L’attenzione dei media di ogni ordine e grado è ormai da più di tre mesi concentrata sulle vicende belliche che stanno devastando l’Ucraina. Nei talk show, nei servizi dei telegiornali, sulle prime pagine dei quotidiani (cartacei o digitali non fa differenza) l’invasione “difensiva” dei tanks inviati dal Cremlino assorbe pressoché completamente gli spazi più importanti del dibattito. Non solo di quello legato agli eventi internazionali dal momento che le operazioni militari in atto nell’antica terra dei Vareghi si ripercuotono sonoramente anche sui governi nazionali (l’Italia non costituisce un’eccezione) impegnati a discutere senza risultati apparenti sull’opportunità di proseguire il confronto con il bullo di Mosca utilizzando le armi della diplomazia oppure la diplomazia delle armi. In una inutile disputa quodlibetale ormai lastricata da migliaia (forse decine di migliaia) di morti la maggior parte dei quali non indossava alcuna divisa. Ma accanto a questa tragica, nuova edizione della “battaglia del grano”, ultima propaggine di quella scellerata “operazione militare speciale”, per usare l’eufemismo putiniano, che rischia di scatenare una carestia alimentare di proporzioni bibliche in tutta l’Africa, l’altra “guerra” in corso da oltre due anni, viene combattuta in sordina fra la sostanziale disattenzione dei mezzi di informazione. La pandemia da Coronavirus, infatti, è tutt’altro che spenta anche se i suoi effetti letali si sono notevolmente affievoliti. I report settimanali, densi di dati, grafici e statistiche, diffusi dall’Azienza Territoriale della Brianza da più di un anno, spiegano con chiarezza che, almeno nel Lecchese, la situazione si va lentamente normalizzando ma sottolineano anche alcuni aspetti che sarebbe pericoloso sottovalutare. Infatti nella nostra provincia alcune cifre tornano a preoccupare. Se decessi e casi gravi sono in diminuzione, non così i contagi. Le tabelle proposte da Ats Brianza lo dicono chiaro e forte.
Le percentuali di contagio riferite alle prime positività al Coronavirus, sono in costante ascesa dall’inizio dell’anno. Nel Lecchese dal 6,7% di metà febbraio, il tasso percentuale è salito gradualmente fino al 19,2% del periodo che va dal 5 all’8 maggio con un timidissimo rallentamento (5 decimi di percentuale fra il 21 aprile e la prima settimana del mese in corso. Un trend che accomuna sostanzialmente l’intero territorio di competenza di ATS Brianza. Segno evidente che la contagiosità delle recenti covarianti di SARS Cov- 2, pur essendo molto meno aggressive delle precedenti, sono anche più contagiose. E l’abolizione pressoché totale delle restrizioni voluta dal governo non aiuta certo il contenimento dell’infezione. Il grafico che segue (In rosso i ricoveri. In blu i contagi) dimostra senza lasciare spazio a troppi dubbi come pur in presenza di un’impennata dei contagi, i ricoveri ospedalieri sono comunque in sostanziale e costante diminuzione. A dimostrazione di una netta riduzione della gravità sintomatologica della Covid 19, contrastata anche da una molto migliorata capacità terapeutica delle strutture sanitarie.
Insomma, Omicron si diffonde a macchia d’olio ma oggi sappiamo molto meglio come combattere l’infezione. I dati dimostrano che, fino ad oggi, ciò che il coronavirus perde in pericolosità, lo guadagna in capacità e rapidità diffusiva. Come valutare questa metamorfosi virale? Ne sapremo di più nei prossimi mesi. Soprattutto in autunno quando le condizioni climatiche torneranno a favorire le influenze di ogni genere. Un’ultima osservazione. Non è detto che il decremento della pericolosità del virus prosegua nel tempo, né che in parallelo aumenti senza soluzione di continuità la sua capacità diffusiva. Però se così fosse Covid 19 si incamminerebbe verso una metamorfosi in qualche modo positiva trasformandosi in una normale influenza. Ma le mutazioni virali sono del tutto casuali e nessuno oggi può ragionevolmente prevederne gli esiti. Ad ogni modo, mantenere un atteggiamento di ragionevole prudenza è indispensabile. Dunque mascherine sempre in tasca, pronti ad indossarle in presenza di assembramenti o nei luoghi di maggior affollamento. Abbiamo vinto molte battaglie contro il Coronavirus ma la guerra, probabilmente, sarà ancora lunga.