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Valbiandino.net : notizie dalla Valsassina e non solo...

Sabato, 23 Gennaio 2021 16:39

CRONACHE DAI MARCIAPIEDI

L’educazione, si sa, non è patrimonio di tutta l’umanità. E così come l’educazione, nemmeno il senso civico.

Se poi sommiamo assieme maleducazione e mancanza di senso civico, gli aggiungiamo un guinzaglio e un cane alla fine, i risultati li vediamo quando camminiamo per le nostre vie.

Giusto ieri nel breve percorso che da casa faccio per andare al lavoro (trecento metri o giù di lì) di questi “omaggi” ne ho dovuti schivare non meno di 8, e mentre li schivavo pensavo non tanto al cane quanto ai loro padroni.

Poi ho pensato anche che è vero, a Introbio non ci sono appositi cassonetti, e che se avessi scritto qualcosa sarebbe saltato fuori il solito che sa tutto a scrivere “non ci sono i cassonetti”.

Lo so, lo sappiamo e ci stiamo pensando, per cui evitate inutili commenti e casomai  state attenti a dove mettete i piedi mentre camminate con il telefonino in mano.

Anche perché se uno è maleducato ed il senso civico non sa nemmeno dove stia di casa, è molto probabile che ci voglia ben altro per indurlo ad utilizzare il cassonetto.

“Mamma, ma perché è pieno di cacche in giro?” ha chiesto (davvero) un bambino di sei anni alla sua mamma che ha fatto fatica a trovare una risposta e non so nemmeno se l’ha trovata.

E non sono pochi i cittadini che si lamentano e mandano foto che evitiamo di pubblicare.

Qualcuno potrebbe obiettare che servono più controlli. Certo, visto che c’è gente che circola con appeso il cane al guinzaglio oppure anche libero alle cinque del mattino come alle undici di sera, dite voi che tipo di controllo sarebbe possibile se non disporre di un satellite in orbita geostazionaria.

E cosa si può dire a quelli che il cane lo portano a spasso libero, senza guinzaglio e senza museruola? Non si può, c’è un’ordinanza e ci sono anche le multe. Ma il “non si può” in Italia è “non si potrebbe” per cui, lo faccio lo stesso, tanto nessuno mi cura, le multe non le prendo (ed anche se le prendo non le pago) e chissenefrega.

Non so cosa succeda in altri paesi, ma qualcuno mi sussurra che anche lì non è che sia tutto rose e fiori.

Mal comune mezzo gaudio? Boh, fate un po’ voi.

Intanto oggi sono andato a Santa Caterina.

Se ci andate anche voi, mi raccomando, guardate bene dove mettete i piedi.

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Sabato, 23 Gennaio 2021 12:32

MEDIE E SUPERIORI DA LUNEDI A SCUOLA IN PRESENZA

Scuola, Fontana: «Medie aperte da lunedì. Per le superiori data ritorno in presenza presa dalle prefetture»
Dato che la Lombardia torna in zona arancione «già da lunedì le scuole medie , comprese le classi Seconde e Terze, riprenderanno la propria attività in presenza». A dare l'annuncio il presidente della Regione Attilio Fontana aggiungendo che «quelle secondarie di secondo grado potranno riprendere le lezioni in presenza secondo l'organizzazione stabilita nei piani operativi delle Prefetture».

«Regione Lombardia, per quanto di propria competenza - ha assicurato - ha già attivato le procedure affinché il Trasporto pubblico locale attui quanto previsto dalle Prefetture».

Dal Canto suo la Prefettura ha emanato il seguente comunicato, che da` il definitivo via libera alla riapertura:

STUDENTI IN CLASSE DA LUNEDÌ 25 GENNAIO

Dal prossimo 24 gennaio la regione Lombardia verrà riclassificata in c.d. "area arancione" e, pertanto, le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado.

Riprenderanno la propria attività in presenza secondo quanto stabilito dal dPCM 14 gennaio 2021.
D’intesa con l’Ufficio Scolastico Regionale e Territoriale, in provincia di Lecco le lezioni riprenderanno in presenza a partire da lunedì 25 gennaio p.v., con il limite del 50% della popolazione studentesca interessata e secondo le disposizioni contenute dell'Addendum al Documento operativo del 29 dicembre 2020.

