Spesso e volentieri nei discorsi che si sentono in giro e che qualche volta anche noi facciamo si ricordano le "tradizioni" di una volta. "Se regordet?" la domanda più ricorrente, "Che bell che l'era" la pronta risposta.
Il passato, se ci fate caso, lo dipingiamo con colori che probabilmente nemmeno aveva e il perchè è semplice: ci ricorda che il tempo procede spedito mentre la memoria cerca di conservare il bello e il buono ed è la medicina che ci consente di archiviare nel dimenticatoio tutto il resto.
Se però superiamo la superficialità di cui siamo vittime in un'epoca dove anche quello che succede un minuto prima non è più attuale, non facciamo fatica a scoprire e renderci conto che non è vero che le "tradizioni" di una volta si sono davvero perse nei meandri di quel circuito da formula 1 che è diventata la nostra vita quotidiana.
L'ultimo esempio è quello dei mitici Ragazzi del Falò di Casargo che quest'anno erano quasi in 40 a preparare la consueta pira da incendiare nella notte della vigilia perpetuando, appunto, una tradizione riconosciuta ufficialmente anche dal comune con una bella targa.
Ma quanti "ragazzi del falò" ci sono in Valle? Tanti, davvero tanti: ogni paese, addirittura ogni frazione, ha i suoi. Qualcuno più organizzato, altri meno, e se vi prendete un momento per fare mente locale vedrete che sono molti di più di quanti potrebbero sembrare.
Ora, l'impegno di questi "ragazzi" (e per "ragazzi" intendo anche una lunga schiera di provvidenziali ed instancabili pensionati) negli ultimi anni è diventato sempre più difficile a causa di una burocrazia che delle "tradizioni" se ne frega e sembra essere messa lì apposta per far scoraggiare anche il più volenteroso. Intendiamoci, non sempre la "burocrazia" è un male, ma chi oggi organizza la sia pur minima festicciola deve confrontarsi con una serie di incombenze da far perdere il sonno e, come già accaduto, la voglia.
Per questo dobbiamo ringraziare tutti i "Ragazzi dei Falò" della Valsassina che ce la mettono tutta per fare in modo che tra molti anni qualcuno possa ancora chiedere "Se regordet?" e qualcuno altro rispondere "Che bell che l'era".
(Grazie a Davide Rusconi per le foto, il video e il suo entusiasmo)