Come era ampiamente prevedibile , l'ordinanza del Sindaco di Lecco Mauro Gattinoni e dell'Assessora all'Ambiente Renata Zuffi, che vieta di dare da mangiare agli animali selvatici, ha scatenato l'ira micidiale di diverse Associazioni ambientaliste e soprattutto della riconfermata onorevole Michela Vittoria Brambilla, appena eletta per Forza Italia in Sicilia nel Collegio di Gela Siracusa, ma che ha dichiarato che sarà attenta i problemi lecchesi.
Brambilla, presidente della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell'Ambiente, in sostanza ha intimato al sindaco di Lecco di revocare l'ordinanza del 5 ottobre che vieta di ''somministrare qualunque tipo di alimento'' a qualsiasi specie di animali "selvatici e randagi" sul territorio del Comune lecchese, oppure ci sarà un ricorso al Tar.
''Le ordinanze affama-randagi sono una vergogna nazionale - sottolinea - e non avrei mai pensato di doverne parlare in una città civile come Lecco''.
''Si tratta - spiega l'onorevole - di un sistema classico, ben noto alle associazioni, cui gli amministratori locali ricorrono per mascherare la propria incapacità di gestire, con mezzi proporzionati e ragionevoli, il problema del randagismo o della fauna selvatica nel contesto urbano.
Su atti di questo tipo c'è una giurisprudenza consolidata ormai da decenni. Invito perciò il sindaco a revocare l'ordinanza, come hanno prudentemente fatto molti suoi colleghi nel passato, altrimenti saremo costretti a chiederne l'annullamento. Eventuali problemi di igiene o di sicurezza non si risolvono limitando la libertà dei cittadini o mettendo a rischio la sopravvivenza degli animali''.
Numerose le proteste già raccolte dalla presidente di LEIDAA. ''Lecco - afferma l'on. Brambilla - ha un cuore animalista e i cittadini sono indignati. Invece di ringraziare e sostenere chi si occupa delle colonie feline nel pubblico interesse, l'amministrazione produce questa ordinanza.
Brambilla poi ricorda che "ancora oggi Lecco, nonostante le precedenti promesse dell'ex Sindaco Brivio, è l' unico capoluogo di provincia nel nord Italia che non dispone di un proprio canile con il quale dare ospitalità ai trovatelli del territorio e garantire un doveroso servizio di pubblica utilità ai cittadini.
Il sindaco si vergogni e piuttosto aiuti i volontari che si occupano degli animali al posto suo. Quanto ai selvatici, hanno lo stesso diritto di essere tutelati e fortunatamente è molto cresciuta la sensibilità delle persone. Prova ne è il numero di animali feriti o in difficoltà che i lecchesi portano al nostro CRAS "Stella del Nord", il Centro Recupero Animali Selvatici di Calolziocorte della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente'' conclude la presidente, on. Michela Vittoria Brambilla.
L'ordinanza del Comune ha scatenato l'ira anche degli animalisti dell'Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente AIDAA che attraverso una nota chiedono l'immediato ritiro del documento e che comunque hanno deciso di agire penalmente contro l'amministrazione comunale per il reato di maltrattamento di animali. "Non dare da mangiare ai selvatici per non umanizzarli è giusto e se l'ordinanza si fosse fermata qui non avremmo avuto niente da dire- scrivono in una nota gli animalisti- ma il vietare di dar da mangiare ai gatti ed ai cani randagi è una palese violazione della legge 281/91 e sopratutto quello che si rischia nell'interpretare l'ordinanza è che non si capisca se le gattare possono continuare a nutrire le colonie feline anche se questo è previsto proprio dalla legge, chiediamo quindi il ritiro di questa ordinanza malscritta e palesente illegittima".