Per le Istituzioni scolastiche della provincia di Lecco non è prevista alcuna possibilità di differire la ripresa in presenza, in quanto le Aziende di trasporto hanno garantito completa operatività a sostegno della piena ripresa del mondo della scuola al servizio della collettività e, in modo particolare, dei più giovani.

“Il mio sentito grazie per lo sforzo corale espresso. Sono convinto che i nostri studenti sapranno tenere comportamenti corretti. Finalmente la scuola si riappropria dei suoi principali protagonisti” ha commentato con soddisfazione il Prefetto di Lecco Castrese De Rosa.

Tutte le scuole quindi riaprono da Lunedi 25/01,  sperando che non ci sia nelle settimane prossime un rialzo delle infezioni da Covid.

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Sabato, 23 Gennaio 2021 07:23

LE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE PERPLESSE SULL`INIZIATIVA DI SPACECANNON

 Spacecannon e inquinamento luminoso

È di pochi giorni fa la notizia che l’azienda Spacecannon, con sede in Costa Masnaga, avrebbe individuato nelle montagne lecchesi un possibile progetto.

Prima di tutto, i protagonisti della vicenda. Spacecannon è un’azienda nata nella Provincia di Lecco, che si occupa di illuminazione architettonica: usa la luce come strumento per valorizzare edifici e costruzioni, proiettando colori e forme sugli stessi. A quanto pare, tuttavia, il nuovo progetto potrebbe riguardare non soltanto strutture di interesse architettonico, ma anche elementi naturali del lecchese.

Spacecannon, infatti, nei giorni scorsi ha condotto alcune prove di illuminazione della Grignetta, del Santuario di Santa Maria di Mandello e del Sasso Cavallo. In sostanza, l’azienda di Costa Masnaga ha proiettato potenti fasci di luce sulle montagne per illuminarle e renderle visibili anche da lontano.

Se l’intento può anche essere quello di valorizzare il patrimonio naturale della Provincia di Lecco, la modalità di realizzazione e il progetto in sé lasciano quantomeno perplessi, anche alla luce (è proprio il caso di dirlo) della normativa regionale in materia, recentemente riformata con la L.R. n. 31/2015.

La citata Legge Regionale, infatti, rubricata «Misure di efficientamento dei sistemi di illuminazione esterna con finalità di risparmio energetico e di riduzione dell’inquinamento luminoso», ha come espressa finalità «la salvaguardia delle condizioni naturali nelle zone di particolare tutela dall’inquinamento luminoso e la riduzione dell’inquinamento luminoso sul territorio regionale, nell’interesse della tutela della salute umana dei cittadini, della biodiversità e degli equilibri ecologici».

Ai sensi della medesima Legge Regionale, «i parchi nazionali, i siti di Rete Natura 2000 e le aree a parco naturale inserite nelle aree regionali protette di cui all'articolo 1 della legge regionale 30 novembre 1983, n. 86 (Piano regionale delle aree regionali protette. Norme per l'istituzione e la gestione delle riserve, dei parchi e dei monumenti naturali nonché delle aree di particolare rilevanza naturale e ambientale), costituiscono zone di particolare tutela dall’inquinamento luminoso».

La “spettacolarizzazione” dei nostri meravigliosi paesaggi sta nella loro “naturalità” ed è quindi il caso di effettuare una riflessione maggiore e più approfondita per quanto riguarda l’aspetto ambientale. I potenti fasci di luce proiettati da Spacecannon nell’ambito di iniziative analoghe a quella qui considerata, infatti, costituiscono pur sempre un improvviso e invasivo mutamento dello status quo naturale delle montagne, della fauna ivi presente. Rispetto alle precedenti iniziative di Spacecannon, infatti, la proiezione sulle montagne lecchesi andrebbe ad interessare un ambiente naturale per così dire “densamente popolato”, in cui gli animali sarebbero “aggrediti” dai potenti strumenti di illuminazione dell’azienda.

