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Sabato, 12 Febbraio 2022 07:28

ANCHE A LECCO IL COVID SI RITIRA

Cell Le truppe del generale Covid 19 sembrano proprio in difficoltà e da alcuni giorni si stanno “attestando su nuove posizioni” come avrebbero riferito durante il Ventennio le fascistissime veline, eufemizzando il termine “ritirata” in riferimento alle batoste subite dal regio esercito in Grecia, Albania, Africa orientale durante l’ultima guerra. Però, riguardo alla pandemia, sembra che le cose stiano proprio così.

Il tasso di positività registrato giovedì 10 febbraio, è sceso all'8,1% (media nazionale 11%). Continuano a diminuire i ricoveri nelle terapie intensive, nelle quali i posti letto occupati sono 182 (-10), e nei reparti Covid: 2.272 (-121). Nelle province lombarde la situazione è analoga: si contano nel Milanese 2.673 contagi, di cui 1.044 a Milano città; a Bergamo: 780; Brescia: 1.032; Como: 579; Cremona: 312; Lecco: 210; con tassi di contagio in continuo abbassamento. Anche gli indici dell’ultimo report dell’ATS Brianza puntano in questa direzione. Nella tabella che segue si osserva con chiarezza la diminuzione percentuale settimanale dei casi di positività rilevati dall’11 Novembre scorso al 6 febbraio 2022. I nuovi casi di contagio sono passati dal 23,3% della prima settimana di gennaio, al 7,6% rilevati dal 3 al 6 di questo mese.

Naturalmente il miglioramento epidemiologico legato all’arretramento degli indici di contagio si riflette anche sul mondo della scuola dove sono in netta e continua diminuzione le classi in quarantena e la Didattica a distanza. Il grafico sottostante riporta una “radiografia” della situazione nelle strutture scolastiche dell’ATS e del Lecchese per quanto riguarda la scuola dell’infanzia (blu), primaria (rosso) e secondaria di primo e secondo grado (grigio e arancione). La riduzione delle quarantene fra i banchi è in rapidissima diminuzione soprattutto a partire dalla settimana 24/01 - 06/02.

 

Stiamo dunque diventando “quasi” normali anche se abbassare del tutto la guardia è decisamente imprudente proprio perché a livello nazionale le misure restrittive sono state attenuate. Non siamo ancora al “libera tutti”. Ma ci stiamo avvicinando. E anche dal panorama internazionale, sul fronte della lotta alla pandemia, giungono buone notizie. Un gruppo di ricercatori canadesi della McMaster University, ha annunciato di aver sviluppato un vaccino trivalente somministrabile tramite aerosol. Per ora la sperimentazione, molto soddisfacente secondo gli scienziati canadesi, ha riguardato alcuni topi. La fase di studi sugli esseri umani non è ancora partita. Ma le premesse fanno molto ben sperare. Sembra inoltre che se le fasi successiva della sperimentazione clinica produrranno esiti positivi (e tutto lascia pensare che potrebbe essere così) l’umanità avrà a disposizione un’arma contro il Coronavirus molto più efficiente degli attuali vaccini poiché l’inalazione andrebbe a proteggere direttamente gli organi interni prima e più direttamente colpiti da Sars cov-2, vale a dire mucosa respiratoria, bronchi e polmoni.

Inoltre i ricercatori della McMaster University affermano che il nuovo farmaco sarebbe più efficace grazie alla sua trivalenza, in grado di colpire componenti più stabili del virus e non solo l’ormai famigerata proteina spike, la cui propensione alle mutazioni è alla base della maggior parte dei problemi riscontarti della lotta al Covid-19. Ciò significa anche che il nuovo vaccino sarebbe in grado di proteggere anche da eventuali varianti virali offrendo in tal modo una protezione di lunga durata. Ora i ricercatori sono in attesa di passare allo studio clinico di fase 1 consistente nella sperimentazione del principio attivo sull’uomo. Infine secondo gli scienziati canadesi l’inalazione consentirebbe di ridurre moltissimo la quantità di principio attivo da somministrare: si tratta di una frazione vicina all’1% rispetto ai vaccini iniettati per via intramuscolare. Lo studio della McMaster è stato pubblica sulla rivista Cell reperibile al seguente link: https://www.cell.com/cell/fulltext/S0092-8674(22)00145-3

