La “campagna d’Italia” di Omicron arranca. I dati degli ultimi giorni sono confortanti e indicano su quasi tutto il trerritorio nazionale (il Lecchese non fa eccezione) un evidente arretramento dei parametri pandemici. Da alcuni giorni a Lecco e nella provincia ricoveri in terapia intensiva e le ospedalizzazioni legate dall’infezione sitnomatica da coronavirus sono in costante diminuzione anche se negli ultimi due giorni l’indice di positività, prodotto dal rapporto fra tamponi effettuati e casi positivi, è passato dall’8,9 di lunedì 31 gennaio al 10,2 di giovedì 3 febbraio. Ma è possibile che si tratti di oscillazioni fisiologiche. Per ottenere tracciati statistici significativi sarà infatti necessario attendere i rilevamenti dei prossimi giorni.
Ma tutto lascia credere che l’arrembaggio del coronavirus stia perdendo forza. Procedono in questa direzione anche le statistiche riguardanti l’impatto della pandemia sul mondo della scuola. Dal report settimanale diffuso dall’ATS Brianza, come spiega con chiarezza il grafico a colonne colorate, si è verificata una riduzione complessiva del numero di classi sottoposte a quarantena sia in provincia di Monza Brianza che di Lecco.
Come risulta evidente dal grafico, nei sette giorni fra il 17 e il 23 gennaio, le classi in quarantena e che dunque praticano attività didattica a distanza, in provincia di Lecco sono pressoché dimezzate rispetto alla settimana compresa fra il 24 e il 30 gennaio. Il grafico costituisce il frutto del monitoraggio del Dipartimento di Prevenzione dell’AST Brianza, e rappresenta il numero di classi per le quali è stato emesso provvedimento di quarantena nel periodo considerato.
Un po’ di respiro, dunque, per alunni e insegnanti costretti fino ad ora a destreggiarsi in qualche modo fra positività al virus, classi in dad e didattica zoppicante. E i previsti interventi di alleggerimento delle restrizioni contribuiranno certamente a ridurre lo stato di marasma nel quale l’azione sinergicamente negativa di coronavirus e provvedimenti ministeriali, a volte discutibili e spesso incomprensibili, hanno gettato le nostre scuole.