NOVITÀ NEI CONGEDI PARENTALI, SUPPORTO ALLA NATALITÀ SCELTA NON PIÙ RIMANDABILE
Più mesi retribuiti dadedicare ai nuovi nati in famiglia per i lavoratori dipendenti e nuove tuteleper le lavoratrici e i lavoratori autonomi e iscritti alla gestione separata.Dal 13 di agosto sono entrate in vigore le nuove regole previste dal decretolegge 105/2022 introdotte dal Governo.
Tra le novitàprincipali del Decreto Legge: l’aumento da 6 a 9 mesi dei congedi parentaliindennizzabili al 30% della retribuzione per i lavoratori dipendenti e gliiscritti alla gestione separata - di cui tre mesi per ognuno dei genitori(non trasferibile all’altro) e ulteriori 3 mesi in alternativa tra madre opadre utilizzabili fino al 12 anno di vita del bambino (e non più finoal sesto); il congedo di paternità di 10 giorni indennizzati al 100%della retribuzione da utilizzare da 2 mesi precedenti e 5 successivi alparto e che diventano 20 giorni in caso di parto plurimo; il diritto a 3mesi di congedo parentale per ciascuno dei genitori, da fruire nell’anno divita del minore, per lavoratori e lavoratrici autonome alle quale vieneinoltre riconosciuta l’indennità giornaliera anche nei periodi antecedenti idue mesi prima del parto in caso di “gravi complicanze della gravidanza o dipersistenti forme morbose che si presume possano essere aggravate dallo statodi gravidanza”, accertate dalla ASL;
“Inun’Italia che invecchia a ritmi serrati, sostenere le famiglie per incentivarela natalità è una priorità non più rimandabile” hadichiarato Mirco Scaccabarozzi, Segretario Generale della Cisl Monza BrianzaLecco esprimendo un giudizio positivo sulle migliorie introdotte dal Governo inmateria di congedi parentali. “Recentemente abbiamo affrontato questo temain uno dei nostri eventi del ciclo “I venerdì della Cisl” dedicato al Long TermCare. I dati emersi sono preoccupanti: entro il 2050 il 34% della popolazioneitaliana sarà over 65, in pratica un cittadino su tre sarà anziano. Dal puntodi vista pratico questo determinerà un rapporto sempre più sfavorevole trapopolazione attiva e non attiva, creando seri problemi di sostenibilitàsocio-economica legati alla cura, all’assistenza e al sistema pensionistico”.
“Sostenerele esigenze di cura di genitori per una migliore conciliazione tra i tempidella vita lavorativa e quelli dedicati alla vita familiare, e, in generale, promuoverela parità di genere, che non può prescindere da una più equa condivisione delleresponsabilità tra uomini e donne è un primo importante passo per combatterel'invecchiamento della popolazione prevenire l’assenza di nuove generazioni dilavoratori ma non basta” ha continuato Scaccabarozzi. “Perinvertire il trend della denatalità ci vorranno generazioni e l’economia e lasocietà italiana non possono permettersi il lusso di attendere così tantotempo. Il sistema pensionistico arriverà in tempi molto più ristretti a nonreggere la sproporzione tra numero di nuovi pensionati e contribuenti attivi eil sistema sanitario non sarà in grado di farsi carico del nuovo esercito dianziani, sempre più longevi grazie alla medicina moderna ma afflitti dalle malattiecroniche tipiche della vecchiaia”
Nel passato lacompensazione della denatalità in Italia era garantita dai flussi migratori cheperò negli ultimi anni hanno invertito il loro trend rallentando drasticamente.
“A fronte di un fenomeno che difficilmente riusciremo acontenere nel lungo periodo, la politica deve farsi carico del problemaattuando riforme che, nel breve periodo, agevolino un processo diriorganizzazione della società in termini di welfare, assistenzasocio-sanitaria e, non ultimo del sistema pensionistico che ci permetta disostenere il nuovo assetto demografico del nostro Paese”.
Passi concreti che facciano la differenza oggi e che servano da fondamenta per una società futura sostenibile, questa è la richiesta della Cisl‘Politiche per la famiglia’ è spesso un artificio retorico che cela ilnulla. Si potrebbe partire, ad esempio, costruendo un’adeguata rete di serviziper l’infanzia su tutto il territorio nazionale, che in tanti casi, oltre adessere nel complesso troppo onerosa per le famiglie, è assolutamenteinsufficiente. Oggi unicamente a un bambino su quattro viene garantito un postoall’asilo nido pubblico peraltro con fortissime disparità e diseguaglianze territoriali”.
“Ciò non significa certo dimenticare l’assillante problema dellaprevidenza e la questione migratoria. Le risposte che noi cerchiamo dallapolitica non possono più essere intonate al ‘tanto peggio per i fatti’ nèancorate a gretti interessi di bottega” ha concluso il SegretarioGenerale Scaccabarozzi.
IN ALLEGATO LA SCHEDA INFORMATICA SUI CONGEDI PARENTALI PREPARATA DALLA CISL