Coldiretti Como Lecco: Recovery Fund e foreste urbane, “occasione per una svolta green nelle città”
“Bisogna intervenire in modo strutturale ripensando lo sviluppo delle città e favorendo
la diffusione del verde pubblico e privato bilanciato sulle realtà dei singoli territori”
COMO-LECCO – Puntare sul verde per una svolta green e per dare respiro a uno dei comparti che più ha sofferto la crisi contestuale all'emergenza-pandemia, quello legato al florovivaismo e alla manutenzione del verde: una spina dorsale per l'economia lariana, articolata in oltre 1400 imprese operanti nei due comparti e suddivise tra le province di Como (oltre 950) e Lecco (oltre 450), con quasi 3000 addetti.
“Dal Recovery Fund può derivare una spinta importante alla sostenibilità urbana che punti sulla valorizzazione del verde come elemento di qualità di vita e accoglienza, con ricadute importanti anche per il settore primario” spiega Fortunato Trezzi, presidente di Coldiretti Como Lecco unitamente a Roberto Magni, imprenditore florovivaistico e membro di giunta Coldiretti. “E’ importante progettare adeguatamente e correttamente gli interventi anche attraverso una necessaria programmazione delle produzioni attuando specifici contratti coi produttori, tenendo soprattutto conto delle tempistiche e del ciclo produttivo delle piante”.
“Con l’inquinamento dell’aria che è considerato dal 47% dei cittadini la prima emergenza ambientale bisogna intervenire in modo strutturale ripensando lo sviluppo delle città e favorendo la diffusione del verde pubblico e privato con le essenze più adatte alle condizioni climatiche e ambientali dei singoli territori. L’obiettivo è quello di creare vere e proprie oasi mangia smog nelle città dove respirare area pulita grazie alla scelta degli alberi più efficaci nel catturare i gas ad effetto serra e bloccare le pericolose polveri sottili”.
Per questo Coldiretti e Federforeste hanno presentato il progetto di respiro nazionale “Bosco vivo e foreste urbane”, per piantare in Italia 50 milioni di alberi nell’arco dei prossimi cinque anni nelle aree rurali e in quelle metropolitane anche per far nascere foreste urbane con una connessione ecologica tra le città, i sistemi agricoli di pianura a elevata produttività e il vasto e straordinario patrimonio forestale presente nelle aree naturali anche con i fondi europei del Recovery Fund per rispondere alle vertenze ambientali. Una pianta adulta – precisa Coldiretti – è capace di catturare dall’aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili e un ettaro di piante elimina circa 20 chili di polveri e smog in un anno. A provocare lo smog nelle città è l’effetto combinato dei cambiamenti climatici, del traffico e della ridotta disponibilità di spazi verdi.
La situazione è diversa nelle aree rurali dove le foreste hanno continuato a espandersi, a causa dell’incuria e dell’abbandono, diventando vere giungle ingovernabili. Per difendere il bosco italiano occorre creare le condizioni affinché si contrasti l’allontanamento dalle campagne e si valorizzino quelle funzioni di sorveglianza, manutenzione e gestione del territorio svolte dagli imprenditori agricoli. “Importante – rimarca Magni – è il ruolo che gli enti amministrativi e anche quelli gestori delle aree protette (parchi ecc.) possono svolgere per garantire il non abbandono e il presidio del territorio favorendo la presenza di una agricoltura responsabile e sostenibile ambientalmente ed economicamente al proprio interno”.
Il progetto si pone quindi anche l’obiettivo di gestire il patrimonio forestale in maniera sostenibile per contribuire al raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050 favorendo lo stoccaggio del carbonio da parte delle superfici forestali e delle foreste urbane. Un impegno importante anche per assicurare un presidio attivo contro il dissesto idrogeologico, incendi ed altre forme di impoverimento dei territori, contrastare l’abbandono di tale aree e valorizzare la filiera del legno 100% Made in Italy anche al fine di scongiurare le importazioni illegali di legno. Un obiettivo che richiede una programmazione pluriennale della messa a dimora, coltivazione e manutenzione delle foreste da parte degli agricoltori e degli imprenditori del verde rilanciando i servizi di consulenza e le attività turistiche ricreative in tali aree.