In questo anno dantesco in cui si moltiplicano le iniziative dedicate alla celebrazione del 7° centenario della morte del poeta, padre della lingua italiana, vorremmo portare un piccolo contributo, con riferimento al nostro territorio, traendolo dal primo volume dell’opera Lecco e la sua storia di Angelo Borghi, promossa dall’Associazione ex alunni del Liceo classico “A. Manzoni” di Lecco.
Nel vasto insieme di personaggi storici citati da Dante nella Divina Commedia se ne possono individuare almeno due le cui vicende sono collegate a Lecco e al suo territorio:
🔴 Rubaconte da Mandello (1170/1180-1238), di nobile famiglia originaria del borgo di Mandello, fu podestà di Firenze dal 1236 al 1238. Fu artefice, tra l’altro, della costruzione di un ponte sull’Arno che da lui prese il nome e che viene citato da Dante (Purg. XII, 102). Il ponte, oggi sostituito dal moderno Ponte delle Grazie, era uno dei più importanti e antichi di Firenze, avendo resistito anche all’alluvione del 1333 che distrusse il Ponte Vecchio. Rubaconte viene ricordato come uomo giusto e imparziale, autore di importanti iniziative nella Firenze dell’epoca. Il novelliere Franco Sacchetti lo presenta come giudice “salomonico” nella novella CXCVI del suo Trecentonovelle. Sia Firenze sia Mandello del Lario gli hanno intitolato una via.
🔴 Guido di Montfort (1243-1288), figlio di Simone duca di Leicester, nel 1271 trafisse con un colpo di spada il cuore del cugino Enrico di Cornovaglia per vendicare la barbara uccisione del padre. Il delitto avvenne a Viterbo sull’altar maggiore di una chiesa al momento dell’elevazione (in grembo a Dio scrive Dante) ed ebbe enorme risonanza internazionale. Dante nell’Inferno rievocava quest’episodio di violenza sacrilega, punendo il suo esecutore tra gli omicidi (Inf. XII, 118-120). Scomunicato dal papa, Guido di Montfort fu rinchiuso prima in Toscana e poi, nel 1274, nel Castello di Lecco dove ricevette l’assoluzione delle censure ecclesiastiche, venendo liberato nel 1278.
È oggi invece considerata senza fondamento storico la notizia secondo cui Dante, durante il suo esilio, sarebbe stato ospitato a Udine dal Patriarca di Aquileia Pagano della Torre, della nobile famiglia originaria della Valsassina. Pagano si era ritirato a vivere in terra friulana dopo che la famiglia nel 1277 aveva perso la signoria di Milano.
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