Un recente lavoro pubblicato nel 2020 da Owens e colleghi sulla nota rivista scientifica internazionale Biological Conservation, evidenzia ad esempio come l’inquinamento luminoso notturno sia uno dei fattori chiave coinvolti nel declino degli insetti, classe a cui appartiene la stragrande maggioranza degli impollinatori, che hanno un ruolo chiave negli ecosistemi montani.

Uno studio condotto sulla cinciallegra da Raap e colleghi (2015) e pubblicato su Scientific Reports, prova invece come l’inquinamento luminoso possa avere un impatto significativo sul sonno degli animali selvatici, ed un articolo recentemente pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature Ecology & Evolution da Sanders e colleghi (2021) analizza quale sia l’impatto biologico dell’illuminazione notturna, evidenziando ad esempio un particolare effetto sul termine e sull’inizio dell’attività della fauna.

Se effettivamente l’intento dell’azienda di Costa Masnaga è, come recentemente dichiarato, «creare un connubio tra aspetto estetico, tecnologico e ambientale» (così dichiarava su una testata locale l’Ingegner Gianmario Invernizzi di Spacecannon), l’aspetto ambientale non può e non deve rimanere confinato nel mero risparmio energetico, ma deve considerare l’impatto più ampio creato sull’ambiente.

WWF Lecco, nel corso degli ultimi anni, è già intervenuta più volte con documentate segnalazioni di inquinamento luminoso ad alcune Amministrazioni comunali della provincia, risolte poi con esito positivo a vantaggio della protezione del patrimonio ambientale da questo tipo di ingerenza artificiale.

Anche oggi, pertanto, l’Associazione conferma la propria attenzione sul tema, certa che ogni ulteriore passo a riguardo sarà frutto di un’attenta valutazione dell’impatto ambientale e dell’assoluto rispetto della normativa in materia.

 

Il presente comunicato è condiviso e sottoscritto da

Lello Bonelli, Presidente WWF Lecco

Laura Todde, Presidente Circolo Legambiente Lecco

Gabriella Suzanne Vanzan, Responsabile Mountain Wilderness Lombardia

Lello Bazzi, Coordinatore CROS Varenna

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Sabato, 23 Gennaio 2021 06:57

PER SAN SEBASTIANO UN BILANCIO DELLA POLIZIA CIVICA LECCHESE

 Comando Polizia Locale

ATTIVITÀ ANNO 2020

Il corpo di Polizia Locale è la struttura organizzativa attraverso cui l’Ente locale esercita le funzioni di polizia ed è soggetta sia a norme statali e regolamentari specifiche, sia a quelle che disciplinano l’ordinamento dell’ente locale. Il cuore del servizio è rappresentato dall’attività di presidio del territorio con interventi di prevenzione e repressione in svariate materie e ambiti di prossimità al cittadino.
Il sistema organizzativo del Comando di Polizia Locale di Lecco è di tipo gerarchico funzionale e prevede unità specialistiche di Polizia Locale (U.O. Intervento sul territorio e viabilità, procedure sanzionatorie e infortunistica stradale, polizia amministrativa e sicurezza urbana, polizia giudiziaria, centrale operativa e videosorveglianza) con priorità assegnata al presidio territoriale. Il coordinamento di ogni unità operativa è affidato a un ufficiale.
Il Comandante ha il coordinamento diretto del gruppo ufficiali e della direzione Comando, che ha il compito di organizzare e supportare tutte le attività del Comando, si occupa della gestione delle risorse umane (servizi, formazione, permessi, etc.), economiche e strumentali (dotazioni, equipaggiamenti, strumentazioni), della pianificazione delle attività, della raccolta e dell’elaborazione delle informazioni.

Presidio giornaliero del territorio dalle 7.00 alle 24.00 tutti i giorni.

 

Corsi di formazione interni per il personale:
• Aggiornamento sulla procedura penale;
• “La violenza di genere e Codice Rosso”;
• Corso di formazione teorico e pratico per i due nuovi agenti in contratto formazione lavoro.