Venerdì, 04 Febbraio 2022 13:48

ANCHE A LECCO COVID E DAD SEGNANO IL PASSO

La “campagna d’Italia” di Omicron arranca. I dati degli ultimi giorni sono confortanti e indicano su quasi tutto il trerritorio nazionale (il Lecchese non fa eccezione) un evidente arretramento dei parametri pandemici. Da alcuni giorni a Lecco e nella provincia ricoveri in terapia intensiva e le ospedalizzazioni legate dall’infezione sitnomatica da coronavirus sono in costante diminuzione anche se negli ultimi due giorni l’indice di positività, prodotto dal rapporto fra tamponi effettuati e casi positivi, è passato dall’8,9 di lunedì 31 gennaio al 10,2 di giovedì 3 febbraio. Ma è possibile che si tratti di oscillazioni fisiologiche. Per ottenere tracciati statistici significativi sarà infatti necessario attendere i rilevamenti dei prossimi giorni.

Ma tutto lascia credere che l’arrembaggio del coronavirus stia perdendo forza. Procedono in questa direzione anche le statistiche riguardanti l’impatto della pandemia sul mondo della scuola. Dal report settimanale diffuso dall’ATS Brianza, come spiega con chiarezza il grafico a colonne colorate, si è verificata una riduzione complessiva del numero di classi sottoposte a quarantena sia in provincia di Monza Brianza che di Lecco.

Come risulta evidente dal grafico, nei sette giorni fra il 17 e il 23 gennaio, le classi in quarantena e che dunque praticano attività didattica a distanza, in provincia di Lecco sono pressoché dimezzate rispetto alla settimana compresa fra il 24 e il 30 gennaio. Il grafico costituisce il frutto del monitoraggio del Dipartimento di Prevenzione dell’AST Brianza, e rappresenta il numero di classi per le quali è stato emesso  provvedimento di quarantena nel periodo considerato.

Un po’ di respiro, dunque, per alunni e insegnanti costretti fino ad ora a destreggiarsi in qualche modo fra positività al virus, classi in dad e didattica zoppicante. E i previsti interventi di alleggerimento delle restrizioni contribuiranno certamente a ridurre lo stato di marasma nel quale l’azione sinergicamente negativa di coronavirus e provvedimenti ministeriali, a volte discutibili e spesso incomprensibili, hanno gettato le nostre scuole.

Sabato, 15 Gennaio 2022 07:16

INFODEMIA

La marea epidemica è ancora in fase ascendente. Ma c’è un’altra ondata che da tempo sommerge la Penisola. È lo tsunami provocato da una galoppante infodemia, l’incontrollata e onnipresente tempesta massmediatica che ci travolge quotidianamente sospinta da giornali, telegiornali e dall’ormai incontrollabile nubifragio di notizie (vere o presunte) prodotto dai social internettiani. Grazie ai quali l’intera società rischia un irrimediabile naufragio informativo. Il bombardamento a tappeto proveniente da piccoli, medi e grandi schermi (ormai gli smart tv da 60 pollici sono la norma) non risparmia nessuno. Supportato da nuove star mediatiche che la pandemia ha sospinto ai vertici dell’attenzione in un interminabile botta e risposta fra virologi, epidemiologi, infettivologi, divulgatori, microbiologi del bar Sport, ricercatori operanti su Facebook.

