E`in queste ore che l`ex Presidente del Consiglio Enrico Letta dovra` decidere se abbandonare, almeno momentaneamente, il suo ruolo di insegnante di Scienze Politiche a Parigi, e tornare alla politica attiva alla guida di un Partito disastrato, dopo la caduta del Governo Conte 2, oppure no.
Inutile dire che molti di noi fanno il tifo perche` Letta accetti un incarico che fino a qualche giorno fa sembrava utopistico ("Adesso ho scelto di fare un altro lavoro" , ha ripetuto mille volte in passato).
Enrico Letta sarebbe un segretario di prestigio, e` una persona retta, sana e intelligente, come lo sono anche molti amministratori locali del PD, a cui giustamente si vorrebbe dare piu` spazio nella gestione del Partito.
E` venuto piu` volte a convegni tenutisi in provincia di Lecco (nell`aprile 2019 al Politecnico), l`ho conosciuto personalmente in un incontro tenutosi nel 2002 a Morbegno (c`era ancora la Margherita). E` stato un bravissimo Ministro dell`Economia insieme a Bersani, e un ottimo Primo Ministro, anche al netto delle polemiche sulla Ministra dell`immigrazione Cecile Kyenge, una sua ottima intuizione che purtroppo nessuno dei suoi successori ha avuto il coraggio di replicare.
Sarebbe sicuramente l`ideale per un Partito ormai dilaniato dalle correnti, in cui il divertimento principale, su questo aveva ragione Renzi, e` quello di sparare al bersaglio sui propri Segretari.
Perche` il problema, sia chiaro, non e` il Segretario: il problema e` proprio il PD. Un Partito nato nel 2007 proprio sulla autonomia delle correnti, sul modello democristiano per cui a qualsiasi leader veniva concesso di costruire la propria organizzazione correntizia, indipendentemente dal pensiero politico, e avendo in comune soltanto la "vocazione di Governo", come si e` visto in questi ultimi anni, e una sbandierata , quanto generica, "volonta` riformista".
Su questi presupposti , gli unici che potevano tenere insieme personalita` provenienti da esperienze politiche diverse se non opposte, cioe` ex democristiani ed ex comunisti, e` stato fondato il PD ai tempi di Walter Veltroni.
Una nuova Democrazia Cristiana senza neanche il collante, o la giustificazione, di una comune matrice religiosa cattolica: puo` stare in piedi su questa base un Partito in cui c`e` qualcuno che dice l`esatto contrario di quello che dice il suo vicino di seggio ?
Come accadde, solo per fare un esempio, sul caso di Eluana Englaro, in cui una Deputata lecchese, Lucia Codurelli, si schiero` per la liberta` di scelta sull`eutanasia, e il suo vicino, Antonio Rusconi, per l`opposto.
Probabilmente no, e infatti moltissimi se ne sono andati: a Sinistra, come Massimo d`Alema ( che aveva promosso una incredibile inziativa contro il Referendum voluto dal suo stesso Partito) e a Destra, a partire dallo stesso Renzi, che con Letta si comporto` in maniera poco dignitosa, sgambettandolo maleducatamente e dandogli una gomitata ("Fatti in piu` in la`", a mo` delle sorelle Bandiera) perche` lui voleva "accelerare" sul Governo e fare una riforma importante al mese (si e` visto !).
Rimane nel PD, dopo ormai quasi 15 anni, un corpo centrale un po` stranito, ma pronto a fare la sua parte, che ha superato le origini ideologiche divaricanti per concentrarsi sull`attivita` politica contingente, sulle"cose da fare", sul "lavorare per i cittadini" giorno per giorno.
Un po` poco , forse , per caratterizzare un movimento politico: abbastanza, forse, per Enrico Letta.
E` quello che tutti noi speriamo.
L`ultima chance, dopo le improvvise e choccanti dimissioni di Nicola Zingaretti.