“Il quadro è molto variegato, con differenze non solo tra settori e classi dimensionali, ma anche all’interno degli stessi comparti merceologici” - evidenzia il Presidente di Confindustria Lecco e Sondrio Lorenzo Riva. “I dati di Lecco e Sondrio mostrano indicatori in miglioramento rispetto a quanto rilevato nel primo semestre, nonostante il differenziale tendenziale con il 2019 resti negativo. Le previsioni sono invece positive, anche se si attestano su valori molto modesti. Come tutti sappiamo il 2020 è stato penalizzato dagli effetti generati dalla pandemia che ha causato distorsioni a livello mondiale e ha limitato gli scambi e lo vediamo bene anche sui nostri territori, esaminando in particolare i giudizi espressi riguardo l’andamento del fatturato tra ottobre e dicembre dello scorso anno. E se il mercato interno ha registrato dinamiche meno sfavorevoli, l’export ha mancato di dinamicità, limitando le nostre possibilità di crescita. Una criticità, questa, che le aziende dei nostri territori hanno dovuto affrontare lo scorso anno ma che sta avendo effetti anche in questo periodo ed è probabilmente destinata a perdurare anche per i prossimi mesi. Fra l’altro una delle conseguenze maggiormente penalizzanti per il nostro sistema produttivo è il forte rincaro delle materie prime, con quotazioni fortemente al rialzo senza apparenti motivazioni di mercato”.
“Ora è necessario invertire la tendenza e per questo servono decisioni e misure efficaci - continua Lorenzo Riva - focalizzate sul sostenere la crescita e gli investimenti, il rilancio del manifatturiero e dell’industria. Ovviamente un ruolo chiave nei prossimi mesi lo avranno anche le misure di contrasto alla pandemia e, in particolare, la campagna vaccinale”.
“L’occupazione ha sostanzialmente tenuto durante il secondo semestre 2020, almeno per il settore manifatturiero - commenta il Direttore Generale di Confindustria Lecco e Sondrio, Giulio Sirtori - mentre sappiamo che il settore del turismo ha purtroppo dovuto subire effetti molto pesanti”. “Le previsioni sull’andamento occupazionale per il nostro territorio sono abbastanza confortanti - continua Giulio Sirtori - con una prevalenza del giudizio di espansione dei livelli rispetto a quello di diminuzione. Tuttavia, a livello generale quello dell’occupazione resta senza dubbio un tema caldo e sappiamo che il nodo del blocco dei licenziamenti è fra quelli più importanti da sciogliere in questo periodo, anche perché non è pensabile rinviare ulteriormente riorganizzazioni, investimenti e assunzioni. Inoltre, sempre in materia di occupazione, restano da definire la riforma degli ammortizzatori sociali e quella delle politiche attive del lavoro”.
Sul fronte della domanda, il quadro per le aziende di Lecco e di Sondrio assume toni simili a quanto esaminato congiuntamente. Il raffronto con il corrispondente semestre del 2019 indica una diminuzione tendenziale del 3% (la variazione registrata nei primi sei mesi del 2020 rispetto ai dodici mesi precedenti era risultata pari al -14,2%).
La congiuntura con il semestre gennaio-giugno 2020 si attesta invece a +1,9%, dato che disattende le aspettative negative espresse in occasione della precedente edizione dell’Osservatorio (-3,2%).
Le realtà lecchesi e sondriesi indicano di attendersi, per la prima metà del nuovo anno, un incremento della domanda pari dell’1,6%.
Per quanto attiene l’attività produttiva, per le imprese di Lecco e di Sondrio si rilevano dinamiche in linea con lo scenario dei tre territori, nonostante le variazioni riscontrate su entrambi gli orizzonti temporali di analisi assumano entità più contenuta.
Il confronto con la seconda metà del 2019 evidenzia una diminuzione tendenziale del 2,2% (la variazione misurata tra gennaio e giugno 2020 rispetto al corrispondente semestre 2019 si era attestata invece a -13,7%).
Il raffronto con i precedenti sei mesi rivela invece un incremento congiunturale dell’1,8%, dato che disattende le previsioni negative formulate in occasione della precedente edizione dell’Osservatorio, indicanti invece -2,7%.
La fase di recupero che ha caratterizzato la seconda metà dello scorso anno è attesa proseguire anche per i primi sei mesi del 2021. Le aziende lecchesi e sondriesi prevedono un aumento dell’attività che in media si attesta al +3,1%.
La capacità produttiva mediamente utilizzata nel secondo semestre del 2020 rivela una contrazione di cinque punti percentuali rispetto ai livelli della prima metà dello stesso anno (66,4% tra gennaio e giugno) e si attesta a quota 61,4%.
Al pari di quanto esaminato a livello generale, il quadro delle aziende lecchesi e sondriesi si presenta alquanto variegato e mostra differenze sia esaminando la dimensione aziendale, sia i settori merceologici di appartenenza.
Nel dettaglio, le realtà di piccole dimensioni (63,3%) rivelano un maggior ricorso agli impianti rispetto alle imprese con oltre 50 occupati (58,3%).
