Dopo il voto delle regionali, non ci si può sottrarre ad una riflessione sull'astensione dal voto, che ha raggiunto un "picco" davvero elevatissimo, quasi sconosciuto ad una realtà come quella italiana, abituata in passato ad altissime percentuali di partecipazione.
Come spiegare questo fenomeno?
Sicuramente la componente principale è rappresentata dalla disaffezione verso la politica, o forse meglio dire verso "questa politica".
Ad esempio il mancato "traino" delle elezioni politiche, che, con il loro "tam tam" mediatico, in altre occasioni hanno contribuito ad alzare la soglia di partecipazione anche alle regionali.
Penso però anche alla data infelice, scelta volutamente dalla maggioranza di centro-destra, per poter capitalizzare a livello regionale il vantaggio acquisito con le politiche.
Ma non va sottovalutata nemmeno la poca informazione circa questo appuntamento; molti cittadini non ne erano letteralmente al corrente.
Inoltre serpeggiava la sensazione diffusa, complici i sondaggi, che il risultato fosse già deciso e penso che, almeno nell’elettorato potenziale di centrosinistra, questo elemento abbia inciso.
Insomma, c'è materia in abbondanza su cui riflettere!
Avranno la capacità le forze politiche di interpretare questi segnali? Non lo so ma mi sembra difficile.
Non posso nemmeno esimermi dal far notare che in questa consultazione i cittadini avevano la possibilità di esprimersi con le preferenze, cosa che nelle elezioni politiche nazionali non avviene.
Ma, soprattutto, dal sottolineare che la riflessione, a mio giudizio, non può coinvolgere solo la classe politica.