Quando il Prefetto deciderà di commissariare il Comune di Ballabio inizieremo a cercare all'interno delle comunità di Ballabio e Morterone le persone che condividono un percorso diverso da quello che tradizionalmente propongono i partiti politici.
Chiederemo ai cittadini delle due comunità di esaminare una proposta che Appello per Lecco da sempre sta cercando di portare avanti: allargare i confini del capoluogo per consentire alle comunità di essere più competitive e avere maggiori servizi. In caso di fusione (per Ballabio) o incorporazione (nel caso di Morterone) con Lecco dal Governo sarebbero messi a disposizioni ben 20 milioni a fondo perduto distribuiti in 10 anni, risorse ingenti che potrebbero cambiare le prospettive dei cittadini e rilanciare Ballabio e Morterone.
Ma non sono solo le risorse economiche ad orientarci in questa strategia, Lecco, Ballabio e Morterone assieme diventerebbero la città capoluogo più verde d'Italia e scalerebbero tutte le classifiche legate all'ambiente e al green avendo così il privilegio di intercettare tutti i più cospicui finanziamenti Statali, regionali e europei sui percorsi agro-silvo-pastorali, sulla manutenzione dei nostri boschi e torrenti, sulla cura e protezione dei nostri alpeggi e delle montagne sviluppando un processo di turismo responsabile. Questo ci consentirà di avere nuovi posti di lavoro e servizi, oggi inesistenti, da erogare. Sarà nostra premura quindi verificare se una tale prospettiva può incontrare la sensibilità delle due comunità in un processo di coinvolgimento e eventuale adesione che parta dalla base delle comunità: dai singoli cittadini e dalle loro organizzazioni sociali e culturali. Un percorso di discussione che possa portarci ad un referendum necessario per certificare la volontà degli elettori.
La crisi amministrativa di Ballabio e la situazione di Morterone oggi possono rappresentare un banco di prova straordinario per indagare una possibilità del genere che farebbe cadere egoismi, campanilismi ingiustificati e una mentalità "provinciale" che appartiene anche al capoluogo che non ha più motivo di esistere.
Oggi il nostro territorio è uno dei più fragili e meno competitivi a livello amministrativo nei confronti degli altri capoluoghi e territori lombardi, occorre una azione incisiva da parte dei cittadini e delle loro organizzazioni come volano per dar corpo ad una esperienza guidata dal basso che possa essere vista anche dagli amministratori come una opportunità.
Dobbiamo essere noi a decidere il nostro futuro e non lasciarlo in mano ai burocrati romani che, prima o poi, decideranno con il compasso i nuovi confini dei Comuni come già avvenuto negli anni venti del secolo scorso. Inoltre questa iniziativa consentirebbe di far riflettere anche altre comunità adiacenti a Lecco in un percorso che potrebbe ampliarsi e diventare virtuoso.
Sarò lieto e onorato nella mia veste di rappresentante nazionale di FCCN (coordinamento nazionale per la fusione dei Comuni) di mettere a disposizione delle comunità i migliori tecnici e i sindaci che fanno parte di FCCN che hanno già sviluppato e portato a termine operazioni di fusione cambiando la vita in positivo alle loro comunità.
Corrado Valsecchi capogruppo consiliare di appello per Lecco