A livello settoriale, il tasso di utilizzo cresce via via passando dall’ambito tessile (48,6%), a quello degli altri settori (56,8%) fino ai comparti metalmeccanici (68,3%).
Il contributo della produzione realizzata in outsourcing determina un’ulteriore quota del 7,1% che risulta legata, nella maggior parte dei casi, a collaborazioni con imprese italiane (6,1%).
L’indicatore associato al fatturato mostra, per le aziende lecchesi e sondriesi, evoluzioni sovrapponibili a quanto analizzato a livello generale per il campione dei tre territori e per gli indicatori di domanda e produzione.
Anche in questo caso, infatti, i dati rivelano un modesto miglioramento congiunturale ma, allo stesso tempo, una diminuzione tendenziale.
La variazione a dodici mesi, cioè rispetto ai livelli di fatturato del semestre luglio-dicembre 2019, si attesta al -4,7% (nel primo semestre 2020 il divario con la prima metà del 2019 era risultato pari al -12,5%).
Il dato congiunturale determinato attraverso il confronto con il periodo gennaio-giugno 2020, quando era stata rilevata una contrazione del 5,9% sui sei mesi precedenti, si attesta a +1,9%, al di sopra delle aspettative (-2,6%) raccolte in occasione della precedente edizione dell’Osservatorio.
Secondo le previsioni formulate dalle realtà del campione, i primi sei mesi del nuovo anno dovrebbero segnare incrementi, seppur limitati, del fatturato; la variazione media attesa risulta pari a +1,4%.
Nel secondo semestre 2020 circa un terzo (32,6%) delle vendite realizzate dalle imprese lecchesi e sondriesi ha riguardato l’export.
La struttura geografica del fatturato evidenzia la primaria importanza dei paesi dell’Europa Occidentale, area che assorbe una quota pari al 17,7% del fatturato totale.
Seguono per importanza l’Est Europa (3,6%), i BRICS (3,1%), gli Stati Uniti (1,8%), l’Asia Occidentale (1,7%) e l’America Centro-Meridionale (1%) mentre nei restanti paesi è generato complessivamente il rimanente 3,7%.
Secondo i pareri qualitativi formulati riguardo la dinamica delle vendite negli ultimi tre mesi del semestre, in particolare tra ottobre e dicembre 2020, si riscontrano dinamiche divergenti tra mercato interno ed export.
Nel primo caso le indicazioni risultano prevalentemente orientate alla crescita (48,1%) mentre la stabilità (26,7%) e la diminuzione (25,7%) incidono meno.
Con riferimento all’export, invece, le imprese segnalano una stabilità degli scambi nel 37,5% dei casi, una maggior intensità nel 30,1% e una riduzione nel restante 32,4%.
Per quanto attiene le materie prime, le aziende di Lecco e di Sondrio rivelano di aver dovuto far fronte ad aumenti nelle operazioni di approvvigionamento delle materie prime.
Lo scenario è stato caratterizzato da una generale stabilità sino alla prima metà del secondo semestre, mentre nel periodo ottobre-dicembre si sono verificate crescite nei listini di fornitori. Nel dettaglio, negli ultimi tre mesi dell’anno sono stati registrati aumenti fino al 5% per oltre una realtà su quattro (25,7%) e incrementi superiori (ovvero oltre il 5%) per circa una realtà su cinque (18,4%).
Nel 46,4% dei casi le quotazioni delle materie prime sono state ritenute stabili mentre nel restante 9,5% è stata comunicata una diminuzione dei listini (nel 2,9% una riduzione fino al 5% e nel 6,6% una variazione negativa più ampia).
Secondo i giudizi espressi dalle imprese lecchesi e sondriesi riguardo l’andamento occupazionale, nella seconda metà del 2020 è delineabile un quadro di diffusa stabilità.
A fianco del 71,3% di imprese che comunicano un mantenimento della propria forza lavoro, si registrano indicazioni di crescita (15,7%) e diminuzione (13%) che assumono entità simili e tendono a bilanciarsi tra loro.
Tra le realtà del campione la situazione rivela differenze che si colgono sia dal punto di vista della dimensione aziendale, sia per quanto riguarda la categoria merceologica di appartenenza.
Sebbene l’indicazione prevalente sia stata quella di conservazione dei livelli occupazionali (in media comunicata nei due terzi dei casi), le imprese di medie dimensioni hanno segnalato un maggior orientamento alla crescita occupazionale rispetto alla diminuzione, mentre per le realtà fino a 50 occupati il quadro delineato è stato l’opposto. A livello settoriale, le aziende metalmeccaniche hanno rivelato una diffusa stabilità confermata dal bilanciamento tra i giudizi di crescite e di riduzione, quelle tessili hanno indicato una diminuzione mentre quelle degli altri settori un’espansione dei livelli.
Le ipotesi formulate riguardo l’andamento dell’occupazione nella prima metà del 2021 si confermano orientate ad una diffusa conservazione dei livelli (68,3%), a fianco della quale è rilevabile una maggior incidenza di giudizi di crescita (21,3%) rispetto a quelli di diminuzione (10,3%).