La prima volta che sentii il termine “Brexit” era una sera d’autunno del 2015. Eravamo a Londra da alcuni mesi ed una vecchia amica, compagna di studi in Conservatorio, ci invitò per due chiacchere e una pinta in un pub a Sud del Tamigi. Tra i sottobicchieri stinti e l’appiccicaticcio del tavolino in legno scuro, c’era appoggiato un libro. “Studio, mi preparo per l’esame della cittadinanza”. Le chiesi come mai ne sentisse l’urgenza e mi disse “Non si sa mai, con Brexit…” Rimasi perplessa, almeno finchè non scoprii che il suo istinto aveva ragione. Ma avrei dovuto saperlo dall’inizio. E’ una ragazza intelligente e non avrei dovuto sottovalutare il suo intuito.
23 Giugno 2016. Le chiacchere da pub assumono la forma inquietante di un Referendum che farà storia. Ricordo che quella sera mi sentivo irrequieta e dormii poco e male.
Il 24 Giugno 2016 il caffè aveva un gusto particolarmente amaro. Non dovetti nemmeno leggere le news per capire che qualcosa era successo, qualcosa che avrebbe cambiato tutto e per sempre. Se è vero che il battito d’ali di una farfalla può provocare un uragano dall’altra parte del mondo, cosa potrà mai provocare un uragano stesso?
Quella mattina Londra era avvolta da una surreale coltre di silenzio e di incredulità. Sembrava che qualcuno avesse spento la magia di quel suo unico brulicare di vite, corpi e speranze così, con un interruttore. Quella mattina arrivai al lavoro, come sempre in anticipo, e nel guardare negli occhi il meraviglioso melting pot di culture ed anime che era la mia crew di allora, un brivido mi percorse la schiena ed una lacrima di amarezza uscì sublimata in un sospiro.
Negli anni che seguirono, abbiamo dovuto fare i conti con i dubbi, le preoccupazioni, le incertezze. Respinti dalla nostra terra di nascita, che non ci aveva dato l’opportunità di affermarci e di mettere le nostre sudate e meritate competenze al servizio della Comunità, e ospiti ormai “scomodi” nella nostra terra di adozione, ci chiedemmo se avremmo mai trovato il nostro posto nel Mondo. Decidemmo che lo avevamo già trovato e non ci saremmo fatti scoraggiare.
Il 31.12.2020 alle 23.00 ora di Greenwich – ultimo “smacco” dell’Europa ai pur sempre storici amici d’oltremanica – la tanto discussa, litigata, controversa, temuta, agognata, negoziata, rimandata e sofferta “Brexit” è diventata realtà.
Dopo anni di rimpalli di responsabiltà e tentativi - più o meno impegnati - di raggiugere un “deal”, anni macchiati anche da pagine molto oscure e luttuose, dopo anni in cui abbiamo visto solide e storiche aziende albioniche fallire, convinti brexiteers fuggire verso orizzonti meno incerti con passaporti europei e rigurgiti di sovranità sui propri merluzzi, tra lo sventolio di giubilo della Union Jack da una parte ed il rammarico di chi credeva nella perfetta combinazione di quelle due meravigliose sfumature di blu dall’altra, ecco che l’alba del 2021 spegne i riflettori sul divorzio più discusso della storia.
Lo spettro di Brexit non ci ha impedito di affermarci, sia personalmente che professionalmente, di sposarci e nemmeno di mettere su famiglia. Certo, occasionalmente abbiamo dovuto metterci in discussione e dimostrare la genuinità dei nostri diritti, come il diritto alla sanità, al lavoro ed alla residenza. Ma tra un’application per il “Settled Status” ed una “proof of address”, non ci siamo fatti scoraggiare dalla burocrazia e adesso abbiamo un “indefinite leave to remain” che ci accoglie a tempo indeterminato in questa splendida Isola, terra di opportunità per i coraggiosi avventurieri e caparbi che come noi sanno e vogliono coglierle. In una foto che adoro e amo riguardare, la nostra piccola Sofia è sdraiata su una gigantesca Union Jack mentre tiene in mano il suo passaporto, blu come la notte. Una notte illuminata dal suo splendido sorriso e dalla Speranza.
L’immagine che mi resterà per sempre tatuata nella memoria è quella della bandiera del Regno Unito che viene ammainata e rimossa dal Parlamento di Bruxelles. Vedere il perfetto intreccio geometrico di bande bianche e rosse in campo blu sventolare timidamente su quell’asta, come a voler onorare per l’ultima volta un’amicizia lunga 47 anni, mi ha dato una fitta al cuore.
Quel giorno dal bellissimo firmamento che è la bandiera dell’Europa non è caduta soltanto una delle sue preziose stelle ma, sono certa, anche una lacrima.
Attilia Mazzola
Welwyn Garden City, 29.01.2021
Originaria di Dervio e diplomatasi brillantemente al Parini Serale di Lecco in Ragioneria dopo aver conseguito a pieni voti il Diploma Accademico di II Livello ad indirizzo Didattico presso il Conservatorio di Milano. Alla ricerca di più solidi e concreti sbocchi professionali, da diversi anni è emigrata con il compagno di una vita in Inghilterra. Da anni lavora a tempo pieno come Educatrice della Prima Infanzia in una scuola Materna ed è orgogliosa mamma della piccola Sofia Zelda.