Cari colleghi,
prima di iniziare i lavori del Consiglio provinciale, ritengo doveroso raccogliersi un istante per riflettere sui fatti accaduti recentemente in Iran, con la morte di Mahsa Amini e la violenta repressione delle proteste pacifiche nel carcere di Evin e in altre zone del Paese.
Questi fatti hanno toccato le nostre coscienze e dimostrano, ancora una volta, quanto siano importanti la libertà e la difesa dei diritti umani e civili, a volte violati, come in questo caso, in nome della necessità di ripristinare l’ordine e la moralità.
Purtroppo la strage al carcere di Teheran è solo l’ultimo episodio di una lunga striscia di sangue che vede protagonista il regime repressivo iraniano. La cosiddetta polizia “morale” iraniana, infatti, sottopone regolarmente donne e ragazze ad arresti e detenzioni arbitrarie, torture e altri maltrattamenti per non aver rispettato l’obbligo di indossare il velo.
Credo innanzitutto che il nostro ente debba condannare con forza e risolutezza questi fatti ed esprimere la solidarietà e la vicinanza alle persone colpite da questa violenza.
E ritengo ancor più importante ribadire il nostro impegno quotidiano nella difesa dei diritti umani e civili, in particolare nei confronti delle donne, spesso vittime di discriminazioni in vari ambiti anche nel nostro territorio.
Anche nella nostra attività di amministratori veniamo a conoscenza di casi in cui le donne di determinate religioni non riescono a integrarsi completamente nelle nostre comunità perché private dai loro uomini delle più semplici libertà, al di là dell’obbligo di vestirsi in un certo modo.
Un impegno fondamentale, che non deve venire mai meno, così come quello per la promozione delle politiche di uguaglianza e di parità di genere all’interno delle istituzioni, della scuola e del mondo del lavoro.
Solo attraverso questo impegno quotidiano potremo davvero dare un senso a una ricorrenza come la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, che celebreremo il prossimo 25 novembre.
Grazie per la vostra attenzione.
Alessandra Hofmann