Siamo diventati tutti grandi esperti di proteine Spike, RNA messaggeri, anticorpi monoclonali, varianti virali grazie alla cui onomastica conosciamo ormai a memoria l’intero alfabeto greco dalla A alla Z. Pardon: dall’Alfa all’Omega. Vabbé, si dice omicron, con l’iniziale minuscola, ma va bene uguale. Tanto tutti parlano e sparlano di tutto e su tutto dall’alto di pulpiti domestici o mediatici, sociali o conviviali senza pudore, senza pensarci troppo. Pensarci, appunto. Pensare è un esercizio complesso e spesso faticoso costellato di insidie. Il rischio più grande è scoprire di aver espresso concetti errati e di doversi autocriticare davanti ai nostri followers. Non lo fa proprio nessuno. Tanto il giorno dopo, o un’ora dopo, nessuno se ne ricorda più grazie all’accavallarsi di notizie, pareri, opinioni, certezze, convinzioni, atti di fede. Una fake scaccia l’altra in un accelerato e ubiquo moto browniano massmediatico. Dice: “Ma allora a chi dobbiamo dar retta? Al virologo, o al politico? Al giornalista o a superMario Draghi che oltretutto la pensa e la fa da banchiere?” Dice quell’altro: “Basta attenersi ai dati, alle cifre; i numeri dicono sempre la verità”.

E allora giù grafici, istogrammi, tabelle fitte di numeri, sofisticati diagrammi statistici. C’è un tizio su un social molto frequentato anche da ricercatori e studiosi di ottimo livello, che pubblica ogni giorno tonnellate di diagrammi e grafici a torta, a barre, a linee, ad area e così via commentando immancabilmente con interminabili vaniloqui. Non è uno scienziato né un epidemiologo né uno statistico però grazie alla sua compulsiva e quotidiana presenza raccoglie migliaia di like, Ma i dati, anche i più precisi, senza l’inserimento in un contesto, spesso mutevole e incerto, non servono proprio a nulla. Sapere quanti sono stati i soggetti positivi rilevati ieri non mi dice quasi niente di statisticamente significativo nemmeno se conosco il numero dei prelievi effettuati. E anche se ne fossi a conoscenza non basterebbe perché ciò che conta è la percentuale, il rapporto fra numero di tamponi e contagi. E anche in questo caso ci si accontenta di approssimare all’intera popolazione nazionale l’estensione della stima sulla base del cosiddetto “intervallo di confidenza” che ti indica il margine di errore della valutazione. Margine che ovviamente si riduce con l’aumentare dei test validi che estende la platea dei soggetti tamponati.

Chi si occupa di statistica ha studiato e faticato molti anni per poter leggere grafici la cui interpretazione in un contesto pandemico risulta molto più delicata e complessa rispetto ad altre realtà anche a causa del numero di variabili in gioco. Il coronavirus non ti avverte per tempo che produrrà una variante pericolosa: la scopriamo quando è già attiva. È una sfibrante rincorsa con handicap nella quale sono impegnati da due anni gli scienziati di tutto il mondo. Per questi ed altri motivi è opportuno non sdraiarsi su qualche numerino se si affronta anche estemporaneamente un tema così incredibilmente complicato come quello provocato dalla diffusione del Sars cov-2.

In realtà, noi “uomini della strada”, come diceva un tempo Mike Buongiorno, siamo costretti a muoverci “a naso” pendendo oggi dalle labbra del prof. Bassetti, domani dalle parole del prof. Crisanti, dopodomani dai post dei Ferragnez o dai tweet sommersi di like di qualche “esperto” a caccia di clickbait e noto solo a quelli che lo frequentano. Però forse una soluzione, certo non definitiva, esiste. Basterebbe navigare attraverso i siti internet della Fondazione Gimbe e di Epicentro o dell’Istituto superiore di Sanità oppure, meglio ancora, di Our world in data, (in lingua inglese) punto di riferimento imprescindibile per ottenere un quadro esauriente e scientificamente attendibile della presente pandemia. Ma fate attenzione: potreste imbattervi in qualche grafico. Come il seguente, prodotto dal CSSE della statunitense Johns Hopkins University

O come questo della Fondazione Gimbe che riguarda i casi di contagio fra gli operatori sanitari in Italia, alla data dell’undici gennaio 2022. L’anno scorso medici e infermieri erano invocati come eroi. Oggi nessuno o quasi ne parla più ma loro sono ancora lì a lottare rischiando più di tutti noi sapendo perfettamente di che pericoli si tratta.

