DOMENICA A INTROBIO UN GRANDE "NATALE SOTTO LA TORRE"
OGGI E' IL VENTUNESIMO GIORNO DELLA MEMORIA PER LA FRANA DI CORTENOVA
Oggi, primo dicembre, è il triste anniversario della gigantesca frana che scese a Bindo nel 2002 e cambiò radicalmente la vita a moltissime persone cui distrusse case, aziende e ricordi.
Chi c'era conserva intatto il ricordo di una notte da tregenda e di un mattino di sole con la nebbia che man mano si diradava scopriva uno scenario apocalittico nel quale, per la lungimiranza del Sindaco di allora, Luigino Melesi, dei tecnici intervenuti e di congiunzioni fortunatamente favorevoli nessuno perse la vita.
Ricordiamo quella mattina con alcune foto che consegniamo al ricordo di chi c'era (e non ha bisogno di altre spiegazioni) ed alla cultura di chi a quel tempo era troppo giovane per comprendere o non era ancora nato.
La frana di Bindo è parte della nostra Storia ed anche se oggi è stata quasi completamente fagocitata da arbusti e piante tanto da essere, almeno in estate, quasi invisibile, i suoi effetti resteranno sempre lì a ricordarci la potenza della natura e la debolezza umana.
Ancora un grazie infinito a chi in quei drammatici giorni si è adoperato per far sì che a tragedia non si sommassero altre tragedie e a tutti coloro i quali, nel dopo frana, hanno prestato a vario titolo la loro opera contribuendo alla rinascita di Bindo.
LA MEDICINA DI RETE VALSASSINA SI ALLARGA
AL MUSEO DELLA FORNACE IL NATALE LO SI ASPETTA ANCHE IN ... BICICLETTA.
"IL RICONOSCIMENTO". UN RACCONTO NATALIZIO DI TERESA CASSANI
Lo chiamavano Il Matto e matto sembrava davvero o almeno un po’ strano. Per gli atteggiamenti, per come si vestiva e come teneva la casa. Era un tipo inconsueto, insomma, uno di quegli strampalati che si ritrovano in tutti i paesi.
Abitava in campagna, appena fuori dal centro cittadino, in una casa malandata, con le grondaie da rifare, le persiane sbreccate, il fumo della stufa che, nel periodo invernale, usciva da un buco della finestra.
Allevava anatre, oche, polli e conigli che occupavano il cortile privo di erba e attraversato da una canaletta di scolo. C’erano qua e là stie, sacchi, gabbie di vimini, attrezzi da contadino, assi, qualche mobile scaraventato all’esterno e abbandonato sotto il sole e le intemperie. E l’odore del mangime misto a quello degli escrementi.
Non era riuscito a concludere gli studi da ingegnere, non aveva l’energia. Troppe ore di applicazione, troppa concentrazione per uno col turbinio dei pensieri proiettati altrove. E poi, quando si è abituati alla libertà della campagna, non ci si può costringere per tempi lunghi al tavolino. Si ha bisogno di correre fuori, di sentire il profumo dell’erba, delle cortecce, delle zolle. Dell'aria pura.
Quando tornava dal Liceo, mille anni prima, dopo quindici chilometri di bicicletta, trovava la madre vestita di scuro, gli zoccoli ai piedi, che andava su e giù per la cucina affumicata con in testa il pensiero della cicoria da tagliare per gli animali. Il tavolo era ancora spoglio. Sulla stufa bolliva l’acqua della pentola.
Lui avrebbe fatto l’allevatore, anche di agnelli e di capretti. L’ingegnere no.
Però l’idea di costruire, di assemblare gli era rimasta.
Portava a casa ogni attrezzo in disuso, trovato nei cortili vicini e anche in quelli più distanti, come vecchie turbine, motori, ingranaggi obsoleti di macchine, manubri di biciclette, volanti di automobili, e li assemblava creando nuovi oggetti, performance di scultura.
Li aveva disposti in fila parallela alla rete metallica che dava sulla strada, in modo che la gente vedesse. La gente passava in fretta in macchina e non guardava o guardava distratta. È un originale. È fatto alla sua maniera. Mancava solo che aggiungessero chissenefrega.
E poi l’odore che proveniva dal cortile, quella miscela di mangime e di sterco, allontanava.
Una volta, davanti al cancello si era fermato il prete in bicicletta. Le anatre starnazzavano, le oche, procedendo con i palmati nel fango, facevano l'atto di avventarsi contro l'uomo in clergy. Il cane, dentro il recinto, si era messo ad abbaiare.
Finalmente, era comparso il padrone di casa. Con una vecchia giacca a brindelli e un martello in mano.
-Ho notato i tuoi lavori. Sono molto belli, sai? - la voce del prete da dietro la rete oltrepassava il baccano delle anatre e delle oche.
-Le piacciono?
-Ho visto che c’è anche la Sacra Famiglia. Un po’ inquietanti i visi fatti con quelle maniglie di bombole, ma originali.
