Gli ultimi tragici fatti, legati anche all’impressione che ha suscitato nell’opinione pubblica la orribile morte di Giulia Cecchettin, uccisa da “un bravo ragazzo”, inducono a molte riflessioni.
Il processo evolutivo per il quale la donna sia giustamente rispettata e messa su un piano di assoluta parità (anche a livello economico, in quanti settori sappiamo che il lavoro delle donne è meno pagato di quello degli uomini, pur svolgendo le stesse funzioni ?) è un processo che purtroppo richiederà tempi lunghi.
Nel corso del tempo infatti il rapporto uomo-donna non è sempre stato uguale. Nella Preistoria diversi storici ipotizzano addirittura una “Età del Matriarcato“, cioè del “potere delle donne”. Questo per diversi motivi: intanto perchè le persone vivevano nella promiscuità di gruppo, perlopiù all’interno delle caverne, come i Neanderthal, dove i bambini, di cui purtroppo ne sopravvivevano pochi, date le condizioni di vita estremamente difficili, sapevano chi era la loro madre, ma ignoravano chi fosse il loro padre.
La importantissima scoperta dell’Agricoltura, avvenuta circa 9-10.000 anni prima di Cristo, è gentilmente attribuita dagli Storici alle donne: mentre i maschi andavano in giro a cacciare cervi e animali con le loro rudimentali armi in pietra, le donne stavano a casa a sperimentare la funzione dei semi, sino a scoprire quelli fondamentali dei cereali (grano, orzo ecc.).
Ma l’elemento decisivo che ci fa pensare al Matriarcato è il fatto che la prima divinità conosciuta nella Storia, molti millenni prima del Cristianesimo, sia stata la “Dea Madre“, una rappresentazione iconica della donna incinta con seni grossi e col pancione, di cui sono state ritrovate statuette in diverse zone d’Europa.
Con l’Agricoltura e l’allevamento comunque cambiò la società umana: si crearono le città (quasi sempre vicino a un fiume di acqua dolce), si crearono le famiglie, le “recinzioni” e la proprietà privata, si originarono purtroppo anche le guerre per appropriarsi dei beni altrui.
IL ruolo della donna peggiorò notevolmente: nell’antica società greca, peraltro così civilizzata, e anche nei primi secoli di Roma, la donna era totalmente subordinata all’uomo, e passava dall’essere proprietà giuridica del padre a quella del marito, in un ruolo di assoluta sottomissione.
Qualche spiraglio di libertà forse lo aveva nella società Etrusca: così almeno ci sembra suggerire la famosa statua dei “Coniugi” (nella foto), in cui la donna è perfettamente a suo agio e allo stesso livello del marito.
Nell’età di Giulio Cesare e di Augusto però si ha un notevole miglioramento nella condizione femminile: la donna poteva a sua volta “ripudiare” il marito (cioè avere il divorzio) ma soprattutto ebbe piena libertà economica, e poteva “ereditare” i beni del padre.
Non a caso l’età di Augusto è il periodo delle grandi figure femminili: Agrippina, la madre di Nerone, che uccise col veleno suo marito l’imperatore Claudio, Poppea, Messalina, ma anche la scapestrata figlia di Augusto, Giulia, mandata in esilio sul Mar Nero per la sua eccessiva spregiudicatezza.
Anche successivamente non possiamo non ricordare l’Imperatrice Teodora, la grande e intelligente moglie di Giustiniano, ispiratrice della sua politica, e figure di grande rilievo intellettuale come Ipazia e Santa Caterina di Alessandria.
Con l’avvento del Cristianesimo , e nel pieno MedioEvo, la condizione della donna peggiorò notevolmente rispetto all’Età Romana. Intanto si ristabilì il ruolo della monogamia, l’inscindibilità del matrimonio, mentre la contraccezione, che i Romani già conoscevano, venne dimenticata perchè il sesso doveva avere solo fini riproduttivi tra marito e moglie.
La donna venne di nuovo rinchiusa nel suo ruolo di madre e moglie, chiusa in casa a filare la calza e a partorire (da 12 a 20 volte nella sua vita, compresi aborti spontanei) nonchè naturalmente curare i bambini. Unica consolazione la Letteratura: gli Stilnovisti e Dante la consideravano “angelicata”, cioè addirittura tramite tra Uomo e Dio, e Boccaccio dedicò alle donne il suo “Decamerone” (a dimostrazione del fatto che le donne hanno sempre letto libri più degli uomini !).
La situazione cambiò con la “Rivoluzione Industriale“, nel Sette-Ottocento. Non che le donne non lavorassero anche prima, nell’Agricoltura o nei servizi: il viaggiatore Tamassia era rimasto colpito, agli inizi dell’Ottocento, da come erano abili le donne valsassinesi, “robuste e dai fianchi vigorosi”, nel portare su e giù dalle montagne pesantissime “gerle e fascine di legna”.
A Molteno, vicino a Oggiono, a metà del Seicento, la produzione del pane era assicurata da una certa “Caterina la fornara “. Le donne lavoravano eccome !
Ma il loro ingresso nelle filande e nelle attività industriali, sia pur pagate un terzo in meno del lavoro maschile, in “lire soldi e denari”, aumentò sicuramente il loro prestigio.
Fu nella I Guerra Mondiale, quando le donne sostituirono egregiamente gli uomini impegnati al fronte, che si pose concretamente la “questione femminile”: non per nulla molti paesi anglosassoni, Nuova Zelanda, Finlandia, Danimarca,e poi Inghilterra , concessero il voto alle donne.
In Italia dovemmo però aspettarne un’altra, di guerra, per arrivare alle stesse conclusioni.
Insomma la transizione è lenta, lunga e difficile. Già oggi però in molti settori la presenza femminile è direi predominante, come nella nella Scuola: le donne sono sempre state tradizionalmente la grande maggioranza del corpo insegnante, prima alle Elementari ma oggi anche alle Medie e Superiori, dove una volta c’erano più uomini. Ma oggi anche nel Giornalismo e in particolare nella Medicina : quante bravissime donne mediche oggi nella sanità italiana, anche qui stanno sopravanzando i colleghi maschi, anche se nei ruoli dirigenziali sono ancora gli uomini a prevalere.
Insomma, io sono sicuro che, con l’aiuto anche delle Donne, un poco alla volta gli Uomini comprenderanno qual è l’atteggiamento giusto da tenere.
Si tratta non solo di Educazione, anche sentimentale, ma di una rivoluzione epocale, che gli Illumnisti da ormai tre secoli stanno predicando: Parità di Sesso, di Razze e di Religione. Quando avremo davvero introiettato questi concetti, allora vivremo sicuramente molto meglio !
ENRICO BARONCELLI
direttore www.politicamente.eu