COMUNE DI LECCO, NUOVA SEDE: PARLA L’EX SINDACO VIRGINIO BRIVIO
La vicenda legata alla scelta della nuova sede del Comune di Lecco, sembra destinata a durare per molto tempo.
Una opinione importante la può dare sicuramente l’ex Sindaco di Lecco Virginio Brivio, che dopo anni di consultazioni e studi, insieme alla passata giunta, aveva individuato nell’ex Politecnico e in Palazzo Bovara, attuale sede del Comune, la soluzione ideale per la sistemazione definitiva di tutto l’apparato comunale.
Brivio, le manca la politica ed i gravosi impegni legati alla carica di sindaco di Lecco?
No, non mi mancano assolutamente anche perché sono molto sereno e sto facendo dei lavori molto interessanti e stimolanti. Sto collaborando con la Fondazione Sacra Famiglia di Cesano Boscone in cui sto mettendo a disposizione tutta l’esperienza e competenza come amministratore maturata in questi anni, alla ricerca di finanziamenti europei, PNRR, seguendo i rapporti con i Comuni e con le Regioni. Un lavoro interessante, vario, sicuramente non monotono o d’ufficio, ma fatto di relazioni. Quindi mi è tornato utile il lavoro svolto come Sindaco e Presidente della Provincia di Lecco. E’ un lavoro fatto di progettualità. D’altra parte sono sempre dipendente del Comune di Valmadrera, quindi seguo la cultura e la Casa di Riposo che, in via provvisoria, è ancora comunale. Ritornando alla politica, ribadisco non mi manca, anche se mi tengo aggiornato sia a livello nazionale che locale, infatti sono ancora all’interno della Direzione Provinciale del Partito Democratico, cercando di portare in essa il mio contributo.
Stando sempre in tema politico, alle recenti elezioni comunale di Lecco ha contribuito, o dato opinioni nella scelta del candidato?
Ho partecipato un po’, anche se mi è dispiaciuto che non vi sia stato un allargamento verso quello che era la precedente coalizione, pur ammettendo che sarebbero stati comprensibili elementi di forte discontinuità rispetto al passato. Ho, invece, rilevato che si è voluto partire da un progetto nuovo e a quel punto ho ritenuto opportuno distanziarmi per non far pesare la mia figura che avrebbe potuto diventare ingombrante. Ma soprattutto era anche giusto, dopo dieci anni, lasciare maggior libertà ai subentranti, in quanto non si trattava di innovare l’esistente, ma di una scelta più radicale rappresentata anche dallo slogan “CAMBIO DI PASSO”, con il cambio delle persone.
Il cambio repentino di direzione, adottato dall’attuale Giunta comunale di Lecco, nella scelta di quella che sarà la nuova “CASA DEL COMUNE DI LECCO”, l’ha stupita? Cosa c’era di sbagliato nella precedente scelta?
Noi avevamo pensato che utilizzare ancora Palazzo Bovara, seppur in maniera ridotta, eliminando le parti più vecchie e poco funzionali, come gli Uffici Anagrafe, Edilizia, avesse una sua logica. Forse non sarà il palazzo più bello di Lecco, ma ha la sua storia e funzione nella città . Si poteva dare una nuova dimensione agli uffici di staff, agli archivi visto che a Lecco non sono mai esistiti, progetto non decollato. Si pensava di svolgere all’interno di questo Palazzo dei servizi anche complementari a quelli comunali. Una seconda piazzetta per la mobilità dolce, una maggiore vivibilità per i disabili e gli anziani. Poteva essere uno snodo, riducendo appunto la volumetria, per una maggiore vivibilità dell’area nel suo complesso, comprendendo anche una parte dell’area stazione ferroviaria. Un disegno unitario, anche se incompleto dal punto di visto della progettazione, però nel frattempo si sarebbero uniti tutti i Servizi dedicati ai cittadini, oltre alla Polizia Locale, fornendo un servizio sicuramente migliore di quella attuale.
Io non metto in dubbio che si possa cambiare idea, ma sicuramente sarebbe stata utile una migliore chiarezza a proposito dei criteri per i quali la Giunta ha cambiato idea. E’ la parte che mi sembra mancare nelle delibere adottate nel piano delle alienazioni e del bilancio, come se si desse per scontato che la duplicazione delle due sedi, Palazzo Bovara e Politecnico, avrebbero avuto dei costi gestionali superiori. Occorre tener presente che l’edificio ex Politecnico era costato circa mezzo milione di euro in più rispetto al preventivo originale, appunto perché comprendeva dei lavori già fatti che ne avrebbero permesso un utilizzo immediato, e quindi avrebbe dei costi gestionali bassi in quanto presentava delle caratteristiche “ambientali” già all’avanguardia. Di contro Palazzo Bovara andrebbe sicuramente reso più efficiente anche se vi sono i vincoli della Sovraintendenza.
Si aggiunga che la distanza tra i due edifici è irrisoria, parliamo di circa 300 metri. Insomma, io avrei motivato meglio il cambio di direzione in quanto l’idea di un’unica Sede comunale non può essere la sola motivazione per annullare il progetto precedente. Occorre, altresì, sottolineare anche il fattore tempo di realizzazione della nuova ipotesi: vi è un fascicolo aperto, presso la Procura di Lecco sulle condizioni di sicurezza, rispetto al quale sono stati fatti degli interventi urgenti , ed era stato indicato un cronoprogramma rispetto al quale, causa pandemia, siamo in ritardo, visto che il tutto sarebbe slittato alla fine del 2022 inizio 2023 per il primo lotto ed un anno in più per il secondo. Adesso, invece, si riparte da zero. E’ evidente che prima di indicare l’edificio di via Marco d’Oggiono sono state fatte delle esplorazioni su altri edifici pubblici, ma erano tutte inadeguate, come ad esempio il palazzo del CNR, in Corso Promessi Sposi, o il palazzo dell’ex INDAP a fronte lago. Insomma tutte situazioni non conformi o adeguate alle esigenze prospettate.
