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Pubblicato in Opinioni

VACCINO ED EFFETTI COLLATERALI

Martedì, 07 Settembre 2021 18:53 Scritto da  ELIO SPADA

 Come si vede nel Lecchese e, più in generale, in Lombardia, la situazione pandemica non appare preoccupante e si nota una tendenza positiva dei dati che vengono quotidianamente diffusi dalla Regione. Anche se la narrazione antivaccinista sfrutta grafici, studi e conclusioni allarmistici provenienti da siti internet o organizzazioni di dubbia o inesistente reputazione scientifica. Come accade, per esempio, nel caso del “grido d’allarme” lanciato tempo fa dal “mainstream no vax” (Bioblu, Qanon e compari) secondo il quale esisterebbe un elevato rischio di complicanze collaterali legate alla somministrazione di vaccini mRNA (Pfizer e Moderna). A questo proposito il megafono antivaccinista-complottaro non conosce soste ed è attivo giorno e notte dilagando sul web. In particolare la canea no vax preme con impeto degno di miglior causa sulla tesi che negli adolescenti (12 – 15 anni) le probabilità di contrarre miocardite, o pericardite (infiammazione del muscolo cardiaco) o altre patologie post vaccinali, potrebbero aumentare.

In realtà, spiega Matteo Bassetti, direttore del reparto di Malattie infettive all'ospedale San Martino di Genova, intervistato da adnkronos, "C'è un report dei Cdc (Centri governativi per la prevenzione e il controllo delle malattie, attivi negli Usa n.d.r.) che sottolinea come il rischio di pericardite e di miocardite negli adolescenti che sono colpiti dal Covid è 30 volte superiore” per chi non è immunizzato. Identica situazione anche per altre patologie come danno renale acuto, trombosi venosa profonda, embolia polmonare ed altro.
Esiste inoltre un recentissimo studio di un gruppo di ricerca internazionale del “Clalit Healts Services”, il massimo operatore israeliano in materia di sanità, condotto su circa 2 milioni di cittadini di età uguale o superiore ai 16 anni. Nel Paese con la stella di David, la campagna vaccinale procede sotto la pressione della quarta ondata di coronavirus nella variante delta, la più aggressiva. Per questo il governo ha deciso da tempo di far partire il secondo richiamo con vaccino Pfizer (terza dose) iniziando dagli over 60 per poi passare agli over 12, cioè al resto della popolazione “in età vaccinale”.

La ricerca del Clalit in Israele ha rilevato 21 casi di miocardite, su una popolazione di età media pari a 25 anni, verificatisi successivamente alla somministrazione del vaccino. I risultati dell’indagine sono stati pubblicati sul New England Journal of Medicine (NEJM) e rivelano che l’incidenza dell’infiammazione del miocardio è stata stimata in 2,7 casi ogni 100 mila persone, vale a dire lo 0,0027 per cento. Va comunque ribadito che si tratta sempre di elaborazioni statistiche. Ciò significa che il legame fra vaccinazione e patologie è semplicemente una correlazione cronologica che non può in alcun modo essere interpretata in termini di causa ed effetto.

D’altra parte il medesimo studio ha rilevato anche che nella popolazione non vaccinata la percentuale di affetti da miocardite è quattro volte superiore rispetto al campione di vaccinati: 11 casi si 100 mila. Ma in questo caso i risultati possiedono maggiore cogenza per quanto riguarda la sussistenza di un rapporto di causa ed effetto fra assenza di vaccinazione ed eventi avversi poiché si tratta di confronto tra elementi omogenei, e la percentuale di casi rilevati di patologie collaterali al vaccino è significativamente superiore nella popolazione non immunizzata. Inoltre dai dati pubblicati da NEJM risulta che a carico dei non vaccinati emergono patologie non presenti nel resto della popolazione: aritmia (166,1 casi ogni 100 mila persone) danno renale acuto (125,4 casi) embolia polmonare (61,7 eventi).

Il grafico che segue riporta le differenze di rischio per possibili effetti avversi del vaccino. Si tratta di elaborazioni effettuate sei settimane dopo l’inoculazione vaccinale o l’infezione da SARS-Cov-2, riferite a 100.000 persone e adeguate all’unità numerica più prossima. Gli istogrammi azzurri riguardano il panorama dei vaccinati, quelli gialli riguardano i non vaccinati. (Fonte: NEJM).

 

Per concludere, come ha affermato Ben Reis, responsabile del gruppo di medicina predittiva del Boston Children’s Hospital Computational Health Informatics Program, “Questo studio rivela che il rarissimo evento avverso denominato miocardite e che in genere si manifesta in forme di scarsa gravità, è in realtà associato a un rischio più elevato in chi non è vaccinato e viene contagiato.” Resta tuttavia aperto (e irrisolto) il dibattito sull’opportunità di somministrare il vaccino ai minori e in particolare a chi ha meno di 12 anni anche a causa della scarsa pericolosità del contagio nei confronti di questa fascia di età e del bassissimo rischio di trasmissione virale fra minori e adulti sulla cui dinamica sono tuttora in corso numerosi studi.

Ultima modifica il Mercoledì, 08 Settembre 2021 07:41
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