 

Giovedì, 06 Gennaio 2022 07:06

CORONAVIRUS, UNA VARIANTE TIRA L'ALTRA

In termini scientifico-matematici si scrive B.1.1.529 ma si legge Omicron. E adesso, a un mese dalla sua plateale irruzione sullo scacchiere pandemico, l’ultima versione del coronavirus che negli ultimi due anni ha così radicalmente stravolto i nostri stili di vita, sta dilagando a velocità supersonica. L’andamento della “curva” epidemica in Lombardia rappresenta bene le caratteristiche diffusive dell’espansione virale. Le cifre sono preoccupanti: in poco più di un mese l’indice di contagio è passato dal 2% dell’1/12/2021 al 20,9% di martedì 4 Gennaio 2022.

Un balzo in avanti impressionante che rischia di avere un effetto devastante sulla pressione alla quale la pandemia sottopone le strutture ospedaliere sia quelle di medicina generale che quelle “covid dedicate”. A conferma dei dati riportati si impongono le cifre dei ricoveri in terapia intensiva per Covid-19 che il 21 dicembre dello scorso anno erano 161 con saldo addirittura negativo (-2) mentre 15 giorni dopo, il 4 gennaio scorso, i dati indicavano +15 ricoveri per un totale di 234. Ancora una volta la Lombardia si esibisce come “locomotiva d’Italia” più nel male che nel bene, visto che il tasso di positività nazionale nel periodo considerato si ferma al 13,9%.

Insomma la variante virale proveniente dal Sudafrica si dimostra (ma questo lo sapevamo da subito) molto più contagiosa della sorella più anziana, la Delta, che sta infatti progressivamente e rapidamente lasciando il posto alla nuova espressione del Sars Cov_2: con ogni probabilità siamo in presenza di un tipico “salto evolutivo” intraspecifico. E più il virus circola fra noi maggiori sono le probabilità di mutazioni le quali, lo ricordiamo, si sviluppano su basi del tutto casuali e, quindi, imprevedibili dal momento che nessun virus segue un “programma” di disseminazione ma opera in base alla cosiddetta “pressione selettiva” la quale (per forza di cose semplificando molto), segue una delle leggi fondamentali dell’evoluzionismo privilegiando la sopravvivenza non del più forte, come si dice banalmente, ma del più adatto. In altri termini, sopravviverà il virus con la maggiore velocità di contagio e la minore letalità che consente al “portatore” di sopravvivere e trasmettere con più efficacia e più a lungo la proliferazione virale.
Il grafico spiega chiaramente la situazione attuale: la variante Omicron (curva viola) sta completamente sostituendo la variante Delta (curva verde).

Ciò significa anche però che, nonostante sia molto meno aggressiva e provochi sintomatologie meno gravi, la B.1.1.529 sta mettendo in difficoltà le strutture sanitarie poiché fa aumentare in proporzione il numero dei ricoveri. In altre parole non è tanto la percentuale dei casi gravi sui casi totali a preoccupare, ma il numero assoluto di casi gravi che arrivano in emergenza nei nosocomi. Casi che, sia detto per inciso, riguardano per oltre il 90% pazienti non vaccinati. Il rischio concreto è che fra qualche giorno reparti covid e terapie intensive vengano saturate da pazienti colpiti dalla Omicron. Il che potrebbe indurre una reazione a catena di saturazione in altri reparti ospedalieri che in tal modo non sarebbero più in grado di far fronte alle richieste di ricovero. A conferma della necessità di procedere ad una vaccinazione di massa. Dice: “ma il pericolo legato agli effetti indesiderati” ?

