Sono poche in verità le aziende lecchesi che hanno raccolto l'invito della Confcommercio a mettere in vetrina le loro bollette 2022, paragonate a quelle molto più basse del 2021.
Probabilmente per ritrosia o per pudore, molti negozi preferiscono non rendere pubbliche le ultime bollette arrivate.
Il problema però rimane molto pressante e riportiamo sul'argomento l'ultimo comunicato della ConfCommercio, che lancia un nuovo grido di di allarme: a rischio il 10% delle imprese di ristorazione.
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Un'operazione di trasparenza a livello nazionale per mostrare ai cittadini e agli avventori di bar e ristoranti quale è la situazione in cui le imprese sono costrette a operare. È "Bollette in Vetrina": nei prossimi giorni i gestori dei pubblici esercizi associati a Fipe-Confcommercio riceveranno una cornice da appendere nei propri locali per mettere in bella vista le ultime bollette del gas e dell'energia elettrica. Si tratta di bollette monstre, triplicate rispetto a un anno fa a causa dell'impennata dei prezzi del gas.
Una situazione che sta costringendo gli esercenti a dover scegliere tra gli aumenti dei listini, finora assai modesti, e la sospensione dell'attività in attesa di un intervento risolutivo da parte del Governo. "Questa iniziativa - spiega Aldo Cursano, vicepresidente di Fipe - ha l'obiettivo di rendere trasparente cosa sta succedendo oggi a chi gestisce un bar o un ristorante anche nel tentativo di spiegare ai clienti perché stanno pagando il caffè un po' di più con il rischio nei prossimi mesi di ulteriori aumenti. Con aumenti dei costi dell'energia del 300% si lavora una pistola puntata alla tempia. Se il Governo non interviene o si agisce sui listini o si sospende l'attività. Contiamo sulla sensibilità dei cittadini e dei clienti perché fare lo scaricabarile dei costi è proprio quello che non vorremmo fare. Per questo Fipe ha chiesto al Governo di potenziare immediatamente il credito di imposta anche per le imprese non energivore e non gasivore. Un credito di imposta del 15% per l'energia elettrica non è assolutamente adeguato agli extra costi che le imprese stanno sostenendo ora. Occorre però fare presto, altrimenti si rischia di innescare una spirale inflazionistica destinata a gelare i consumi".
Fipe: “senza aiuti immediati a rischio il 10% delle imprese della ristorazione”
"Senza un intervento immediato della politica per calmierare le bollette di gas ed energia elettrica, è da subito a rischio chiusura almeno il 10% delle imprese della ristorazione. In particolare quelle piu' giovani e meno patrimonializzate". Lo affermano in una nota congiunta Fipe-Confcommercio e Federazione italiana cuochi. "Tutti i settori produttivi del Paese sono in ginocchio a causa del caro energia che sta interessando l'intera Europa - sottolinea Aldo Cursano, vicepresidente di Fipe-Confcommercio - ma se le imprese a monte della filiera riescono a scaricare gli extra-costi sugli altri anelli della filiera, bar e ristoranti non possono farlo con facilità perché i consumatori non sono imprese. Occorre, come chiediamo da tempo, un intervento per potenziare il credito di imposta sui consumi di gas ed elettricità portandolo al 50% per coprire almeno in parte gli insostenibili aumenti di oggi".