No non parliamo della famosa canzone dei Ricchi e Poveri “…che confusione…”, ma della scelta per la nuova sede del Comune di Lecco, che ha visto coinvolto in prima persona il Sindaco di Lecco Mauro Gattinoni.
Una scelta mai esternata, dal primo cittadino, in campagna elettorale che ha poi sorpreso tutti, qualche mese fa, quando ha messo sul piatto la possibilità di spostare la sede del Comune presso l’ex sede della Deutsche Bank, ancor prima Banca Popolare di Lecco, palazzo storico ed imponente nel pieno centro del capoluogo.
La scelta ha subito scatenato le opposizioni e molte perplessità in città, visti i possibili costi elevati per rimettere in ordine il palazzo. Si aggiunga che la precedente giunta Brivio aveva comprato l’ex sede del Politecnico, sito in via Marco d’Oggiono, con un prezzo al ribasso, 5,7 milioni di euro, grazie al sostegno dello stesso Politecnico e Regione Lombardia, scegliendola, nel luglio 2018, come sede adeguata per il palazzo comunale.
Ma questa dimora è sempre stata ritenuta di grandezza insufficiente per ospitare tutti gli uffici comunali. Ne sono seguiti mesi di discussioni e valutazioni che la giunta Gattinoni ha chiesto al Politecnico al fine di determinare quale delle due sedi fosse la più adeguata.
Decine di migliaia di euro spesi dal Comune per espletare queste valutazioni per arrivare alla decisione di qualche giorno fa, adottata dal Sindaco in prima persona, per cui entrambe le sedi, per i costi elevati da affrontare, sono state ritenute inadatte.
Motivo? Costi impossibili da sostenere, si parla di decine di milioni di euro per entrambe le soluzioni, per il Comune, che lo indebiterebbe per i decenni a venire. A ciò si aggiunga la scellerata scelta di inserire l’ex Politecnico nella lista delle alienazioni il che ha comportato l’impossibilità di ottenere 7 milioni di euro dal PNRR (Piano Nazionale di Rilancio e Resilienza), proprio per la ristrutturazione dell’edificio in questione.
Fra le due sedi tuttavia, occorre rilevare, che la valutazione chiesta per l’ex Politecnico riguardava il suo abbattimento e ricostruzione, mentre nelle previsioni della giunta Brivio vi era solo la ristrutturazione, quindi una valutazione economica totalmente diversa.
La polemica ha investito anche l’ex Sindaco Virginio Brivio che ha ribadito la correttezza della decisione presa dalla sua giunta e di come l’ex Politecnico rispecchiasse perfettamente le caratteristiche utili ad ospitare la nuova sede comunale.
Anche il Presidente di Appello per Lecco Rinaldo Zanini ha recentemente dichiarato come il movimento lecchese abbia sbagliato a sostenere Gattinoni nell’ultima campagna elettorale. Lacrime di coccodrillo quelle di Appello per Lecco, che da quando i suoi rappresentanti si sono insediati nel consiglio comunale non hanno fatto altro che criticare l’operato di Gattinoni. Atteggiamento tardivo e risibile, ma non lo sapevano che l’attuale primo cittadino non li avrebbe degnati di benchè minima attenzione? Non ci voleva un genio per capirlo. Ora non serve a nulla recriminare o criticare, chi è causa del suo mal pianga se stesso.
Occorre anche rilevare che l’intento dell’Amministrazione Pubblica è quello di ridurre il più possibile le metrature degli uffici pubblici, con l’evidente scopo di ridurre le spese di manutenzione e mantenimento. Inoltre a causa della pandemia, lo Stato, ha adottato la strategia di ridurre il più possibile l’accesso agli uffici pubblici, trasferendo il dialogo con gli utenti dalla presenza in sede a quello virtuale tramite i portali internet della pubblica amministrazione.
Infatti chi ha delle domande, dei problemi da risolvere, per accedere agli uffici pubblici, deve prima prendere appuntamento, e capita anche che gli addetti dell’Ente interessato ti chiamino per vedere se è possibile risolvere telefonicamente la propria istanza.
A Lecco un esempio della riduzione degli spazi adibiti agli uffici lo ha dato l’Agenzia delle Entrate che dall’enorme sede di via Igualada, si è trasferita negli uffici, di metratura più ridotta, di Corso Promessi Sposi.
Riprendendo, infine, la questione della spesa di soldi pubblici non possiamo dimenticare, oltre all’importante somma spesa per la valutazione sulle sedi comunali, ai 675mila euro persi dalla Giunta Gattinoni, previsti grazie al bando di Regione Lombardia dedicato ai Distretti Urbani del Commercio, perchè c’è stato un errore nella presentazione della documentazione che ha fatto scattare l’inammissibilità.
Chiunque abbia commesso questo errore dovrebbe essere costretto a restituire la somma persa: 675mila euro sono veramente tanti, che avrebbero potuto rilanciare il comparto del commercio, dopo i due anni di pandemia. SI tratta di un errore grave che evidenzia incompetenza senza giustificazione.
Questo errore dovrebbe comportare, al di là del danno economico, l’immediata dimissione di quelli che hanno sbagliato.