SICUREZZA STRADALE

VIOLAZIONI CODICE DELLA STRADA

Diminuzione del 36% delle sanzioni accertate nel 2020 rispetto al 2019 dovuta alle limitazioni nelle varie fasi dell’emergenza sanitaria alla circolazione delle persone a partire dal mese di marzo 2020.
Le riduzioni più significative riguardano le violazioni per transiti irregolari in ztl, tutte le casistiche relative alla sosta, dischi orari e sosta a pagamento.

 

Alcune violazioni accertate a seguito di sinistro stradale:
art. 141 velocità non adeguata, perdita di controllo del veicolo n. 81
art. 154 cds cambi di corsia, svolte n. 26
art. 145 cds mancata precedenza n. 36
art. 191 cds mancata precedenza a pedoni in attraversamento n. 8
art. 186 cds guida sotto l’effetto di alcol n. 11

Luoghi in cui si sono verificati il maggior numero di sinistri:
Via Amendola n. 11
Corso Bergamo n. 9
Corso Carlo Alberto n. 9
Corso Emanuele Filiberto n. 9
Via Buozzi n. 8
Lungolario Isonzo n. 7

 

PRESIDIO DEL TERRITORIO

• Controlli di presidio del territorio zona centro e rioni n. 3621;
• Richieste intervento pervenute alla centrale operativa n. 2440 (dato in diminuzione per lockdown) per soste e viabilità, segnalazioni assembramenti, mancato uso di mascherine, segnalazioni esercizi pubblici o esercizi commerciali per presunte irregolarità, presenza di persone senza fissa dimora, disturbi alla quiete pubblica;
• Controlli antidegrado n. 126 in particolare in orario serale/notturno.

POLIZIA GIUDIZIARIA

• n. 76 denunce ricevute per danneggiamenti, furti, smarrimenti documenti
• n. 58 notizie di reato
• n. 49 atti delegati di PG
• n. 364 notifiche

 

ATTIVITÀ PL CONTROLLO RISPETTO NORME COVID

• N. 1640 ore di servizio anti-covid;
• N. 23 servizi OP congiunti con Forze dell’Ordine coordinati da Questura;
• N. 1258 controlli attività commerciali/somministrazione per rispetto protocolli COVID-19;
• N. 87 servizi presso mercato cittadino;
• N. 128 verbali elevati per violazioni amministrative alla normativa COVID-19;
• N. 12 presidi fissi presso il centro di raccolta effettuati da aprile a maggio per un totale di 52 ore di servizio;
• Tablet e materiale scolastico consegnati a più di 100 studenti della scuola Don Ticozzi;
• Controlli giornalieri anti assembramento in orario scolastico;
• N. 48 sopralluoghi per ampliamenti occupazioni suolo pubblico in concomitanza con la riapertura esercizi di ristorazione, bar, gelaterie, attività da asporto;
• La centrale operativa ha fornito informazioni e chiarimenti quotidiani ai cittadini in merito all’applicazione delle norme anti-covid.

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Sabato, 23 Gennaio 2021 06:51

PROROGATA AL 15 FEBBRAIO LA SCADENZA PER IL SERVIZIO CIVILE

BANDO 2020 SERVIZIO CIVILE UNIVERSALE: PROROGA TERMINE PRESENTAZIONE DOMANDE

E’ prorogato alle 14.00 di lunedì 15 febbraio il termine per presentare la domanda per operatore volontario in progetti di Servizio civile universale.

Il Dipartimento per le Politiche giovanili e il Servizio civile universale presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha integrato il bando per la selezione di 46.891 operatori volontari pubblicato il 21 dicembre 2020, con l’aggiunta di 8.902 posti per programmi da realizzarsi in Italia e all’estero.

