Vi gocciola il naso? Starnutite spesso? Avete perso la capacità di avvertire odori e sapori? Vi duole la testa? Se è così non dovreste assolutamente sottovalutare questi sintomi ma informarne il medico visto che ci sono buone probabilità che non si tratti di un semplice raffreddore ma della manifestazione di un’infezione da coronavirus. Covid 19, insomma, la cui sintomatologia è spesso sovrapponibile nelle forme meno gravi, a quella della semplice rinite la cui diffusione è tipica della stagione fredda.
Questo è quanto affermano i ricercatori britannici dello “Zoe Covid study” secondo i quali fra 2500 casi con i tipici sintomi da raffreddore, almeno la metà era affetta da Covid 19. Insomma, il colpevole era Sars-cov 2, meglio noto come coronavirus. I ricercatori inglesi, all’opera da quasi due anni, si sono basati sui risultati forniti da Zoe, un’app da installare su smartphone, similmente alla nostrana Immuni (a proposito: che fine ha fatto? Nessuno ne parla più.), messa a punto dal King’s college londinese per monitorare la presenza fra la popolazione della sintomatologia prodotta dall’infezione da coronavirus. E Zoe ha sentenziato: circa il 50% delle riniti rilevate erano prodotte dalla Covid 19. Ma non è tutto.
La maggiore parte di questi casi sarebbe dovuta, secondo i ricercatori, alla diffusione della variante virale Omicron che in Gran Bretagna si sta diffondendo a gran velocità: al 23 dicembre i nuovi casi di Covid 19 (con manifesta sintomatologia) superavano i 144 mila con un aumento del 66% rispetto alla settimana precedente. Secondo Tim Spector, l’epidemiologo “principal investigator” di Zoe Covid study, sono ormai più di 4 milioni le persone che utilizzano l’app contribuendo così alla raccolta dei dati che riguardano il più esteso studio in atto al mondo sulla pandemia. Spector ha anche affermato che nonostante i dati “disegnino una situazione preoccupante” c’è anche una buona notizia visto che le cifre emerse dallo studio preliminare “indicano che Omicron potrebbe essere meno aggressivo della variante Delta” anche se molto più contagioso. Per questo fate attenzione e non sottovalutate starnuti, perdita del gusto e dell’olfatto o naso gocciolante: potrebbe non trattarsi di un semplice raffreddore ma di qualche cosa di molto più pericoloso. E, oltre ad indossare sempre la mascherina, vaccinatevi il più presto possibile.
L’efficacia delle vaccinazioni nella lotta alla pandemia è suggerita anche da alcuni studi preliminari effettuati dall’Imperial college di Londra e dall’Università di Edimburgo. Pare infatti che la variante Omicron, rispetto alla Delta, riduca del 15% le probabilità di ricovero ospedaliero e del 40% il rischio di trascorrere più di una notte in ospedale. In Italia la variante Omicron sembra possieda una prevalenza vicina al 30% rispetto alla Delta. Anche secondo l’ECDC (European Centre for Disease Prevention and Control), la variante Omicron sembrerebbe produrre effetti meno gravi rispetto alla Delta: “Most cases for which there is available information on severity were either asymptomatic or mild” (“Nella maggior parte, i casi per i quali sono disponibili dati relativi alla gravità, sono o asintomatici o di moderata gravità”).
FONTI (in inglese): https://covid.joinzoe.com/
https://www.imperial.ac.uk/mrc-global-infectious-disease-analysis/covid-19/report-50-severity-omicron/
https://www.research.ed.ac.uk/en/publications/severity-of-omicron-variant-of-concern-and-vaccine-effectiveness-
https://www.ecdc.europa.eu/en/news-events/weekly-epidemiological-update-omicron-variant-concern-voc-week-50-data-19-december-2021
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