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Pubblicato in Editoriali

PASQUA CON CHI PUOI !

Lunedì, 05 Aprile 2021 07:33 Scritto da  Elio Spada

Italia rossa fino a domani. E pure in seguito, ancorché con qualche attenuazione. La Valsassina non costituisce una discontinuità con il resto del Paese. Anche qui strade semideserte, locali e negozi serrati, alimentari a parte. Con pochissime eccezioni. Un tempo la Pasqua era “con chi vuoi”. Oggi, ai tempi del corona virus, è “con chi puoi”. Stiamo andando, noi e il mondo, fuori misura.

Ma per ottenere un mondo "a misura d'uomo" sarebbe necessario lasciare all'uomo la possibilità di misurare il mondo con la cadenza dei passi. È il passo lento ma sicuro della vita, la successione delle impronte umane guidate da quell'elan vital che preferisco chiamare buon senso, a garantire un percorso sostenibile e condivisibile. Proprio così, sui marciapiedi delle città come lungo i sentieri di montagna, seguendo i solchi scavati nei boschi, persino nella roccia, da milioni di passi umani che disegnano sempre la strada più "giusta", se non la più breve. Sempre la più sicura. Nonostante sia "vietato calpestare le aiuole". Per queste ed altre mille ragioni condivido l’idea di un Parco in Val Biandino, dove potrebbe muovere i primi passi un nuovo, minuscolo spiraglio di umana presenza. Anche se la pandemia mostra denti feroci.

Quando, durante la “bella estate” del 2020, parlavamo del "coronavirus che ci siamo lasciati alle spalle" stavamo commettendo un peccato grave di ottimismo. Temo proprio che lui, il virus, sia ancora ben fermo davanti a noi. E che ci resterà forse ancora a lungo. Troppa fretta di ricominciare. Troppo affanno per avviare una ripartenza dagli esiti incerti e pericolosi. Certo l'economia, la produzione, la vita quotidiana spingono con forza in questa direzione. E comprendiamo perfettamente le ambasce espresse qualche giorno fa da Fabio Dadati, a proposito dei viaggi aerei all’estero nonostante l’emergenza Covid e delle difficoltà nelle quali versano migliaia di esercizi nel settore turistico e della ristorazione.

Viene però allo scoperto, in questo frangente, grazie o a causa del virus, il problema di fondo prodotto dalla modernità: l'impossibilità di fermarsi, di riprendere fiato. Il mondo globalizzato non ammette rallentamenti, non sopporta pause. La spinta poderosa e cieca verso la "produttività" nasconde l'incapacità, temo radicalmente umana, di fermarsi e riflettere sul percorso e sulla meta. Decrescita felice? Per ora è solo crescita infelice. Stiamo avanzando alla cieca, a velocità folle delegando alla tecnologia funzioni che un tempo spettavano all'ideologia. E la tecnica, (metamorfosi del capitale) nuovo mito totemizzato del mondo, ha sempre più fretta.

A proposito: " le condizioni della selezione non raggiungono e non investono più l'uomo (...) poiché egli ha imparato ad assoggettare al processo dell'adattamento, invece di se stesso, i propri artefatti e i propri strumenti. Il mondo in cui viviamo è tanto meno un mondo darwinistico quanto più la teoria e la tecnologia sono mondi darwinistici oggettivati." Così Hans Blumenberg sembra indicare, con parole diverse, le conclusioni di Emanuele Severino (personaggio certamente non in odore di marxismo) quando il filosofo afferma che "Diventando lo scopo supremo delle forze che intendono servirsi della tecnica, quest'ultima usa e consuma tali forze, che si sono trasformate in mezzi. Cioè usa e consuma l'umanità in modo sempre più adatto al proprio indefinito potenziamento."

Tecnica = capitale ? Temo di sì. Proprio queste conclusioni, mi sembra, si possano trarre osservando il nostro mondo anche grazie al filtro potente della pandemia che, in realtà non ha altre origini, altre radici se non quelle che affondano nella globalizzazione la quale, lo ricordo, non è un progetto, né un disegno. Non è un "atto" ma un "fatto" che noi ci sforziamo di guidare ma di cui, in realtà, siamo solo semplici funzionari. La sto facendo troppo lunga. Chiudo citando un pensatore "anomalo" sotto tutti i punti di vista. In un appunto del 1887 Nietzsche scriveva che "l'amministrazione economica globale della Terra (...) che inevitabilmente ci attende (...) è un consumo sempre più economico degli uomini e dell'umanità". I mezzi sono diventati fini, i fini mezzi. Chi aveva posto l'uomo sulla testa? E chi lo aveva rimesso in piedi? Nihil novum sub sole.

Ultima modifica il Lunedì, 05 Aprile 2021 11:32
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