ha salvato il figlioletto sacrificando sé stesso. Esattamente l’opposto di quanto stava per fare Abramo. Infatti i versetti della Genesi riguardanti la vicenda mostrano come il patriarca non abbia esitato ad obbedire al dettato divino e venne fermato solo dall’intervento angelico. http://www.laparola.net/wiki.php?riferimento=Genesi+22%2C1-18&formato_rif=vp

Secondo l’esegesi ebraica, infatti, la lama sacrificale aveva già inciso la gola di Isacco. Per questo gli angeli tasportarono in giovane in Eden (il “paradisus voluptatis” della vulgata gerolimina) dove guarì. In realtà l’episodio narrato nella Genesi è estremamente significativo sul piano antropologico poiché costituisce anche indicazione esplicita della transizione sociale e culturale dai sacrifici umani a quelli animali. Infatti l’intervento divino sostituisce a Isacco un caprone che Abramo uccide al posto del figlio. È forse il caso di ricordare come un episodio del tutto simile sia narrato da Euripide della tragedia “Ifigenia in Tauride” (V sec. a. C.). Anche qui la giovane principessa figlia di Agamennone sta per essere sacrificata dal padre ma la divinità olimpica Artemide sostituisce alla giovane un cervo che viene in tal modo sacrificato al posto della ragazza.

In epoca proto arcaica in tutto il bacino del Mediterraneo era costume abbastanza frequente, in caso di eventi che potevano mettere in pericolo il gruppo sociale -guerre, carestie, inondazioni, terremoti e altro- sacrificare pubblicamente (in senso stretto “teatralizzando” l’evento), una vita umana, in genere un neonato o uno straniero. Comunque un innocente. Infatti la vittima sacrificale non deve portare colpe, altrimenti non si tratterebbe di sacrificio ma dell’esercizio di qualche forma di giustizia. In tal modo le tensioni si placavano e tutto rientrava nella normalità. Dell’origine “teatrale del sacrificio e di ogni rappresentazione liturgica, potremo forse parlare in futuro. L’origine del rito sacrificale e le sue implicazioni sono efficacemente spiegati dall’antropologo e filosofo René Girard nel suo saggio più famoso “La violenza e il sacro” in cui si trattano argomenti sotto questo aspetto decisivi, fra i quali la violenza unanime e il capro espiatorio, elementi dai quali, secondo Girard, avrebbero origine e fondamento la “cultura” umana e, più in generale, le istituzioni. L’uomo “moderno” e la società di cui fa parte, in altri termini, traggono origine da un primordiale omicidio. Ovviamente le considerazioni contenute nel saggio girardiano sono molto più complesse e profonde di quanto sia possibile riportare in queste poche note. Anche per queste ragioni, insomma, accostare Abramo al padre del piccolo Eitan appare, forse, eccessivamente sbrigativo.

Leggi tutto...
Domenica, 30 Maggio 2021 16:13

SQUADRA CHE VINCE SI CAMBIA !

E` la maledizione dell`Inter. Un altro allenatore, come Mourino 11 anni fa, che dopo aver portato al vertice la squadra fa le valige e se ne va.
Accidenti ai Cinesi ! Con tutti i soldi che avete (unica nazione al mondo che ha avuto un PIL positivo nell`anno della Pandemia) ma proprio sui giocatori dell`Inter dovete risparmiare ?

Leggi tutto...
Domenica, 30 Maggio 2021 07:28

PADRE NOSTRO

Sono rimasto sinceramente commosso, come credo tanti, dalla vicenda di Eitan Biran, il bambino miracolosamente sopravvissuto, grazie all`abbraccio del Padre, alla caduta della funivia di Mottarone.

Un padre meraviglioso, Amit Biran, 30 anni, tra l`altro studente di Medicina all`Universita` di Pavia (la moglie Tal era iscritta a Psicologia) che presumibilmente stringendo forte suo figlio gli ha salvato la vita. Un uomo meraviglioso, che andrebbe ricordato nei secoli. Ha donato a Eitan, sacrificando la sua, una seconda vita.
Induce soprattutto qualche riflessione sul ruolo del Padre, un ruolo che oggi mi sembra abbastanza dimenticato da tanti allegri giovanotti perennemente affetti da quella che gli Psicologi chiamano la "sindrome di Peter Pan" ("forever young", come cantavano gli Alphaville).

Partiamo da lontano, dalla Bibbia (forse non a caso i genitori di Eitan erano israeliani).
E` Dio Padre che crea Adamo, non la Madre.
Una evidente forzatura, certo simbolo di una societa` socialmente maschilista.

Soprattutto se pensiamo che nella prima religione storicamente conosciuta, quella della Dea Madre (siamo piu` o meno nel Neolitico) e` giustamente la donna glorificata nella sua funzione materna, rappresentata dalle statuette con il ventre gonfio e due, a volte persino tre, seni pronti ad allattare.

Nella quarta religione storicamente conosciuta (dopo quella Egiziana e Sumera, di tipo sostanzialmente naturalistico) cioe` quella Ebraica, invece e` Dio Padre che da` la vita. Dio crea Adamo, e dalla sua costola crea Eva.
Potremmo e dovremmo domandarci: perche` ?

Si sottolinea, credo , il ruolo spirituale e morale del Padre: e` lui che da` i primi insegnamenti al figlio, in un`epoca in cui non c`erano le scuole. La Madre da` la vita, ma e` il Padre che introduce il figlio nella vita sociale e "politica" del tempo (oltre che, particolare non trascurabile, quello che si procura da mangiare !).
I Padri Spartani per esempio insegnavano ai figli ancora giovanissimi i primi rudimenti dell`arte militare.

Il Padre serio, il Padre severo, il Padre che giudica ma che corregge.
Padre Nostro che sei nei cieli: non Madre nostra !
Dovremo attendere parecchi secoli prima che la Chiesa cristiana rivaluti il ruolo di Maria (il Culto Mariano, da Lourdes a Fatima, ma ormai siamo nel XIX secolo !).

Il Padre che ama, ma senza farlo vedere troppo, il padre che insegna, che soprattutto da` l`esempio, da` gli esempi di come ci si dovrebbe comportare nella vita sociale.
Abramo stava per uccidere suo figlio Isacco, per ordine di Dio, ma fermato dall`Angelo anche lui gli ha ridato una seconda vita.

Il Padre che a tanti di noi purtroppo e` mancato. Il Padre che indirizza il figlio, il padre intelligente, che puoi anche contestare (quante volte abbiamo detto di no ai nostri Padri !) ma che non si scoraggia e non smette mai di stimolarti verso la scelta migliore.

Questo e` il Padre che ci ha ricordato Amit: il Padre che rimane legato alla Moglie, certamente innamorato ma anche perche` i suoi figli sono la cosa piu` preziosa per lui, e non si sognerebbe mai di abbandonarli, fino alla Morte !

E` questo il Padre che ci piace: non saremo mai abbastanza riconoscenti con Amit per avercelo ricordato !

p.s.: il Senatore Antonio Tajani ha proposto di dare ad Amit in memoria  una medaglia per il Valore Civile: sono assolutamente d`accordo !

Leggi tutto...
Pagina 628 di 715