Per quanto riguarda la prospettata vendita ai privati dell’Ex Politecnico, acquistato dal Comune a circa 5,7 milioni di euro, per un valore di circa 6,2 milioni di euro, secondo lei è un progetto attuabile?
A tal proposito il Consiglio Comunale ha fatto un’operazione che ha portato ad un aumento della volumetria di circa il 20% a cui va aggiunto un cambio di destinazione. Dispiace che nessuno abbia messo in evidenza questa facoltà, una ciliegina per attrarre qualche investitore. Va sottolineato che il precedente progetto era nato da un accordo di base tra enti pubblici. Qui si parla della vendita di un bene pubblico e cambio destinazione d’uso, non mi sembra molto corretto.
A questo punto quali potrebbero essere gli edifici in Lecco che potrebbero fare al caso per la nuova sede del Comune di ecco?
Si è parlato delle Torri alle Meridiane, ma qui lo sviluppo è in verticale. Oppure l’area Ex Leuci ed in questo caso occorre avviare una trattativa con il privato che ne detiene la proprietà per la quale non so se è stato presentato un progetto di ristrutturazione. Personalmente non ho in mente altri edifici che possano fare al caso.
Le dimissioni di Francesca Bonacina, Presidente del Consiglio comunale di Lecco, già assessore nella sua Giunta, con cui ha collaborato per due mandati, l’hanno colta di sorpresa?
Mi ha stupito rispetto alla sua solita dedizione e testardaggine : dietro un carattere calmo e quieto, so che vi è una donna decisa. Sicuramente un po’ mi ha stupito, ma leggendo quello che è accaduto successivamente alle sue dimissioni, penso che queste siano legate alla tempistica e al modus operandi di scarso coinvolgimento del Consiglio Comunale, che dovevano essere affinate. Decidere nell’amministrazione pubblica non è facile, ci sono molti aspetti da vagliare, confronti con i diversi Enti che verrebbero coinvolti. La velocità di esecuzione non deve andare a discapito del fatto che si debbano fornire tutti gli elementi utili e preziosi per prendere la giuste decisioni. Abbiamo dovuto revocare molti progetti finanziabili ma finiti in contenziosi: il Tribunale, quando sono arrivato, era immobile, l’ostello con l’appalto saltato, l’area Ex Piccola Velocità nessuno l’aveva seguita dal punto di vista dei rapporti con le Ferrovie, la si usava con ridottissime potenzialità. Attenzione, non basta decidere, ma bisogna farlo bene e con cognizione di causa. Nell’Amministrazione Pubblica non si può fare il decisionista se poi le decisioni intraprese non trovano risconti tecnici e finanziari.
Si è parlato tanto dell’ex sede della Deutsche Bank e prima ancora Banca Popolare di Lecco, come possibile progetto per la nuova casa comunale. Lo ritiene fattibile?
Attenzione che parliamo di un palazzo che, per la sua sistemazione, necessiterebbe di tante risorse finanziarie, prima di tutto occorre intervenire sulle fondamenta. Conosco bene quella situazione, come dicevo, quando ho iniziato a fare il Sindaco a Lecco ho sempre dovuto confrontarmi con problemi abbastanza pesanti in quanto è un’ area soggetta ad infiltrazioni importanti di acqua. In funzione vi sono delle pompe, vengono fatti dei monitoraggi, in quanto pur essendo un palazzo relativamente nuovo, presenta delle criticità. Non dico che in assoluto tutta la piazza sia in quelle condizioni, però bisogna tenere in debita considerazione queste problematiche, in quanto se si intende utilizzare quegli spazi è giusto che si sappia che il tema deve essere affrontato con i giusti criteri. Infine bisognerà fare i conti con la Sovraintendenza ed il suo consolidamento in quanto gli edifici di oggi debbono rispettare anche i criteri antisismici.
Questa vicenda sulla nuova sede del Comune di Lecco, ha sollevato le critiche dell’opposizione, i che è normale. Occorre, tuttavia, rilevare che anche all’interno della maggioranza vi siano state delle fibrillazioni. Non c’è il rischio di qualche scossone politico che possa portare alla caduta del Sindaco Gattinoni?
Non penso proprio, no di sicuro. C’è stata sì una forzatura sui tempi di questa operazione, ma non è sicuramente un argomento di tale gravità che possa preludere ad eventuali sconvolgimenti. Mi auguro, invece, che il Partito Democratico cittadino e coloro che hanno contribuito a questa decisione facciano tesoro delle fatiche fatte, non tanto per cambiare linea, ma metodo. Se vogliono andare avanti sul Municipio facciano, sono legittimati, ci mancherebbe altro. Il tema, dal punto di vista del metodo, è quello di non avere troppe certezze assolute, ma di coinvolgere un po’ di più la gente ed avere una maggiore consapevolezza della scelte.
Intervista a cura di GIUSEPPE MAZZOLENI