La Provincia di Lecco, nella cornice del programma di intervento in co-partenariato con l’Ente Parco Nord Milano, attuerà 2 progetti con il coinvolgimento di 13 volontari:

Parco Monte Barro: la resilienza nel verde - 5 volontari

Dai giovani segnali per il futuro e per una comunità resiliente: sicurezza, territorio, ambiente, protezione civile
Provincia di Lecco, sede Protezione civile - 3 volontari
Comune di Barzio - 1 volontario
Comune di Introbio - 1 volontario
Comune di Moggio - 1 volontario
Comune di Pasturo - 1 volontario
Comune di Primaluna - 1 volontario

Gli aspiranti volontari devono presentare la domanda di partecipazione esclusivamente attraverso la piattaforma Domanda on line - DOL raggiungibile tramite pc, tablet e smartphone, dove, attraverso un semplice sistema di ricerca con filtri, è possibile scegliere il progetto per il quale avanzare la candidatura.

Nella sezione Selezione volontari del sito www.serviziocivile.gov.it sono disponibili tutte le informazioni e la possibilità di leggere e scaricare il bando.

Anche quest’anno, per facilitare la partecipazione dei giovani e, più in generale, per avvicinarli al mondo del servizio civile, è disponibile il sito dedicato www.scelgoilserviziocivile.gov.it che, grazie al linguaggio semplice, diretto ai ragazzi, potrà meglio orientarli tra le tante informazioni e aiutarli a compiere la scelta migliore.

All’indirizzo www.provincia.lecco.it sono riportate le informazioni specifiche relative ai progetti della Provincia di Lecco.

Per ulteriori informazioni: Provincia di Lecco, Direzione organizzativa II, Organizzazione e risorse umane, Servizio civile universale, telefono 0341 295332, e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

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Sabato, 23 Gennaio 2021 06:45

POTENZIARE IL "GREEN" NEL RECOVERY PLAN

Coldiretti Como Lecco: Recovery Fund e foreste urbane, “occasione per una svolta green nelle città”

“Bisogna intervenire in modo strutturale ripensando lo sviluppo delle città e favorendo
la diffusione del verde pubblico e privato bilanciato sulle realtà dei singoli territori”

COMO-LECCO – Puntare sul verde per una svolta green e per dare respiro a uno dei comparti che più ha sofferto la crisi contestuale all'emergenza-pandemia, quello legato al florovivaismo e alla manutenzione del verde: una spina dorsale per l'economia lariana, articolata in oltre 1400 imprese operanti nei due comparti e suddivise tra le province di Como (oltre 950) e Lecco (oltre 450), con quasi 3000 addetti.

“Dal Recovery Fund può derivare una spinta importante alla sostenibilità urbana che punti sulla valorizzazione del verde come elemento di qualità di vita e accoglienza, con ricadute importanti anche per il settore primario” spiega Fortunato Trezzi, presidente di Coldiretti Como Lecco unitamente a Roberto Magni, imprenditore florovivaistico e membro di giunta Coldiretti. “E’ importante progettare adeguatamente e correttamente gli interventi anche attraverso una necessaria programmazione delle produzioni attuando specifici contratti coi produttori, tenendo soprattutto conto delle tempistiche e del ciclo produttivo delle piante”.

“Con l’inquinamento dell’aria che è considerato dal 47% dei cittadini la prima emergenza ambientale bisogna intervenire in modo strutturale ripensando lo sviluppo delle città e favorendo la diffusione del verde pubblico e privato con le essenze più adatte alle condizioni climatiche e ambientali dei singoli territori. L’obiettivo è quello di creare vere e proprie oasi mangia smog nelle città dove respirare area pulita grazie alla scelta degli alberi più efficaci nel catturare i gas ad effetto serra e bloccare le pericolose polveri sottili”.

Per questo Coldiretti e Federforeste hanno presentato il progetto di respiro nazionale “Bosco vivo e foreste urbane”, per piantare in Italia 50 milioni di alberi nell’arco dei prossimi cinque anni nelle aree rurali e in quelle metropolitane anche per far nascere foreste urbane con una connessione ecologica tra le città, i sistemi agricoli di pianura a elevata produttività e il vasto e straordinario patrimonio forestale presente nelle aree naturali anche con i fondi europei del Recovery Fund per rispondere alle vertenze ambientali. Una pianta adulta – precisa Coldiretti – è capace di catturare dall’aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili e un ettaro di piante elimina circa 20 chili di polveri e smog in un anno. A provocare lo smog nelle città è l’effetto combinato dei cambiamenti climatici, del traffico e della ridotta disponibilità di spazi verdi.