L’estate scorsa abbiamo incontrato un amico pensionato lungo la ciclabile. Avanzava lentamente, con piccoli passi incerti, appoggiandosi a un deambulatore. Mi spiegò ansimando, con un filo di voce, che tre mesi prima si trovava ricoverato in terapia intensiva a Milano con sintomatologia grave da Covid-19. Mentre parlava faticava a respirare e aveva un tremito continuo alle mani. Tutti effetti che il mio sfortunato interlocutore non aveva certo desiderato. Certo si trattava di un anziano ultrasessantenne. Ma l’età media dei colpiti da covid 19 sta scendendo rapidamente. Come dimostra il grafico seguente.

Percentuale di casi di COVID-19 segnalati in Italia negli ultimi 30 giorni per classe di età (dato disponibile per 1.184.904 casi)



Dunque facciamo attenzione: mascherina sul naso, lavaggio frequente delle mani e niente assembramenti. All’orizzonte, inoltre, si profila quella che potrebbe essere una nuova minaccia. In Francia è stata scoperta una variante di coronavirus finora ignota. Fra qualche giorno ne sapremo di più ma si tratta di una novità che non induce a sonni tranquilli. Dunque nessun ripensamento: tiratevi su la manica e fatevi inoculare al più presto. I benefici del vaccino sono enormemente superiori ai rischi. Con buona pace delle narrazioni no vax, no green pass, no Covid...

Martedì, 28 Dicembre 2021 13:56

TAMPONI RAPIDI CALMIERATI

TAMPONI RAPIDI CALMIERATI NELLE SEGUENTI FARMACIE:

PASTURO:

Farmacia San Calimero s.r.l.s.

Mattina: 08:30 - 12:30
Pomeriggio: 15:00 - 19:30
Piazza Vittorio Veneto 3/4 23818

PRIMALUNA

Farmacia Panzeri

Mattina: 08:30 - 12:30
Pomeriggio: 14:45 - 19:30
Via Provinciale, 67 23819 - Primaluna (LC)

MARGNO

Farmacia delle Betulle SNC di Pelizzari & C.

Mattina: 09:00 - 12:30
Pomeriggio: 15:30 - 19:00
Via Vittorio Veneto 27 23832 - Margno (LC)

BELLANO

Farmacia Giglio Dr. Cosimo srl

Mattina: 08:30 - 12:30
Pomeriggio: 15:00 - 19:30
Via Gavazzi 6 23822 - Bellano (LC)

DERVIO

Antica Farmacia del Lago SNC

Mattina: 08:30 - 12:30
Pomeriggio: 15:00 - 19:00
Via Matteotti 54/1 23824 - Dervio (LC)

LECCO

Farmacia Castello S.N.C. dei Dottori Giovanni e Paolo Gerosa

Mattina: 00:00 - 08:30
Mattina: 09:00 - 12:30
Pomeriggio: 15:00 - 19:30
C.so Matteotti 26 23900 - Lecco (LC)

Farmacia Pontiggia srl

Continuato: 08:30 - 19:30
Viale Dante 52 23900 - Lecco (LC)

Farmacia Belledo SNC

Mattina: 08:45 - 12:45
Pomeriggio: 14:45 - 19:45
via tonio da Belledo, 8 23900 - Lecco (LC)

Farmacia Centrale s.a.s. del dott. Antonio Masolo & C.

Mattina: 08:30 - 13:00
Pomeriggio: 14:30 - 19:30
Via Cavour, 19 23900 - Lecco (LC)

Nuova Farmacia Internazionale s.r.l.

Continuato: 08:30 - 19:30
Lungo Lario Isonzo,18 23900 - Lecco (LC)

Farmacia Pescarenico

Mattina: 08:30 - 12:30
Pomeriggio: 14:45 - 19:45
Corso Martiri Liberazione, 93 23900 - Lecco (LC)

altre informazioni in : https://farmacia-aperta.eu

Domenica, 26 Dicembre 2021 14:32

COVID 19, ATTENTI AL RAFFREDDORE

Vi gocciola il naso? Starnutite spesso? Avete perso la capacità di avvertire odori e sapori? Vi duole la testa? Se è così non dovreste assolutamente sottovalutare questi sintomi ma informarne il medico visto che ci sono buone probabilità che non si tratti di un semplice raffreddore ma della manifestazione di un’infezione da coronavirus. Covid 19, insomma, la cui sintomatologia è spesso sovrapponibile nelle forme meno gravi, a quella della semplice rinite la cui diffusione è tipica della stagione fredda.

