Come lo spettro di Banquo la decisione di Aifa di procedere alla vaccinazione anticovid per i bambini a partire dai 5 anni, si aggira tra le file no vax che temono forse un infanticidio di massa. Ovviamente non sarà così visto che da molti decenni i più piccoli vengono sottoposti a numerose inoculazioni vaccinali senza significativi effetti collaterali. Con buona pace della canea urlante antivaccinista. D’altra parte in Lombardia, come in tutta Italia, il pericolo di diffusione del contagio da parte dei bambini e il rischio di contrarre il Covid è concreto anche per i più piccoli.
Nella nostra regione sono circa 600mila i soggetti fra i 5 e gli 11 anni che potranno ricevere le previste due dosi di Pfizer (con posologia ridotta di un terzo rispetto a quella somministrata agli adulti) e si ritiene di poter procedere ad effettuare circa 40mila vaccinazioni al giorno. Le prenotazioni sono possibili partire da oggi, 12 dicembre, sul sito della Regione http://www.prenotazionevaccinicovid.regione.lombardia.it/ mentre le somministrazioni ai soggetti in età pediatrica prenderanno il via da giovedì 16.
Naturalmente l’accesso di bambini e ragazzi ai centri vaccinali sarà agevolato da corsie preferenziali con orari pomeridiani specifici mentre il sabato e nei giorni festivi l’ingresso alle strutture sarà possibile per tutto il giorno. In materia di Covid-19 e bambini l’Istituto superiore di sanità ha diffuso dati significativi che producono un’inequivocabile indicazione in favore della vaccinazione. Secondo l’Iss che ha anche prodotto un vademecum sull’argomento, l’infezione da Sars-cov-2 costringe all’ospedalizzazione 6 bambini ogni 1000 mentre 1 giovanissimo su 7000 finisce in terapia intensiva. Inoltre, spiega il documento dell’Iss, esiste il rischio di complicazioni anche imponenti come la cosiddetta Sindrome infiammatoria multisistemica e il long Covid, uno spettro sintomatologico spesso grave che va dall’anosmia (perdita dell’olfatto) all’ageusia (l’incapacità di avvertire i sapori) all’affaticamento, alla confusione mentale. Sintomi che possono permanere, come per gli adulti, molti mesi dopo la guarigione.
Sempre secondo il documento Iss, il rapporto fra rischi/benefici presenta un dato molto favorevole alla vaccinazione mentre fra i soggetti in età pediatrica si assiste ad una preoccupante estensione della platea dei contagiati che a loro volta diventano diffusori del coronavirus. “Il vaccino -spiega l’Istituto superiore di sanità- si è mostrato efficace nel ridurre di circa il 91% il rischio di infezione” nei bambini. Ampio spazio il documento dedica anche alle fake news. Non è dimostrato in alcun modo, infatti, un rapporto di causalità tra vaccini e problemi ematologici nei più piccoli. Inoltre il vaccino non indebolisce il sistema immunitario, al contrario lo rafforza. Anche per quanto riguarda il rischio di miocardite legata alla vaccinazione, l’Iss afferma che nella platea dei giovani inoculati sono stati registrati 50 eventi per milione, la maggior parte dei quali con esito favorevole.
Per quanto riguarda i più piccoli, durante la sperimentazione clinica condotta su 3000 soggetti, non è stato rilevato alcun caso di miocardite. Ciò vale anche per gli Stati Uniti dove ad oltre tre milioni di bambini è stato già da tempo somministrato il vaccino. Intanto può essere utile osservare i dati relativi alla percentuale dei contagi generali di tre giorni (dall’8 al 10 dicembre) per un confronto fra le province lombarde.
Lecco non è messa male, con un trend di casi positivi (fino a ieri in discesa) ma i dati di oggi preoccupano perché nel Lecchese i casi sono passati dai 104 di venerdì ai 115 di ieri, sabato 11 dicembre. Cifre che collocano comunque la nostra provincia in coda nella classifica dei contagi. Meglio di Lecco vanno solo Lodi (97) e Sondrio (36). Preoccupano le “curve” delle altre province visto che nei quattro giorni precedenti le percentuali erano in discesa per tutti ad eccezione di Milano e Varese. Un rimbalzo, ad ogni modo, significativo e inquietante in un contesto molto dinamico che muta di giorno in giorno.