La situazione è diversa nelle aree rurali dove le foreste hanno continuato a espandersi, a causa dell’incuria e dell’abbandono, diventando vere giungle ingovernabili. Per difendere il bosco italiano occorre creare le condizioni affinché si contrasti l’allontanamento dalle campagne e si valorizzino quelle funzioni di sorveglianza, manutenzione e gestione del territorio svolte dagli imprenditori agricoli. “Importante – rimarca Magni – è il ruolo che gli enti amministrativi e anche quelli gestori delle aree protette (parchi ecc.) possono svolgere per garantire il non abbandono e il presidio del territorio favorendo la presenza di una agricoltura responsabile e sostenibile ambientalmente ed economicamente al proprio interno”.

Il progetto si pone quindi anche l’obiettivo di gestire il patrimonio forestale in maniera sostenibile per contribuire al raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050 favorendo lo stoccaggio del carbonio da parte delle superfici forestali e delle foreste urbane. Un impegno importante anche per assicurare un presidio attivo contro il dissesto idrogeologico, incendi ed altre forme di impoverimento dei territori, contrastare l’abbandono di tale aree e valorizzare la filiera del legno 100% Made in Italy anche al fine di scongiurare le importazioni illegali di legno. Un obiettivo che richiede una programmazione pluriennale della messa a dimora, coltivazione e manutenzione delle foreste da parte degli agricoltori e degli imprenditori del verde rilanciando i servizi di consulenza e le attività turistiche ricreative in tali aree.

 

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Venerdì, 22 Gennaio 2021 13:55

FLC: CHIAREZZA SULLE SCUOLE CONTAGIATE DA COVID

Scuola: dati sul contagio COVID-19, CGIL e FLC scrivono ai ministri Azzolina e Speranza

“Noi crediamo che la funzionalità delle scuole, in questa difficile situazione in cui sono messi a dura prova la professionalità del personale e il rapporto con gli alunni e le famiglie, passi attraverso la disponibilità dei dati relativi ai contagi dei singoli istituti e dei singoli territori, che consentirebbe una gestione razionale, calibrata e trasparente dell’attività educativa su tutto il territorio nazionale”. Con queste parole si apre la lettera inviata dalla vice segretaria della CGIL Gianna Fracassi e dal segretario generale della FLC CGIL Francesco Sinopoli ai ministri dell’Istruzione e della Sanità, per avere dati certificati riguardo la diffusione del contagio in ambito scolastico.

“L’appello alla conoscenza di dati certi e consultabili - continua la lettera - viene anche da importanti esponenti della comunità scientifica, secondo i quali l’opportunità di salvaguardare l’equilibrio tra il diritto alla salute pubblica e il diritto all’istruzione per tutti non può che fondarsi sull’analisi di dati certificati. Privati di questi ultimi, e basandosi solo su casistiche empiriche e parziali, ci dicono gli scienziati, non è possibile alcun giudizio di merito sulla reale sicurezza in ambiente scolastico”.

CGIL e FLC chiedono dunque: “Che vengano messe in campo tutte le azioni necessarie per avere dati attendibili, eventualmente agendo anche su base campionaria. In più, è necessario verificare e fornire indicazioni sulle attuali disposizioni in tema di distanziamento personale che sono alla base dei protocolli di settore, alla luce delle varianti del virus che si stanno sviluppando. È forte il rischio - aggiungono - che in assenza di un impegno concreto e visibile su questi aspetti si amplieranno le divisioni tra Regioni e Governo, aumenteranno le conflittualità all’interno della comunità scolastica, si moltiplicheranno le contestazioni attorno a misure che appaiono opache e talvolta pericolosamente strumentali”.

