Sinceramente non capisco perchè Pucci Ceresa per rispondere si rivolga all'editore di Valbiandino.net e non al sottoscritto, che di quel sito è il costruttore e manutentore tecnico (in gergo Pucci si dice "webmaster") nonchè fin dall'inizio Direttore responsabile, e in quanto tale ho la piena responsabilità sia di quello che scrivo io sia di quello che scrivono i collaboratori, editore compreso. Ma forse Pucci non conosce le regole del giornalismo, oppure sperava in un'azione censoria dell'editore, o ha semplicemente sbagliato il destinatario ? Mah, vai a sapere !
Comunque per rispondere a Pucci, che correttamente ricorda il suo passato di segretario leghista, proporrei dei miei ricordi che vanno ancora più nel passato.
Chi scrive ha partecipato a numerose Sagre degli anni '70 e '80, quando a occuparsene era un certo Giulio Selva ( e si, Pucci, "Non ci sono più le Sagre di una volta" , che peccato !) e io vi partecipavo sia con gli stands di Radio Valsassina (1978-80), e in anni successivi con quelli della mia Libreria, la "Libreria della Valsassina" (1987-1993).
A proposito, Pucci, Selva mi fece partecipare più volte gratis, senza chiedermi neanche una lira, perchè il mio stand librario portava un po' di cultura in mezzo alla vendita di salami e formaggi, che però almeno erano valsassinesi, non provenienti da ogni parte d'Italia.
Tu avresti mai fatto una cosa del genere ?
Era sicuramente una Sagra rustica, molto spartana e forse meno attrezzata: però Renato Corbetta (l'altro organizzatore a cui oggi dedicate il titolo di un premio) a quei tempi parlava sempre di "Sagra vetrina della Valsassina".
Oggi, con un numero di standisti valsassinesi che si contano sulle dita di una mano (esclusi forse i "soliti" di Premana) avresti mai il coraggio di ripetere quella frase ?
E, prova a rispondere a questa domanda: che senso ha una Sagra fatta in Valsassina, ma che invece di prodotti valsassinesi presenta tutto ciò che si trova in qualsiasi fierone di qualsiasi città italiana (compresi i prodotti "Made in Taiwan" o Cina ) ?
Ti do allora un'idea ( aggratis): per far tornare i produttori valsassinesi, perchè non proponi loro dei costi degli stands dimezzati rispetto a chi venga da altre province ?
Comunque non ti preoccupare, la polemica è vecchia, e ormai decisamente stucchevole, ci siamo ormai rassegnati a questa presenza che ci piace tanto quanto una zecca nei capelli.
Proprio perchè i miei ricordi sono antichi, vorrei rammentare un articolo a firma di Luisa Sozio sull'Unità (mi sembra del 1978) che diceva le stesse cose, e che ricordo colpì particolarmente Corbetta.
"Che senso ha una Sagra dove non ci sono prodotti e produttori valsassinesi, o sono in larga minoranza?"
A quei tempi però i produttori valsassinesi erano quasi la metà o al minimo al 30% . Oggi direi che siamo molto lontani da quella soglia: quali saranno le cause ?
Caro Pucci, come diceva Marzullo, "si faccia una domanda e si dia una risposta" !
In più, nella "Sagra di una volta", c'erano diversi spazi per i bambini, spesso con giochi, altalene e scivoli (gratuiti) in mezzo al prato (all'epoca verde, non sassoso), e in più non mancava mai uno stand di giocattoli (oltre che di libri).
p.s.: so già che risponderai "ci sono tanti visitatori", "porta sviluppo turistico" (oltre che congestione stradale) ecc. ecc.
Tutto già sentito migliaia di volte e che non risponde però alla domanda principale.
Si può pensare a una Sagra che sia qualcos'altro, oltre che a un banale mercatone di prodotti che con la Valsassina non c'entrano niente?
Io spero di si, ma a questo punto ci credo poco !
E allora ti do' anche un'ultima idea (sempre aggratis): se vuoi andare avanti su questa monotona strada del fierone anonimo, che si potrebbe tenere ugualmente a Voghera come a Canicattì, perchè non fare come il "Nameless", e non trasferire la Sagra ad Annone, dove c'è più spazio ed è persino più vicino alla Brianza, nonchè alla tua Oggiono, pensa come saresti comodo ?
I valsassinesi, stai tranquillo, te ne sarebbero solo grati !
Enrico Baroncelli