Questo è quanto affermano i ricercatori britannici dello “Zoe Covid study” secondo i quali fra 2500 casi con i tipici sintomi da raffreddore, almeno la metà era affetta da Covid 19. Insomma, il colpevole era Sars-cov 2, meglio noto come coronavirus. I ricercatori inglesi, all’opera da quasi due anni, si sono basati sui risultati forniti da Zoe, un’app da installare su smartphone, similmente alla nostrana Immuni (a proposito: che fine ha fatto? Nessuno ne parla più.), messa a punto dal King’s college londinese per monitorare la presenza fra la popolazione della sintomatologia prodotta dall’infezione da coronavirus. E Zoe ha sentenziato: circa il 50% delle riniti rilevate erano prodotte dalla Covid 19. Ma non è tutto.

La maggiore parte di questi casi sarebbe dovuta, secondo i ricercatori, alla diffusione della variante virale Omicron che in Gran Bretagna si sta diffondendo a gran velocità: al 23 dicembre i nuovi casi di Covid 19 (con manifesta sintomatologia) superavano i 144 mila con un aumento del 66% rispetto alla settimana precedente. Secondo Tim Spector, l’epidemiologo “principal investigator” di Zoe Covid study, sono ormai più di 4 milioni le persone che utilizzano l’app contribuendo così alla raccolta dei dati che riguardano il più esteso studio in atto al mondo sulla pandemia. Spector ha anche affermato che nonostante i dati “disegnino una situazione preoccupante” c’è anche una buona notizia visto che le cifre emerse dallo studio preliminare “indicano che Omicron potrebbe essere meno aggressivo della variante Delta” anche se molto più contagioso. Per questo fate attenzione e non sottovalutate starnuti, perdita del gusto e dell’olfatto o naso gocciolante: potrebbe non trattarsi di un semplice raffreddore ma di qualche cosa di molto più pericoloso. E, oltre ad indossare sempre la mascherina, vaccinatevi il più presto possibile.

L’efficacia delle vaccinazioni nella lotta alla pandemia è suggerita anche da alcuni studi preliminari effettuati dall’Imperial college di Londra e dall’Università di Edimburgo. Pare infatti che la variante Omicron, rispetto alla Delta, riduca del 15% le probabilità di ricovero ospedaliero e del 40% il rischio di trascorrere più di una notte in ospedale. In Italia la variante Omicron sembra possieda una prevalenza vicina al 30% rispetto alla Delta. Anche secondo l’ECDC (European Centre for Disease Prevention and Control), la variante Omicron sembrerebbe produrre effetti meno gravi rispetto alla Delta: “Most cases for which there is available information on severity were either asymptomatic or mild” (“Nella maggior parte, i casi per i quali sono disponibili dati relativi alla gravità, sono o asintomatici o di moderata gravità”).

FONTI (in inglese): https://covid.joinzoe.com/
https://www.imperial.ac.uk/mrc-global-infectious-disease-analysis/covid-19/report-50-severity-omicron/
https://www.research.ed.ac.uk/en/publications/severity-of-omicron-variant-of-concern-and-vaccine-effectiveness-
https://www.ecdc.europa.eu/en/news-events/weekly-epidemiological-update-omicron-variant-concern-voc-week-50-data-19-december-2021

Domenica, 31 Ottobre 2021 06:05

IL VACCINO TRAMITE CEROTTO

Rimosso dalle prime pagine a causa degli eventi legati al G20 in corso a Roma, l’argomento Covid 19 rimane però sempre in primo piano anche se per ora relegato nelle pagine interne di giornali e in seconda linea nei telegiornali. Ma l’attenzione agli sviluppi della pandemia da coronavirus resta alta. Anche perché “la circolazione del virus ha ripreso a crescere in tutte le regioni” in Italia come nel resto dell’Europa. Parola di Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità.