-Eh, sì.
-Sai, mi piacerebbe che quest’anno il presepe nel sagrato si facesse con i tuoi lavori.
Il Matto aveva abbassato la testa. Poi l’aveva rialzata. Gli era uscito un balbettio:
-Ma se non pia …c... ciono?
-Sì che piacciono! Manderò qualcuno col furgone a caricare le tue opere.
Quando il prete riprese la bicicletta e scosse la rete metallica, il cane ricominciò ad abbaiare forte mentre le anatre e le oche continuavano a fare versi.
Il Matto girò le spalle alla strada e, mentre si abbassava per togliere l’acqua sporca da un abbeveratoio, si chiese se dovesse considerarlo un gesto di apprezzamento o di pietà.
Dopo qualche settimana, all’inizio di dicembre, la composizione venne collocata nello spazio antistante la chiesa. Alcuni si entusiasmarono, altri fecero le facce storte. Quelle torri di batterie a fungere da corpi della Vergine e di S. Giuseppe lasciavano perplessi, per non parlare del Bambinello ricavato da un estintore.
- Ma don! Non le sembrerà mica questo il modo di fare il presepe? - chiesero due ferventi donne.
- Non vi piace?
- Me pias no- disse una.
- Dovete pensare al significato.
- Ma l’è un rebelot – disse l’altra.
- È un’opera performante che rivela un talento non comune, ne sono sicuro, ma, se non rispecchia i vostri gusti, dovete pensare all’impegno della persona che l’ha realizzata. Al suo mondo. E anche alla gioia che noi possiamo donare con questo riconoscimento, con questo piccolo gesto d’amore.
Annuirono.
-Ha ragione, don! Ha ragione.
Dissero insieme.
INTROBIO: DEPOSITATI GLI ATTI RELATIVI ALLA VARIANTE GENERALE DEL PGT
LE OFFICINE MELESI REGALANO UN PULMINO AL SOCCORSO ALPINO
Decisamente un bel regalo quello consegnato ieri alla Stazione Valsassina Valvarrone del Soccorso Alpino: un fiammante Caravelle Volkwagen 9 posti che verrà utilizzato per il trasporto dei volontari, frutto della generosità della famiglia Invernizzi titolare delle Officine Ambrogio Melesi di Cortenova che già avevano donato allo stesso soccorso una Jeep.
Un connubio, quello tra imprenditoria locale e volontariato, che testimonia come le aziende valsassinesi (e ci sono altri esempi in questo senso) siano attente alle esigenze del territorio e della popolazione.
All'inaugurazione del veicolo sono intervenuti ovviamente anche i vertici della Melesi.
Silvia Invernizzi ha sottolineato la fondamentale importanza delle associazioni di volontariato che operano in Valle sottolineando con forza il ruolo del Soccorso Alpino come valore assoluto.
Ambrogio Invernizzi, da parte sua, ha voluto ricordare le origini della metallurgia in Valsassina che affonda le sue radici nella presenza di legname e acqua sulle nostre montagne affermando che diventa naturale per chi ama la montagna essere vicini a chi opera in quel contesto.
La Melesi ha fatto la sua parte ma anche la CAMP ci ha messo del suo donando la progettazione e la grafica che caratterizzano il veicolo.
Attualmente la squadra di Premana può contare su un ATV, una jeep e una moto, quella di Dervio su una jeep e una moto e quella di Barzio (con sede in Villa Merlo alla Fornace) su una jeep, una moto e, da ieri, il nuovo Caravelle.
Il Soccorso Alpino era rappresentato dal capo stazione Alessandro Spada e da Marco Anemoli responsabile della XIX Delegazione Lariana.
IL DERBY COMO CALCIO LECCO 1912 TERMINE CON UN SALOMONICO PAREGGIO
Como - Calcio Lecco 1912: 0-0
Como (4-2-3-1): Semper; Curto, Odenthal, Barba, Sala (dal 33′ s.t. Ioannou); Abilgaard, Bellemo (dal 17′ .t. Kone); Chaja (dal 40′ s.t. Cerri), Verdi (dal 17′ s.t. Gabrielloni), Da Cunha (dal 17′ s.t. Iovine); Cutrone (Vigorito, Solini, Blanco, Rispoli, Vignali, Cassandro, Mustapha). All. Francesc Fabregas.
Lecco (4-3-3): Saracco; Lemmens (dal 37′ s.t. Giudici), Celjak, Bianconi (dal 26′ s.t. Marrone), Caporale; Ionita, Degli Innocenti (dal 30′ s.t. Buso), Sersanti; Lepore, Novakovich (dal 26′ s.t. Eusepi), Crociata. (Bonadeo, Tordini, Battistini, Pinzauti, Boci, Di Stefano, Agostinelli, Galli). All. Bonazzoli-Malgrati.
Note: Spettatori paganti 2.450: abbonati 3.164, ospiti 233, totale 5.847. Ammoniti: Bianconi, Kone, Sersanti, Crociata, Gabrielloni. Angoli 3-2.