“Solo con informazione e consapevolezza si eleva il livello della necessaria condivisione delle scelte che man mano vengono assunte, sia a livello centrale che a livello territoriale. Per quanto sopra esposto chiediamo un incontro urgente sui temi in oggetto”, concludono.

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Venerdì, 22 Gennaio 2021 13:44

LECCO AL 41 esimo posto delle citta` piu` inquinate d`Europa

Una ricerca su mille città europee appena pubblicata sulla rivista scientifica The Lancet Planetary Health e realizzata da Università di Utrecht, Global Health Institute di Barcellona e Tropical and Public Health Institute svizzero, conferma adesso che la Pianura padana è il luogo in Europa in cui si muore di più di inquinamento.

La classifica è sconfortante, in particolare per quanto riguarda le morti per polveri sottili, le pm 2,5. Le dieci città in Europa con il maggior carico di mortalità attribuibile a questi inquinanti sono: Brescia (Italia), Bergamo (Italia), Karviná (Repubblica Ceca), Vicenza (Italia), Unione metropolitana dell'Alta Slesia (Polonia), Ostrava (Repubblica Ceca), Jastrzebie-Zdrój (Polonia), Saronno (Italia), Rybnik (Polonia), Havirov (Repubblica Ceca). Verona è all'11esimo posto, Milano al 13esimo, Treviso al 14esimo, Padova al 15esimo, Como al 17esimo, Cremona al 18esimo, Busto Arsizio al 19simo, Pavia al 21esimo, Novara al 22esimo, Venezia al 23esimo, Pordenone al 24esimo, Piacenza al 25esimo, Ferrara al 26esimo, Torino al 27esimo, Gallarate al 29novesimo, LECCO al 41esimo posto. A questo si deve aggiungere che Torino è la terza città in Europa per mortalità associata al diossido di azoto, e l'area metropolitana di Milano la quinta (tutti i dati si riferiscono al 2015).

Come riassume l'Health Effects Institute di Boston l'esposizione a breve termine all'inquinamento atmosferico può causare e aggravare allergie, asma, e bronchite, infiammazioni alle basse vie respiratorie. Alti livelli di pm 2,5 (le polveri sottili) possono causare nell'immediato attacchi di cuore, aritmie e «persino la morte» alle persone che hanno già problemi cardiaci. Si è visto anche che quando le polveri sottili sono più alte aumentano le assenze per asma dei bambini a scuola. Ma è soprattutto l'esposizione a lungo termine a far male, anche ai sani: causa diabete, ictus, broncopneumopatia cronica ostruttiva (un’ostruzione irreversibile delle vie aeree), cancro ai polmoni e cardiopatia ischemica. Nelle zone particolarmente inquinate si registrano inoltre tassi più alti di disfunzioni metaboliche, disturbi del sistema nervoso centrale (tra cui malattie neurologiche e psichiatriche), nascite premature, sottopeso o con un ritardo di crescita. In altre parole quando una persona ha un ictus, o il diabete, molto spesso è perché è malata di inquinamento.

Uno studio realizzato da Greenpeace Italia e Ispra, e citato da Greenreport, «in Italia riscaldamento e allevamenti intensivi sono responsabili in totale del 54% del pm 2.5». Il biossido di azoto invece è prodotto soprattutto dal traffico automobilistico, e questo spiega perché i livelli più alti si registrano a Torino e Milano. Non abbassare le emissioni però ha un costo umano altissimo. «Nelle sole città italiane prese in considerazione, rispettando gli standard dell'Oms, si potrebbero evitare ogni anno quasi 15 mila morti premature» calcola ancora Greenpeace.

Un'ultima cosa: una conferma della pericolosità dello smog per la salute arriva anche dall'epidemia di Covid 19. Francesca Dominici, scienziata italiana dell'Università di Harvard, ha dimostrato con il suo gruppo di ricerca che «basta una differenza di un microgrammo nella media di pm 2,5, il particolato ultrasottile, per aumentare il tasso di mortalità del nuovo coronavirus del 15 per cento». Non è un caso che la Pianura Padana è uno dei luoghi al mondo che ha pagato il più alto tributo di morti alla pandemia.

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