Le previsioni dell’ISS appaiono velatamente pessimistiche dato che è prevista per i prossimi sette giorni una risalita dell’indice Rt che dovrebbe passare da 0,86 a 1,14. La Lombardia non si colloca per il momento fra le regioni a rischio, anche se i dati indicano una tendenza al rialzo. Ma, al netto dei dati nazionali e regionali, una notizia dagli States fa ben sperare. Ieri avevamo rivelato lo stadio avanzato della sperimentazione di una compressa, utilizzata da decenni per combattere le sindromi depressive, molto efficace anche nell’abbattere la sintomatologia grave causata dal covid 19 e nella drastica riduzione dei decessi. Oggi siamo in grado di confermare che la ricerca di un farmaco efficace contro il coronavirus, responsabile della pandemia che travaglia il pianeta da quasi due anni, non si ferma e mostra di poter conseguire anche notevoli successi.

È di Sabato 30 ottobre, la pubblicazione sulla pubblicazione scientifica statunitense “SciTechDaily” e su altre testate specializzate, di una ricerca legata a una nuova tecnica di somministrazione di un vaccino già entrato nella Fase 1 della sperimentazione sull’uomo. Si tratta di una inoculazione indolore in grado di essere praticata tramite un cerotto. Gli esperimenti, condotti dall’australiana University of Queensland su animali, hanno fornito risultati molto positivi. Il farmaco veicolato, chiamato Hexapro, messo a punto tempo fa nei laboratori della University of Texas, si è dimostrato efficace producendo una potente risposta immunitaria (superiore persino rispetto alla somministrazione tradizionale) dopo una sola applicazione.

Quando e se il nuovo farmaco potrà essere utilizzato sull’uomo, i vantaggi della somministrazione tramite cerotto rispetto alle inoculazioni classiche, saranno numerosi. Innanzitutto l’Exapro distribuito tramite cerotto può essere conservato a temperatura ambiente (25 °C) per oltre un mese e quindi distribuito su vasta scala con grande facilità senza la necessità di scomodi, delicati e costosi supporti criogenici la cui gestione logistica richiede una lunga e perfetta catena del freddo. Grazie anche alla tecnica messa a punto dai ricercatori australiani, l’Hexapro è di facile e poco costosa produzione e possiede grande stabilità chimica. Il vaccino viene somministrato per via cutanea tramite un cerotto di forma circolare dotato di 5000 microaghi assolutamente indolori.

Inoltre, grazie alla nuova tecnica, potrebbe essere utilizzato per immunizzare le popolazioni dei paesi più svantaggiati, insieme al Novavax, l’altro vaccino attualmente all’esame dell’Agenzia europea del farmaco e dunque in fase avanzatissima per quanto riguarda l’iter per il via libera a commercializzazione e somministrazione. Secondo David Muller, ricercatore della University of Queensland, il vaccino applicato utilizzando il cerotto come vettore produce una risposta immunitaria “migliore e più rapida” rispetto all’inoculazione con la siringa ipodermica. Inoltre con questa innovativa tecnica (HD-MAP) sarebbe addirittura in grado di “neutralizzare varianti multiple (del coronavirus n. d. r.) incluse la Delta e la Sudafricana”.
Maggiori particolari qui: https://scitechdaily.com/needle-free-covid-19-vaccine-shows-promise-protection-via-a-single-pain-free-click/

