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Pubblicato in Editoriali

LEZIONE AI CONFINI DELLA ZONA ROSSA

Mercoledì, 03 Marzo 2021 16:57 Scritto da  Riccardo Benedetti

Buone e cattive notizie.

La buona: finalmente la Regione ha deciso di vaccinare gli insegnanti e il personale della scuola che da oggi può "prenotarsi" (facilmente, per fortuna). Da lunedì 8, poi, disponibilità di vaccini ed organizzazione generale permettendo, verrà dato il via alle iniezioni e siamo tutti curiosi di vedere come andrà.

Sicuramente non si è arrivati per caso a questa decisione (in Europa lo stanno già facendo tutti) sollecitata con grande forza dai sindacati e finalmente sponsorizzata dal buon senso.

La diffusione della cosiddetta "variante inglese" tra i giovani e i giovanissimi (avete sentito ieri sera Brusaferro e Locatelli?) ha portato la percentuale degli adolescenti contagiati a superare quella delle altre categorie, ragion per cui il "rischio scuola" si è moltiplicato, non tanto per colpa del "durante" (la scuola è forse uno dei luoghi più sicuri in assoluto) ma soprattutto per il "dopo" con i suoi comportamenti certo non all'altezza della situazione sui quali anche molti genitori dovrebbero riflettere anzichè, come accade in molti casi, tendere a giustificare. Perchè quando un giovane contagiato (magari asintomatico) siede a tavola in famiglia con un anziano che magari ha qualche problema il tempo delle giustificazioni finisce per dar spazio a quello del rimorso.  

In fondo la domanda ce la siamo fatta più o meno tutti: "A cosa serve il distanziamento e la mascherina in classe se poi fuori le regole vanno a farsi benedire?" La scuola, di conseguenza, è la vittima e non il colpevole. E la didattica a distanza il risultato di una serie di circostanze e comportamenti inadeguati e chi la contesta dovrebbe prima prendersela con chi le regole le prende alla larga o, nel peggiore dei casi, non le osserva neppure. Certamente non con chi cerca di correre ai ripari pur avendo messo in atto tutte le precauzioni nei luoghi di sua competenza.

La brutta notizia è che siamo alle soglie del rosso. Nel lecchese ieri sembra si contassero 245 casi ogni centomila abitanti: secondo il nuovo decreto ai 250 le aule torneranno ad essere deserte E non solo le aule, perchè il rosso (non avendo ancora definito il "nero") è il peggio che oggi possa capitare, l'ultimo gradino della libertà.

Vien da pensare se la zona gialla non sia stata un errore, un passo troppo più lungo della gamba fatto in buona fede per consentire a molti di respirare e guadagnare qualcosa. Ma siccome ad ogni azione generalmente corrisponde una reazione, ecco che all'azione dell'essere stati messi in semi-libertà (frettolosamente o meno vedete voi) sta corrispondendo la reazione del tornare ad essere rinchiusi. 

Sarebbe opportuno rendersi conto tutti che sino a quando non avremo raggiunto l'immunità a seguito della vaccinazione (così si sente dire) di almeno il 75% della popolazione, gli apri e chiudi saranno inevitabili, anche perchè ad ogni apertura si muove il mondo e, con il mondo, il perfido Covid ne approfitta per correre su e giù dalla pianura alla montagna, dalla collina al mare, dalle metropoli ai piccoli paesi.

Venerdì, dunque, sapremo.

Bertolaso, intanto, è pessimista e prevede che tutta l'Italia - tranne la Sardegna - sarà presto un pianeta rosso e lo fa a pochi giorni dal primo triste anniversario del lockdown del 2020 (ricordate, vero?, il caos sulle nostre montagne di giorno e la ressa nelle stazioni la sera?).

Il fatto che adesso ci siano i vaccini (e tralasciamo le polemiche annesse e connesse) è un grande passo avanti per l'umanità: personalmente mi auguro che questa lezione impartita da un microscopico nemico sia da monito  e da esempio per l'Uomo che è andato sulla Luna e che sta cercando la vita su Marte (guarda caso il pianeta rosso) per capire se potrà un giorno andarci ad abitare.

Così fosse, aldilà dell'oggi, dello ieri e del domani che nell'Universo contano come il due di picche quando la briscola è quadri, sarebbe un'ottima notizia per il futuro.   

Riccardo Benedetti

 

 

 

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