Arbitro: Antonio Rapuano di Rimini, ass. Mauro Vincenzi di Brescia, Stefano Liberti di Pisa; IV uomo: Stefano Milone di Taurianova; Var: Luigi Nasca di Bari, ass. Giacomo Paganessi di Bergamo.
Derby sotto tono quello disputato oggi, 28 novembre, al Sinigallia di Como tra i padroni di casa ed il Lecco. Ritmi blandi interrotti da qualche fiammata definiscono la partita con un salomonico pareggio. Questa era l’ultima delle partite che i Blucelesti dovevano recuperare, in quanto non disputate ad inizio stagione per notissime vicissitudini.
L’inizio è ad appannaggio dei padroni di casa che mettono pressione, anche se non creano particolari grattacapi al Lecco. L’attacco dei comaschi è, pressochè, nelle mani di Cutrone, l’unico ad impensierire, per tutti i 90’, la difesa lecchese.
Sue le conclusioni più pericolose, alcune anche di pregevole fattura. Lecco controlla, senza particolari patemi d’animo, ed i primi 45’ trascorrono tranquillamente se non si esclude la grandissima occasione che i Bluclesti confezionano al 30’ quando Crociata colpisce il palo da fuori area, grazie anche ad una deviazione di un difensore del come che mette fuori causa Semper, la palla finisce sui piedi di Lemmens che nell’area piccola, a porta vuota manda malamente fuori.
Nel secondo tempo il Como cambia 5 dei suoi effettivi mentre il Lecco cambia l’attacco togliendo Novakovich per Eusepi e Degli Innocenti per Buso. Le due squadre si affrontano con estrema prudenza badando più a non scoprirsi che ad attaccare. Si arriva al 79° quando il Lecco va vicinissimo al vantaggio. Ennesimo cross dell’immarcescibile Lepore per la testa di Caporale che stampa la palla sull’incrocio dei pali.
Nei minuti finali occasioni per Buso e Gabrielloni, ma la partita non ha più nulla dire e finisce sullo 0 a 0.
CORTENOVA: PERIODO DIFFICILE PER I RAGAZZI DI MISTER TANTARDINI
Una sconfitta che fa male quella che il Cortenova ha subito domenica a Verderio, un 2 - 1 che fa arretrare i gialloblu in classifica anche se c'è da dire che in sei punti sono raccolte nove squadre a conferma di un campionato equilibratissimo.
Là davanti prosegue la marcia apparentemente inarrestabile del Bulciago che sino ad ora ha collezionato nove vittorie, tre pareggi e nessuna sconfitta, proponendosi come la più seria candidata al passaggio di categoria.
Dietro è lotta serrata anche se l'Osnago (distanziato di sette punti dalla vetta) si è avvantaggiato di due punti sulla Rovinata (terza quasi a sorpresa) e sul gruppone delle inseguitrici tra le quali, appunto, il Cortenova.
"Mi sembra strano commentare una sconfitta come questa - afferma Mister Andrea Tantardini - maturata a seguito di 2 episodi strani. Nel primo tempo eravamo messi bene in campo e infatti abbiamo sbloccato subito il risultato e andati vicino al raddoppio in due occasioni. Poi al loro primo tiro in porta hanno trovato il pareggio".
"Il secondo tempo l'ho visto molto più equilibrato: sull' 1 - 1 è stato decisivo il loro portiere sulla conclusione a tu per tu con Busi che sfortunatamente ha mancato il tocco finale. E poi, purtroppo, su un lancio lungo male interpretato dai nostri centrali abbiamo subito il loro raddoppio. Davvero un peccato perchè la reazione c'è stata ma si vede che è un periodo così dove tutto sembra andare storto e per rimetterlo a posto serve colo allenarsi al meglio sia fisicamente sia psicologicamente".
"Abbiamo fatto un bel primo tempo - aggiunge il direttore sportivo Innocente Magni - e purtroppo abbiamo preso gol del pareggio alla fine del tempo su nostro errore. Nel secondo tempo ho visto tanta confusione in campo anche se abbiamo avuto un paio di occasioni per passare in vantaggio. Noi non ci siamo riusciti, loro, nostro malgrado, sì. Purtroppo non riusciamo più a trovare la vittoria che ci manca da troppe giornate: speriamo domenica sia la volta buona!"
E domenica il Cortenova sarà di nuovo in trasferta a Lecco per incontrare l'Aurora San Francesco. Il Bulciago ospiterà il Verderio, l'Osnago andrà a Foppenico mentre Rovinata e Oratori Lecco Alta si sfideranno nel derby lecchese.
Ai gialloblu serve assolutamente una vittoria per rimettersi in carreggiata verso la zona playoff ed affrontare poi con maggiore serenità e determinazione le ultime due sfide prima della sosta natalizia con il Foppenico (in casa) e il Mandello (in trasferta).