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Pubblicato in Editoriali

COME VOLEVASI DIMOSTRARE

Sabato, 27 Febbraio 2021 11:44 Scritto da  Riccardo Benedetti

Da lunedì si torna in arancione, un provvedimento ampiamente previsto e prevedibile che solo un marziano non si saprebbe spiegare.

Mentre sui social imperversa la guerra tra chi raccomanda prudenza e chi dice che non ne può più e quindi fa quel che vuole e manda a quel paese tutti e tutto, là fuori nuove versioni del maledetto virus soffiano ai quattro venti, entrano in case, scuole e fabbriche; e colpiscono molto più di prima i giovani, tanto che l'età media dei contagiati è scesa a 44 anni.

Inutile sottolineare che quel che avevamo scritto tre settimane fa si è avverato. Anche perchè si rischia di prendersi le contumelie di chi magari è capace di addossare colpe a questo o a quello (facile, no?), mentre la "colpa" è di tutti noi, pochissimi esclusi, che pensano che sia sempre l'altro a dover rispettare le regole perchè tanto se non le rispetto solo io non è che facciamo fuori il Covid.

E' l'apoteosi dell'egoismo, di chi scrive che lui ha il diritto di poter andare in montagna e poco importa se le strade sono zeppe di auto parcheggiate pericolosamente e non c'è proprio più posto. Vorrei vedere se parcheggiassimo nel suo paese duemila vetture cosa direbbe.

E' il trionfo dell'egoismo e del chissenefrega. E dell'ipocrisia di quando guardiamo agli altri e non a noi stessi. 

Per questo ci meritiamo, come minimo, l'arancione, e mi spiace per tanti che dovranno richiudere.

Francamente in queste tre settimane tutti ne hanno approfittato muovendosi in massa, affollando vie e piazze, ristoranti, bar, supermercati. Certo, dirà qualcuno, il problema sono i trasporti.  Ma se qualcuno ci facesse una domanda del tipo "cosa fareste voi?" cosa risponderemmo? 

E la stessa cosa vale per le scelte di chiudere o aprire. I contagi salgono, i morti aumentano, la responsabilità collettiva verificata alla prova dei fatti è pari o vicina allo zero. Bene, cosa faremmo noi?

Ho guardato poco fa la situazione strade. Da Monza a Lecco ci vuole un'ora e dieci per fare 40 chilometri, per cui vi lascio immaginare cosa sta succedendo. Sono 40 chilometri di auto con dentro gente che vuole evadere per l'ultima volta prima del semi lockdown, gente che, oltretutto, parte dalle zone dove i numeri dei contagi sono maggiori, persone che non vogliono capire il messaggio e ha deciso che o la va o la spacca, tanto poi (come dicono in molti) il covid ce lo facciamo tutti.

Anche gli "eroi" della primavera scorsa sono diventati dei disturbatori sociali. Che facciano il loro lavoro e non rompano più le balle, in fondo sono pagati per quello. O no?

Sono loro che vedono la gente morire mentre noi giriamo la testa dall'altra parte. Ma questo, nell'era dell'egoismo covidiano è un di cui che a noi non può capitare. Poi un giorno succede che un amico, un conoscente, un parente si ammali davvero e allora giù lacrime e magari tante, alla maniera dei coccodrilli.

Buona fortuna a tutti per questo fine settimana. E come direbbe una simpatica suora della televisione "che Dio ci aiuti".

(E che facciano presto a vaccinarci).

Riccardo Benedetti

 

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