Siamo contenti di notare che l’attenzione sull’annosa questione della fusione tra comuni della nostra provincia è di nuovo alta. Non possiamo esimerci dal supportare gli amministratori che si stanno adoperando per spiegare alla cittadinanza l’importanza e i benefici di una fusione tra piccoli comuni. In Valsassina si stanno svolgendo degli incontri di sensibilizzazione dei cittadini per illustrare i vantaggi di una possibile fusione tra il Comune di Cortenova e quello di Primaluna, dove i sindaci Sergio Galperti e Mauro Artusi si stanno battendo da tempo in questa direzione. Anche il sindaco di Mandello Del Lario, Riccardo Fasoli, ha recentemente riportato l’attenzione su una possibile fusione con Abbadia Lariana e Lierna, proponendo di sedersi ad un tavolo per analizzare i benefici e gli svantaggi che questa operazione potrebbe creare alle parti coinvolte.
In questi giorni come Azione Lecco siamo stati impegnati in numerosi incontri con esperti e amministratori locali, ad esempio quello del 27 gennaio ad Introbio, con Caterina Avanza e Fabio Canepari (qui volendo potremmo già parlare dell’incontro del 7 marzo!); da questi incontri e dall’ascolto dei territori, è emerso un generale senso di inadeguatezza dei comuni di fronte alla complessità di gestione di alcuni bandi Europei e in particolare quelli legati al PNRR. Se a questo ci aggiungiamo la possibilità da parte dei comuni di ricevere ingenti fondi per incentivarne le fusioni e la possibilità di avere una gestione univoca non solo della macchina comunale, ma anche di molti servizi che, già adesso, spesso vengono erogati in collaborazione con i comuni limitrofi: gestione dei rifiuti, Polizia Locale, scuole, trasporti, opere pubbliche, turismo e cultura… Tutti questi servizi potrebbero giovare da un ingrandimento del bacino di utenza sotto un’unica coordinazione.
Per dare qualche dato concreto, la fusione dei soli comuni di Cortenova e Primaluna porterà un contributo annuo aggiuntivo e libero da vincoli di spesa di oltre 540.000 euro/anno, oltre che a risparmi di spesa sul personale di circa 74.000/anno. Tutto questo ovviamente senza diminuire il personale e fornendo un apparato amministrativo più strutturato e performante.
Il “muro da abbattere” è quello del campanilismo che spesso occupa parte del dibattito e influenza l’opinione dei cittadini che talvolta sono più preoccupati da quale nome verrà messo sul cartello all’ingresso del comune, che da quali servizi potrebbero migliorare. L’identità e il senso di appartenenza alla propria comunità sono temi molto importanti, ma bisogna spiegare che la modifica dei confini amministrativi non significa distruggere l’identità territoriale. Lo dimostra la storia dei rioni di Lecco, che, fusi in un solo comune ormai più di 90 anni fa, ancora oggi presentano nei loro residenti un forte senso di appartenenza alla comunità.
Anche Lecco, nonostante sia il più grande della provincia, rimane un comune di dimensioni modeste e una possibile fusione con altri comuni porterebbe ingenti somme nelle casse dell’amministrazione, che potrebbero essere ben sfruttati per migliorare i servizi di tutti i cittadini coinvolti. Si sente parlare spesso di “Grande Lecco” e lo stesso Consiglio Comunale ha già approvato all’unanimità una mozione nel Novembre 2021, dove si impegna a imbastire un dialogo per l’attuazione di questo progetto. Attualmente vediamo difficile realizzare una fusione così vasta come quella descritta nel progetto della “Grande Lecco”, che propone la fusione tra ben 14 comuni della nostra provincia, ma sicuramente si potrebbe procedere a piccoli passi. Ci auspichiamo che si possa perseguire in un dialogo tra alcuni dei comuni limitrofi a Lecco, ad esempio portando avanti le interlocuzioni in atto con Ballabio e Morterone. Basti pensare che la sola fusione tra Lecco e Morterone porterebbe in dote 20 milioni di euro in 10 anni e altre importanti risorse che si possono spendere sul territorio.
Ci auguriamo dunque che si continui a parlare di questo tema e che tutti gli amministratori si facciano carico di informare la cittadinanza, che ha il compito e la responsabilità di decidere su questo tema, illustrando i benefici che scaturirebbero da queste possibilità e analizzando attentamente, insieme alle parti coinvolte, i rischi, con un approccio costruttivo e pragmatico.