Confartigianato giudica incomprensibile la chiusura delle attività di barbieri, parrucchieri e centri estetici in zona rossa.
“Si tratta – sottolinea Confartigianato Acconciatori – di un provvedimento ingiustificato nei confronti delle imprese di acconciatura ed estetica che in questi mesi hanno applicato con la massima diligenza le linee guida dettate dalle autorità sanitarie e dal Governo, intensificando le già rigide misure previste dal settore sul piano igienico-sanitario, e si sono riorganizzate per garantire la massima tutela della salute degli imprenditori, dei loro collaboratori e dei clienti. La sospensione delle nostre attività svolte in sicurezza finirà per innescare l’impennata dell’offerta di prestazioni da parte di operatori abusivi che rappresentano il vero pericolo per la salute dei cittadini, oltre che danneggiare ulteriormente sul piano economico le aziende in regola. Senza considerare che, a fronte di ulteriori misure restrittive, gli imprenditori non possono ancora contare su alcuna certezza per quanto riguarda gli interventi di ristoro”.
A questo proposito, Confartigianato fa rilevare che, nei mesi di marzo, aprile e maggio 2020, per l’effetto combinato di mancati ricavi a causa della chiusura e della concorrenza dell’abusivismo, le imprese di acconciatura e di estetica hanno registrato una perdita economica di 1.078 milioni di euro, pari al 18,1% del fatturato annuo.
Confartigianato Acconciatori chiede al Governo di riconsiderare le misure restrittive riguardanti le attività di acconciatura ed estetica, consentendone lo svolgimento anche in zona rossa, a tutela della salute dei cittadini e dell’economia del settore.