Nei giorni scorsi ho depositato un'interrogazione con risposta in Commissione sul tema dell'aumento esponenziale dei costi del riscaldamento a pellet.
A causa della guerra in Ucraina le imprese e le famiglie lombarde sosterranno quest’inverno costi per il riscaldamento molto più alti rispetto agli anni passati. E se già le bollette pesano e il gas è soggetto a oscillazioni imprevedibili, interveniamo almeno verso chi si scalda con le stufe a pellet.
Nell'interrogazione chiedo se Giunta e assessore siano a conoscenza degli aumenti speculativi nel settore e se siano allo studio interventi regionali per andare incontro a coloro che utilizzano i pellet per i propri impianti di riscaldamento.
Il costo del pellet da riscaldamento è considerevolmente aumentato rispetto al 2021, come testimonia Aiel, l’Associazione italiana energie agroforestali, secondo la quale per riscaldare un appartamento da 100 metri quadrati, si stima che una famiglia spenderà 1.333 euro nel 2022-2023, il 99% in più rispetto ai 670 euro del 2021-2022.
E d’altra parte l’aumento appare solo in parte spiegabile con motivazioni di mercato, benché la domanda sia cresciuta e i costi per produrre e trasportare questo tipo di pellet siano lievitati. Pesa anche il fatto che l’Italia non sia autosufficiente nell’approvvigionamento del prodotto, che conta tra i maggiori fornitori Paesi che a loro volta lo realizzano con scarti di lavorazione dei legni provenienti proprio dalla Russia, dall’Ucraina e dalla Bielorussia.