Il prof. Mondoni ha completamente, assolutamente, umanamente ragionevolmente ragione (LA FINE DELL'ATTIVITA' MOTORIA E SPORTIVA IN ITALIA (valbiandino.net). Tutte ma proprio tutte le misure da lui esposte ed invocate a proposito dell’inadeguatezza al movimento dei nostri ragazzi sono valide. E, anche, necessarie. Ma, temo, insufficienti.
Anche se in qualche utopico futuro venissero completamente realizzate. È verissimo: oggi molti genitori non invitano (non dico incitano) i figli all’attività sportiva o semplicemente motoria se non nutrono una sia pur flebile speranza di trasformarli in campioni (almeno nazionali) di qualche blasonato sport, di squadra o individuale non fa differenza. Ma in questo caso si trasformano spesso in tirannici commissari tecnici fustigatori e torturatori della prole, spinta scriteriatamente a primeggiare nel “gioco più bello del mondo” o in altre discipline. Con un occhio all’eventuale profitto monetario che ne potrebbe derivare in caso di successo. Insomma se mio figlio non ha speranze di diventare “scarpa d’oro” almeno una volta, allora è inutile spingerlo a sudare correndo dietro a una palla. Col rischio, oltretutto, che si faccia male. Un menisco rotto o, nel migliore dei casi, una caviglia dolorante, non si augura a nessuno.
Meglio, sic stantibus rebus, fingere di non vedere mentre, stravaccato sul divano, il rampollo si imbesuisce con gli occhi sbarrati davanti allo smartphone o al videogioco di turno in preda a un accesso acuto di videocatalessi.
Vede, prof. Mondoni, noi diversamente giovani (vecchi non si dice; sarebbe come dire cieco a un non vedente. Anche se cieco è. Sarebbe insopportabilmente e politicamente scorretto) ricordiamo con nostalgia le croste sulle ginocchia dovute a rovinose cadute durante una sessione di nascondino in cortile.
Corse sfrenate e gomiti spellati sono stati, nella nostra lontanissima gioventù, pane quotidiano dei nostri “giochi da cortile”. Per di più senza alcun premio in natura o in denaro in palio. Il fatto è, prof. che non ci sono più i cortili di una volta. Anzi non ci sono più i cortili. Neanche a pagarli. E nemmeno le strade.
Non riesco a immaginare, oggi, neppure in un paesino dell’alta valle, una partita di lippa in strada. Sarebbe un rischio mortale. E a scuola, in palestra, chi si arrischierebbe a far salire lungo una corda o una pertica adolescenti in vena di ginnici confronti con i colleghi per vedere chi riesce ad arrivare in cima e chi no? In caso di caduta e, nel migliore dei casi, di contusione ai glutei si scatenerebbe un inferno a base di genitori incazzati e insegnanti convocati dal preside se non dal giudice. In una visione ottimistica del problema volerebbero parole grosse.
La parola d’ordine è, oggi, niente rischi. Idem per l’attività motoria negli oratori. Anche in presenza di un apposito certificato di sana e robusta costituzione.
Per queste ad altre analoghe ragioni, prof. Mondoni, la invito a non abbandonare la sua sacrosanta battaglia. Abbiamo un disperato bisogno di Don Chisciotte, anche se non ci sono più mulini a vento ma solo smartphone con 5 fotocamere e un refresh rate di 120 Hz. Qualunque cosa voglia dire.
Elio Spada