Domenica, 19 Settembre 2021 08:21

GREEN PASS OBBLIGATORIO PER I LAVORATORI

🔴 𝐆𝐫𝐞𝐞𝐧 𝐏𝐚𝐬𝐬 𝐨𝐛𝐛𝐥𝐢𝐠𝐚𝐭𝐨𝐫𝐢𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐢 𝐢 𝐥𝐚𝐯𝐨𝐫𝐚𝐭𝐨𝐫𝐢 𝐝𝐚𝐥 𝟏𝟓 𝐨𝐭𝐭𝐨𝐛𝐫𝐞 𝟐𝟎𝟐𝟏 🔴
Il Consiglio dei Ministri ieri ha approvato un decreto-legge che introduce misure urgenti per assicurare lo svolgimento in sicurezza del lavoro pubblico e privato mediante l’estensione dell’ambito applicativo della certificazione verde COVID-19 e il rafforzamento del sistema di screening.
Ecco le principali novità per quanto riguarda le aziende.
𝐋𝐚𝐯𝐨𝐫𝐨 𝐩𝐫𝐢𝐯𝐚𝐭𝐨
🧐 𝗔 𝗰𝗵𝗶 𝘀𝗶 𝗮𝗽𝗽𝗹𝗶𝗰𝗮
Sono tenuti a possedere e a esibire su richiesta i Certificati Verdi coloro che svolgano attività lavorativa nel settore privato.
🏭 𝗗𝗼𝘃𝗲 𝘀𝗶 𝗮𝗽𝗽𝗹𝗶𝗰𝗮
Il possesso e l’esibizione, su richiesta, del Certificato Verde sono richiesti per accedere ai luoghi di lavoro.
👮‍♀️𝗜 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗿𝗼𝗹𝗹𝗶 𝗲 𝗰𝗵𝗶 𝗹𝗶 𝗲𝗳𝗳𝗲𝘁𝘁𝘂𝗮
Come per il lavoro pubblico, anche per quello privato sono i datori di lavoro a dover assicurare il rispetto delle prescrizioni. Entro il 15 ottobre devono definire le modalità per l’organizzazione delle verifiche. I controlli saranno effettuati preferibilmente all’accesso ai luoghi di lavoro e, nel caso, anche a campione. I datori di lavoro inoltre individuano i soggetti incaricati dell’accertamento e della contestazione delle eventuali violazioni.
🛑 𝗟𝗲 𝘀𝗮𝗻𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶
Il decreto prevede che il personale ha l’obbligo del Green Pass e, se comunica di non averlo o ne risulti privo al momento dell’accesso al luogo di lavoro, è considerato assente senza diritto alla retribuzione fino alla presentazione del Certificato Verde. Non ci sono conseguenze disciplinari e si mantiene il diritto alla conservazione del rapporto di lavoro.
È prevista la sanzione pecuniaria da 600 a 1500 euro per i lavoratori che abbiano avuto accesso violando l’obbligo di Green Pass.
Per le aziende con meno di 15 dipendenti è prevista una disciplina volta a consentire al datore di lavoro a sostituire temporaneamente il lavoratore privo di Certificato Verde.
✅ 𝗧𝗮𝗺𝗽𝗼𝗻𝗶 𝗰𝗮𝗹𝗺𝗶𝗲𝗿𝗮𝘁𝗶
Il decreto prevede l’obbligo per le farmacie di somministrare i test antigenici rapidi applicando i prezzi definiti nel protocollo d’intesa siglato dal Commissario straordinario per l’attuazione e il coordinamento delle misure di contenimento e contrasto dell’emergenza epidemiologica Covid-19, d’intesa con il Ministro della salute. L’obbligo vale per le farmacie che hanno i requisiti prescritti.
Le nuove norme prevedono inoltre la gratuità dei tamponi per coloro che sono stati esentati dalla vaccinazione.

Una simpatica alunna russa dell`Istituto Parini di Lecco si e` vaccinata con due dosi di SPUTNIK, che tra l`altro sembra avere un`efficacia altissima, ha 110 di anticorpi (meglio di Pfizer !). Per la legge italiana pero`, siccome lo Sputnik non e` riconosciuto dall`EMA, e` come se fosse una no-vax, quindi non puo` avere il Green Pass. Per adesso puo` entrare a scuola, ma non puo` andare al cinema, nei centri sportivi dove gioca suo fratello, ecc. ecc. L`unica soluzione che le hanno prospettato e` quella di aspettare l`anno prossimo, quando gli anticorpi saranno scesi e potra` iniettarsi il Pfizer. A occhio pero` non mi sembra una grande soluzione !

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